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Bruxelles, 22 gen. (askanews) – “Stiamo proponendo, insieme alla Francia e alla Germania, una missione militare che possa garantire con forza e determinazione la sicurezza del traffico marittimo” nel Mar Rosso. “L’export rappresenta il 40% circa del nostro prodotto interno lordo, non possiamo permettere che a causa delle aggressioni dei ribelli Houthi sia minacciata una parte importante della nostra economia. La nostra Marina militare sta già agendo per difendere i nostri mercantili, ma serve una nuova missione europea”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani oggi a Bruxelles, parlando alla stampa a margine della riunione del Consiglio Affari esteri dell’Ue.
“Io mi auguro – ha continuato Tajani – che si possa già approvare definitivamente” la nuova missione “nel prossimo Consiglio Affari esteri, e dopo un sostanziale via libera nella riunione di oggi, per dare poi il tempo soprattutto ai tecnici della difesa di individuare i confini militari dell’operazione, le regole di ingaggio”.
“Pensiamo – ha osservato – che questa operazione possa comprendere anche la missione di oggi nello Stretto di Hormuz, e però con regole di ingaggio diverse, più forti da un punto di vista militare, per tutelare il traffico marittimo. Nella nostra proposta rimarrebbe anche la missione Atlanta che la Spagna non vuole abbia altri compiti; quindi da Hormuz al Mar Rosso ci sarebbe una tutela dei mercantili con un sistema di difesa che a mio giudizio deve essere forte, quindi in grado di abbattere droni e missili lanciati dagli Houthi”.
Quanto al coinvolgimento del Parlamento italiano, Tajani ha ricordato che l’assenso era già stato dato per la missione di Hormuz. “Per come stanno le cose non è obbligatorio; ma naturalmente noi informeremo il Parlamento, e io l’ho già informato delle nostre intenzioni in più di un’occasione durante i dibattiti che ci sono stati. Già dalla prossima mia presenza nell’Aula dirò quello che stiamo facendo, perché è giusto che sia informato il Parlamento. Ma la missione militare è già stata autorizzata: si tratta di un allargamento quella che è nello Stretto di Hormuz. L’Italia partecipa non con una nave, ma con militari che sono operativi nella sede del Comando”.
La nuova missione, quindi, “dovrà comprendere anche quella che è già in vigore nello Stretto di Hormuz, per garantire una sempre miglior difesa del traffico mercantile”.
Rispetto alla possibilità che la missione comporti anche attacchi allo Yemen, da cui provengono gli attacchi Houthi, Tajani ha precisato: “La missione europea non credo preveda attacchi in territorio yemenita, perché non è mai successo; però ci sarà una protezione militare molto forte e determinata, e mi auguro con tutti gli strumenti necessari, per abbattere missili e droni, e naturalmente per colpire, se dovessero esserci attacchi via mare, tutti coloro che attaccano. Quindi una difesa rinforzata dei mercantili, per il momento senza partecipazione, perché in quel caso servirebbe un voto ulteriore del Parlamento”. (Non è chiaro cosa il ministro intendesse per ‘partecipazione’, ma il riferimento è probabilmente ad azioni offensive e non difensive, ndr).
Comunque, ha detto ancora Tajani, “l’uso della forza verrà fatto per difendere i mercantili, cioè non sarà un semplice accompagnamento, come prevede oggi la missione che c’è a Hormuz. La nostra idea è quella che ci sia una difesa forte dei mercantili, quindi con l’abbattimento di qualsiasi arma che punti a colpire le navi che passano tra Suez e Hormuz”.
Il ministro ha poi sottolineato la necessità di sviluppare una vera politica di difesa comune come omunità europeastrumento essenziale della politica estera europea, e ha ricordato la proposta della Ced, la Comunità europea di Difesa proposta nel 1952, tra gli altri dal primo ministro italiano Alcide De Gasperi, e poi abortita 70 anni fa, nell’agosto del 1954, a causa della mancata ratifica del Parlamento francese.
“Io credo – ha rilevato Tajani – che la nuova missione possa essere un passo in avanti attraverso una vera difesa europea. Non si può fare politica estera, non si può essere presenti nel mondo non si può essere presenti nel Medio Oriente, se non si ha una vera politica di difesa europea, strumento di politica estera. Quest’anno ricorre anche l’anniversario delle scelte che fece De Gasperi a favore della difesa unica europea; sono passati tanti anni, ma ahimè allora non se ne fece nulla per una decisione francese; ora è tempo, dopo molti anni, di procedere con determinazione”.
“E’ stato fatto qualche piccolo passo in avanti, ma non bastano piccoli passi in avanti: serve una vera difesa europea. E la missione nel Mar Rosso può essere un passo, diciamo così, considerevole in questa direzione. Per tutelare il traffico, per difendere la libertà”.
“Ripeto – ha proseguito il ministro -, l’Italia è pronta a fare la sua parte, come è pronta a fare la sua parte qualora si dovesse decidere un mandato delle Nazioni Unite per una fase di transizione a Gaza dopo la la fine della guerra, con una presenza anche dei militari italiani, che potrebbero, sotto le bandiere delle Nazioni, Unite partecipare ad una fase temporanea con una presenza come quella dei nostri militari dell’Unifil in Libano”.
A chi chiedeva, infine, se non vi sia il rischio che la missione nel Mar Rosso possa essere interpretata come un atto di aggressione militare, Tajani ha replicato: “E’ un intervento militare a difesa delle navi mercantili italiane. C’è un crollo nel traffico mercantile: noi siamo un paese esportatore, e abbiamo il dovere di difendere le nostre navi mercantili. Noi non facciamo la guerra a nessuno; però difendere le navi italiane, che sono territorio italiano, è un dovere della Repubblica e del governo”.
“Lo stiamo facendo già – ha ricordato – con la missione Atlanta, e ci hanno ringraziato tantissimi armatori perché abbiamo garantito, attraverso la nostra Marina militare, che ringrazio, la sicurezza del traffico. Continueremo a farlo in una nuova missione militare europea, portatrice di libertà di navigazione”.
“Noi non andiamo a fare la guerra a nessuno, ma non possiamo certamente accettare che mercantili italiani, che non hanno nulla a che vedere con la situazione a Gaza o nel Medio Oriente, possano essere colpiti da organizzazioni terroristiche quali sono i ribelli Houthi, che non possono lanciare missili e droni contro navi mercantili. Questo – ha concluso Tajani – è inaccettabile, è contro il diritto internazionale, e noi faremo di tutto, anche con la nostra Marina militare, per proteggere il traffico mercantile. Quindi nessuna azione di guerra, ma soltanto difesa del diritto internazionalmente riconosciuto di poter navigare”.
(di Lorenzo Consoli)
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