X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

Dal 2000 al 2020 spesa di poco superiore al 28 per cento, le attese deluse dei Fsc (Fondi sviluppo e coesione): risorse spesso non usate


La sfida ora è spenderli. E spenderli bene. Perché le strade del Fondo di sviluppo e coesione – erede dei furono Fas, fondi per le aree sottoutilizzate – sono state lastricate, in passato, di rimodulazioni e rinvii. Non si riuscivano a rispettare le scadenze (peraltro prorogate più volte dal Cipess). Si riformulava, si spostavano risorse da un progetto – che pure doveva essere strategico – per piazzarle su un altro, che prometteva di trasformarsi subito in spesa così da consentire la rendicontazione ed evitare di perdere fondi. O progetti già bell’e finiti, perché destinati a ricevere altri finanziamenti (i cosiddetti progetti sponda). E questo quando ci si riusciva.

«Io ho ereditato sulla programmazione 2014/2020 un miliardo di fondi Fsc non spesi e un ulteriore miliardo di fondi europei da spendere» aveva detto nel corso di una delle ultime sedute del Consiglio regionale il presidente Roberto Occhiuto, rimbrottando i consiglieri del Pd che nei propri interventi avevano lamentato il «fallimento delle politiche di coesione».

RISORSE FSC NON USATE PER QUAI DUE MILIARDI DI EURO

I dati delle programmazioni precedenti, certo, non sono incoraggianti. Al 31 ottobre 2023 il monitoraggio della Ragioneria dello Stato indicava sul Psc Calabria – strumento in cui dal 2019 era confluita la programmazione delle risorse nazionali del Fsc a valere sui tre periodi 2000-2006, 2007-2013 e 2014-2020 – una spesa di poco superiore al 28 per cento, mentre le risorse impegnate sfioravano il 52 per cento (poco più di 2 miliardi su un budget complessivo di 3,9 miliardi).

Dati, avvertiva in una nota a margine la Ragioneria, che sommavano l’avanzamento finanziario dei progetti ancora monitorati nel Patto Regione Calabria a quello dei progetti monitorati nel Psc Regione Calabria e da intendersi parziali, perché il processo di migrazione era in corso. In ogni caso, la fotografia che se ne ricava – e non solo per la Calabria – è poco confortante: gli esperti puntano il dito sull’eccessiva flessibilità nell’uso e nelle scadenze fin qui concessa dallo strumento Fsc.

PER I FONDI 2014/2020 IN CALABRIA PAGATO SOLO IL 7 PER CENTO

Limitandoci poi ai soli fondi 2014/2020 (dati dicembre 2022, presentati dal ministro Fitto un anno fa), su poco più di un miliardo di risorse (esclusi fondi Covid) i pagamenti calabresi non raggiungevano il 7 per cento.
«Tutti i progetti non definiti sarebbero stati de-finanziati – aveva ricordato in una recente commissione Bilancio, a Palazzo Campanella, il dirigente della Dipartimento Programmazione Maurizio Nicolai – È stata avviata una rilevante attività che ha consentito di conseguire azioni vincolanti per circa la metà delle risorse».

Per altri progetti, si correrà ai ripari con il nuovo Fsc. Tre i criteri di massima condivisi da Giunta e dipartimenti regionali per la definizione delle esigenze da finanziare i nuovi fondi: coordinamento con gli altri programmi regionali, nessuna sovrapposizione con i progetti finanziati dai fondi europei e salvaguardia, appunto, di interventi espunti dal Psc 2000-2020 perché non realizzabili entro il 2022. Sperando sia la volta buona.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE