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Bruxelles, 14 feb. (askanews) – La commissione sulle Libertà pubbliche del Parlamento europeo (“Libe”) ha confermato, oggi a Bruxelles, con ampie maggioranze, tutti i testi legislativi del “Patto” sulla politica di immigrazione e asilo che erano stati oggetto in dicembre dell’accordo provvisorio (accordo in “trilogo”) con il Consiglio Ue. I testi dovranno ora essere approvati dalla plenaria del Parlamento nella sua prossima sessione, per essere poi formalmente e definitivamente adottati dal Consiglio Ue.

Il pacchetto introduce innanzitutto nuove disposizioni per l’assegnazione di quote (“ricollocamento”) negli altri paesi dell’Ue di un certo numero di migranti irregolari giunti negli Stati membri più esposti ai flussi o, a scelta, una contribuzione finanziaria da parte dei paesi che si rifiuteranno di accogliere i migranti loro assegnati. Inoltre, vi saranno disposizioni per migliorare le procedure di frontiera con l’identificazione dei migranti all’arrivo attraverso impronte digitali e dati biometrici (anche per i minori sopra i cinque anni), con lo scambio di documenti e informazioni anche giudiziarie tra gli Stati membri e controlli obbligatori di sicurezza e sanitari; saranno inoltre rese più rapide le procedure di esame delle richieste d’asilo, e migliorate le “vie legali” per l’accoglimento di rifigiati dai paesi terzi.

Il Patto, che era stato proposto dalla Commissione europea il 23 settembre 2020, consiste in un pacchetto di diverse misure e regolamenti procedurali e di gestione e controllo (“Screening” degli arrivi, base dati Eurodac, procedure per la concessione dell’asilo, gestione dei flussi migratori e dell’ asilo, gestione delle crisi e situazioni di forza maggiore).

L’accordo sul regolamento per la gestione dell’asilo e dell’immigrazione (relatore lo svedese Tomas Tobé, Ppe), è stato sostenuto con 41 voti a favore, 24 contrari e 2 astensioni. Prevede la cosiddetta “solidarietà obbligatoria” per i paesi Ue per i quali si riconosce che sono sottoposti a pressione migratoria. Gli Stati membri possono scegliere tra ricollocare una parte di richiedenti asilo nel proprio territorio, erogare contributi finanziari (20.000 euro per migrante non accolto) o fornire supporto operativo e tecnico, quando necessario. Il testo determina inoltre nuovi criteri in base ai quali uno Stato membro è competente per l’esame delle domande di protezione internazionale (ex norme di Dublino).

Altro regolamento chiave è quello sulla gestione delle situazioni di crisi e “forza maggiore” (relatore il Socialista spagnolo Juan Fernando López Aguilar). Qui l’accordo provvisorio è stato confermato con 37 voti favorevoli, 26 contrari e 4 astensioni. Il regolamento istituisce un meccanismo per garantire solidarietà e sostegno agli Stati membri che si trovano ad affrontare un afflusso eccezionale di migranti irregolari.

Le nuove norme riguardano anche il fenomeno della “strumentalizzazione” dei migranti, vale a dire la loro manipolazione e utilizzazione da parte di paesi terzi o attori non statali ostili, al fine di destabilizzare l’Ue (come successe ad esempio qualche anno fa alle frontiere della Polonia con la Bielorussia). Sulla base di una valutazione della Commissione, il Consiglio potrà decidere in questi casi delle misure obbligatorie di solidarietà (compresi ricollocamenti obbligatori) e delle deroghe alle procedure normali di screening e asilo.

L’accordo sul regolamento sullo “screening”, (relatrice la socialdemocratica tedesca Birgit Sippel) e quello sul sistema centralizzato per le informazioni sulle condanne giudiziarie hanno ottenuto 48 voti favorevoli, 16 contrari e 2 astensioni. I migranti irregolari saranno soggetti a una procedura di screening pre-ingresso, comprendente l’identificazione, la raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza, per un massimo di sette giorni. Verranno prese in considerazione le esigenze specifiche dei bambini, e ogni Stato membro avrà un meccanismo di monitoraggio indipendente per garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti.

L’accordo provvisorio sul regolamento della procedura di asilo (relatrice la francese Fabienne Keller del gruppo liberale Renew), è stato confermato con 40 voti favorevoli, 23 contrari e 4 astensioni. Il regolamento armonizza in un sistema comune in tutta l’Ue le diverse procedure nazionali per concedere e revocare la protezione internazionale. Per il trattamento delle richieste di asilo si prevede una dovrebbe essere più rapido, con limiti più brevi per le richieste manifestamente infondate o inammissibili e alle frontiere dell’UE. Comprende una procedura di rimpatrio alla frontiera.

L’accordo provvisorio sulla banca dati Eurodac, (relatore lo spagnolo Jorge Buxadé Villalba (gruppo conservatore, Ecr), è stato confermato con 48 voti favorevoli, 17 contrari e 2 astensioni. La banca dati riformata servirà a identificare in modo più efficace dei migranti irregolari alle frontiere, aggiungendo le immagini facciali alle impronte digitali, e questo anche per i bambini a partire dai sei anni. Le autorità potranno anche registrare eventuali minacce per la sicurezza.

L’accordo sulla direttiva modificata sulle condizioni di accoglienza (relatrice l’olandese Sophia In’t Veld, Renew), è stato confermato con 47 voti favorevoli, 14 contrari e 6 astensioni. In questo caso l’obiettivo è una armonizzazione delle norme sull’accoglienza in tutti gli Stati membri, per quanto riguarda le condizioni materiali, tra cui l’alloggio, l’assistenza sanitaria e uno standard di vita adeguato per i richiedenti asilo. I richiedenti asilo registrati potranno iniziare a lavorare prima di quanto non sia permesso oggi, e le loro prospettive di integrazione miglioreranno. Le nuove norme intendono inoltre scoraggiare gli spostamenti dei richiedenti asilo in altri paesi Ue dopo la loro registrazione iniziale.

Il Patto contiene anche un nuovo regolamento per un programma di reinsediamenti nell’Ue di rifugiati dai paesi terzi attraverso delle vie legali (relatore lo svedese Malin Bjork, della Sinistra), che è stato confermato con 53 voti a favore, 14 contrari e nessuna astensione. Gli Stati membri parteciperanno al programma offrendo il reinsediamento su base volontaria a rifugiati particolarmente vulnerabili che soggiornano in paesi extra Ue.

Le persone candidate per il reinsediamento, identificate nella maggior parte dei casi dall’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) e accettate da un particolare Stato membro, potranno raggiungere il territorio dell’Ue in modo legale, organizzato e sicuro. Verrà loro offerto uno status legale con soluzioni durature e a lungo termine per il loro sfollamento, con una riduzione delle divergenze di trattamento negli approcci nazionali adottati dai diversi Stati membri.

Nonostante le nette maggioranze, una parte degli eurodeputati (soprattutto da Sinistra, Verdi, M5s, e, tra i Socialisti e Democratici, l’italiano Pietro Bartolo, medico di Lampedusa), ha votato contro quasi tutte queste nuove normative e criticato fortemente i cedimenti del Parlamento europeo rispetto alle posizioni del Consiglio Ue.

Bartolo, che ha incontrato la stampa dopo il voto, ha denunciato in particolare la presenza nel pacchetto di “deroghe a norme internazionali come la creazione di centri di detenzione alle frontiere, destinati a rinchiudere famiglie con minori”.

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