L'inaugurazione dell'anno giudiziario a Catanzaro
4 minuti per la letturaCATANZARO – La ‘ndrangheta si evolve, continua ad adeguarsi ai tempi e ai mutamenti dell’economia. Una certezza per inquirenti ed investigatori, emersa anche nella relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia (LEGGI) che ha pubblicato inoltre la mappa delle cosche in Calabria (GUARDA). A sollevare nuovamente questo mutamento è stato il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario nel capoluogo calabrese: “Il folclore della “coppola” e del dialetto, le manifestazioni religiose, le processioni, alle quali pure si assoggettano affiliati vecchi e nuovi, zone grigie di fiancheggiamento anche a fini di’ consenso elettorale, cedono alla fenomenologia della finanza, delle acquisizioni azionarie nelle piazze borsistiche primarie”.
Il presidente Introcaso ha sottolineato, tra l’altro, che “la forza delle associazioni deriva giustappunto dalla capacità di adattamento alle situazioni ed ai mutamenti in modo tale che esse si aggregano, si disfano, si ricostituiscono, si fondono a seconda della rilevanza criminale dei soggetti compartecipanti, dello stato di libertà e dell’esistenza in vita degli stessi, cui si correla l’ambito di azione e di attività criminale verso il quale l’intrapresa criminale è diretta”. Una evoluzione continua, dunque, così come ripercorso nella relazione: “Se negli anni Novanta l’attività criminale era indirizzata prevalentemente agli appalti pubblici nell’edilizia, facendo lievitare notevolmente il costo delle opere a carico della collettività, oggi gli investimenti sono anche di altra natura. Dalle energie alternative alla grande distribuzione, dalla sanità privata alla tecnologia e all’immigrazione. Sono settori che hanno a che fare con i bisogni quotidiani di tante persone. E che per questo – ha spiegato Introcaso – rendono più complicata l’azione repressiva”.
I costosi affitti degli uffici
Per i soli uffici giudiziari collegati alla Corte d’Appello di Catanzaro e alla Procura distrettuale esistono contratti di affitto di immobili per un esborso annuo di 1,5 milioni di euro per gli uffici giudiziari di Catanzaro e di oltre 600 mila euro per quelli di Cosenza. La notizia è stata resa nota nella relazione dal presidente Introcaso, il quale ha spiegato che “la ristrettezza degli spazi comporta il ricorso a costose locazioni di immobili ai fini della allocazione di articolazioni ed uffici della Corte e della Procura della Repubblica, oltre che della sede dei giudici di Pace”.
Introcaso ha, però, sottolineato l’importante collaborazione istituzionale che ha permesso di individuare l’ex struttura dell’ospedale militare di Catanzaro per realizzare i nuovi uffici della Procura, sottolineando, però, “le carenze relative ai servizi di condizionamento dei Tribunali di Cosenza, Paola e Lamezia Terme, afflitti da gravi malfunzionamenti impiantistici affrontati negli anni con interventi parziali e limitati e che hanno eluso gli aspetti fondamentali”.
Uffici al collasso: manca personale
La situazione critica degli uffici giudiziari si determina, secondo quanto evidenziato da Introcaso, nel numero esiguo di giudici e magistrati. “Le piante organiche di tutti gli uffici del distretto (requirenti e giudicanti) – ha detto il presidente della Corte d’Appello – sono inadeguate sia in relazione al numero dei magistrati che a quello del personale amministrativo”.
Introcaso ha spiegato che “il recente intervento normativa ha apportato sicuri benefici alla gestione degli uffici del Distretto, sopra tutti quelli a competenza distrettuale. Tuttavia, nel periodo – ha aggiunto – non può che ribadirsi che le scoperture di organico sono ormai endemiche dal punto di vista quantitativo”. Secondo il presidente, “a stabili percentuali corrispondono solo modificazioni soggettive dei giudici trasferiti ma invarianza nel numero; il risultato è un movimento migratorio costante in uscita con entrate costituite da magistrati ordinari di prima destinazione che, per vincoli ordinamentali, non possono svolgere funzioni di Gip/Gup, a seguito di correttivo normativa, adottato nel periodo di interesse, di abrogazione dell’articolo 13, tanto da suggerire il ricorso ad applicazioni infradistrettuali od endodstrettuali, tali da pregiudicare la già carente efficienza degli uffici di provenienza”.
Nei dati riportati da Introcaso, si evidenziano le criticità dei tribunali di Vibo, con una scopertura del 33 per cento, Crotone (33%) e Catanzaro (25%), mentre rispetto alla situazione delle Procure lo stesso Introcaso ha definito la condizione come di “indubbia gravità”, con due dei sette uffici inquirenti che hanno una scopertura del 50% e tre del 33%. Secondo il presidente della Corte d’Appello, dunque, “l’aumento di organico nei termini proposti appare essere quello minimo indispensabile per mirare a risolvere sia nel settore penale che ih quello civile le urgenti problematiche degli uffici, in cui si registra un costante aumento delle sopravvenienze”.
Record inquinamento e abusivismo
Il procuratore generale di Catanzaro Raffaele Mazzotta ha indicato, nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, nella difesa dell’ambiente una delle priorità del suo ufficio per porre freno «a fenomeni devastanti di inquinamento e abusivismo». Mazzotta ha aggiunto: «Demolire le opere abusive e colpire le condotte omissive degli amministratori».
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