Elly Schlein e Vito Bardi
4 minuti per la letturaPotrebbe essere il 21 aprile il giorno delle elezioni regionali in Basilicata. Lega e Fratelli d’Italia attendono che il presidente indichi la data anche per uscire allo scoperto. Nel centrosinistra l’attenzione si sposta su Schlein: lunedì giorno decisivo per l’alleanza con il M5s
POTENZA – Potrebbe arrivare lunedì la scossa necessaria per rompere lo stallo nelle trattative, all’interno delle due principali coalizioni, in vista delle elezioni regionali in Basilicata.
L’attesa è tutta rivolta, ancora, alla decisione del governatore uscente, Vito Bardi, sulla data del voto. Nonostante giusto una settimana fa abbia annunciato, in un’intervista al Quotidiano, l’intenzione di attendere la firma dell’accordo col governo sui fondi di coesione.
Nella serata di ieri, infatti, si sono fatte sempre più insistenti le indiscrezioni sulla possibile pubblicazione del decreto di indizione dei comizi già lunedì. Con due giorni di anticipo rispetto al termine ultimo per fissare l’apertura delle urne per le elezioni regionali domenica 21 aprile. Accantonata in quanto legalmente problematica l’ipotesi dell’accorpamento alle elezioni europee ed amministrative dell’8-9 giugno, infatti, la scelta sarebbe caduta proprio su quest’ultima data. Anche per permettere la presentazione delle liste il 21 marzo. Ed evitare sovrapposizioni con le festività religiose della Pasqua, che quest’anno cade il 31 marzo, e le scadenze per le elezioni europee e amministrative.
In Basilicata, infatti, si andrà al voto per il rinnovo di sindaci e consigli comunali in 51 centri su 131. Inclusi alcuni dei più grandi come il capoluogo, Potenza, e poi Venosa, Scanzano Jonico, Tito, Nova Siri, Picerno, Marsicovetere, Pietragalla, Viggiano e Rotonda. Liste e candidati per le relative competizioni, quindi, andranno presentate entro l’8 maggio, rendendo di fatto impraticabile l’idea di portare i lucani ai seggi la domenica successiva, 12 maggio, o quella precedente, il 5 maggio. Sicché resterebbero soltanto le due domeniche successive, il 19 e il 26 maggio, per non violare la regola per cui la durata di una legislatura regionale non può protrarsi 60 giorni più in là della sua scadenza naturale. Da qui l’ipotesi del 21 aprile come data delle elezioni regionali.
Ad attendere di capire se il forzista Bardi romperà davvero gli indugi ci sono anche gli alleati di Fratelli d’Italia e Lega, che a oggi non hanno ancora dato la loro benedizione a una sua ricandidatura. Anzi.
Dalla Lega, in particolare, si insiste nel chiedere una compensazione dopo il sacrificio compiuto in Sardegna. Con la rinuncia alla corsa per un secondo mandato del governatore uscente, il sardista-leghista Christian Solinas, a favore del meloniano Paolo Truzzu. Ma non è chiaro se alla fine questa compensazione sarà la Basilicata, dove potrebbe correre per il posto di governatore il coordinatore regionale del Carroccio, Pasquale Pepe, o altro. Ad esempio l’eliminazione del divieto di tre mandati consecutivi per i governatori che rimetterebbe in pista nel 2025, in Veneto, il leghista Luca Zaia.
Più attendista, invece, la linea dei meloniani, che nelle scorse settimane hanno accarezzato l’idea di indicare un candidato governatore “civico”, quale potrebbe essere il prorettore della Luiss Fabio Di Ciommo.
L’eventuale decisione di Bardi sulla data del voto rischia di sovrapporsi, lunedì, con le indicazioni della segretaria nazionale del Partito democratico, Elly Schlein, in merito all’alleanza con il Movimento 5 stelle nelle regioni e nei comuni dove le trattative sono ancora aperte. Inclusa la Basilicata.
L’occasione dovrebbe essere la direzione nazionale del partito convocata in mattinata. In quella sede è probabile che Schlein rilanci sull’intesa con i pentastellati. Date anche le imminenti elezioni in Abruzzo e Sardegna, dove i giallorossi si presentano uniti. Nel tentativo di superare le tensioni culminate a fine gennaio durante la presentazione del libro dell’ex ministro Roberto Speranza. Quando quest’ultimo ha rinfacciato al leader del Movimento 5 stelle l’ambiguità in politica estera e il mancato sostegno alla candidatura a governatore, in Basilicata, del re delle coop bianche lucane, Angelo Chiorazzo, sostenuto dai laici cattolici di Basilicata casa comnune e dal Pd.
Molto dipenderà, pertanto, dal tono con cui la segretaria nazionale proporrà al partito di fare uno sforzo per costruire un’alleanza con i pentastellati. Alleanza in grado di contendere al centrodestra la vittoria nelle varie competizioni dove vige il principio maggioritario.
Di fronte a una scomunica di qualsiasi ragionamento diverso dalla ricerca di un’intesa con il Movimento, d’altronde, verrebbe difficile continuare a sostenere, in Basilicata, una candidatura come quella di Chiorazzo, già bocciata dalla maggioranza dello stesso Movimento, e da altri possibili alleati.
A quel punto potrebbe ripartire davvero il dialogo con i pentastellati. Che da giorni propongono di discutere di più nomi per trovare il candidato governatore migliore. Quello che è capace di tenere assieme il fronte più ampio possibile. Senza negare al Pd nemmeno la possibilità di riproporre, in questo contesto, il nome di Chiorazzo. Ma accettando la possibilità che in un ragionamento di coalizione si possa arrivare a una personalità di altro tipo.
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