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Roma, 16 gen. (askanews) – Esame sprint per il ddl di ratifica dell’accordo Italia-Albania sui migranti, nelle commissioni Affari costituzionali ed Esteri della Camera. Tanto che sono cominciate le votazioni, e le bocciature, sugli oltre 150 emendamenti delle opposizioni (nulla è stato presentato da governo e gruppi di maggioranza) e già mercoledì sera potrebbe arrivare il via libera delle commissioni. I pareri sono tutti contrari e solo tre proposte sono state accantonate (di M5S, Azione e Iv). Non è escluso, secondo quanto si apprende, che dal governo o dai relatori possa arrivare qualche ritocco che tuttavia non metterà in discussione l’impianto del ddl di ratifica contestato dai gruppi di minoranza. Questo mentre si delineano i contorni di un’operazione che vedrà svolgersi in acque internazionali il primo screening degli stranieri che saranno dirottati nei centri in Albania (sotto sovranità italiana).

Secondo quanto riferito dal viceministro agli Affari esteri Edmondo Cirielli (Fdi), “a seguito dell’intervento delle autorità italiane, dovrebbe essere effettuata una immediata verifica dei migranti in mare” su natanti a disposizione dello Stato italiano, per individuare “gli stranieri che, prima facie”, cioè a prima vista, dovessero risultare “eleggibili” per le strutture in Albania.

Dall’applicazione del protocollo sono esclusi infatti i soggetti vulnerabili di cui il viceministro ha ricordato l’elenco: “minori, minori non accompagnati, disabili, anziani, donne, genitori singoli con figli minori, vittime della tratta di esseri umani, persone affette da gravi malattie o da disturbi mentali, persone per le quali è accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, vittime di mutilazioni genitali”. Un accertamento non banale e non privo di rischi se non effettuato da personale adeguatamente formato e con la dovuta tempistica, fanno notare le opposizioni.

Dopo lo screening in mare, i soggetti ritenuti vulnerabili resteranno a bordo per essere condotti in Italia. Se un soggetto dovesse essere portato in Albania e si vedesse riconosciuta la protezione internazionale verrebbe trasferito dall’Albania in Italia e inserito nel Sai, il Sistema di accoglienza e integrazione gestito dagli enti locali, “ove è accolto nel limite dei posti disponibili”, ha precisato il viceministro.

Il viceministro ha inoltre confermato che se la domanda di asilo nei centri in Albania non fosse evasa entro i 28 giorni previsti per la procedura accelerata, il migrante a quel punto dovrà essere condotto in Italia.

Sotto accusa delle opposizioni poi la previsione che le strutture avranno tre diverse aree. “Oltre a una parte del centro che avrà funzione di hotspot, una parte avrà funzioni di Cpr e una parte sarà un vero e proprio carcere italiano al di fuori del territorio italiano” dove sarà “difficile poter garantire tutto quello che è previsto dall’ordinamento penitenziario italiano”, fa notare Riccardo Magi di +Europa, il quale parla di uno “spot elettorale del governo Meloni in vista delle europee”.

Cirielli ha puntualizzato che in Albania “saranno applicate le stesse garanzie e le stesse limitazioni previste dalla normativa italiana”. Matteo Mauri del Pd ha parlato di “molte zone d’ombra” nell’applicazione dell’intesa e ha sollecitato l’esecutivo a mettere nero su bianco, nel testo, la garanzia della piena applicazione della normativa italiana ed europea.

Tornando ai tre emendamenti accantonati, Azione chiede che le Camere si esprimano sul rinnovo del protocollo alla scadenza e “in assenza di espressa autorizzazione delle Camere, il governo comunica, entro il termine di preavviso di sei mesi rispetto alla scadenza, la propria intenzione di non rinnovare il protocollo”. Il testo dei Cinque Stelle punta a inserire nell’elenco delle leggi di riferimento anche la legge Zampa sui minori stranieri non accompagnati. Infine, la proposta Iv, a prima firma Maria Elena Boschi, punta a mettere il migrante “nelle condizioni di accedere” all’elenco, presso il ministero della Giustizia, dei difensori d’ufficio.

I voti proseguiranno in serata e nella giornata di mercoledì. Il via libera delle commissioni è atteso mercoledì sera, al massimo giovedì mattina. Poi toccherà all’Aula. Il provvedimento è in prima lettura e dopo l’ok di Montecitorio passerà in Senato.

E mentre va avanti l’iter nel Parlamento italiano, resta sospesa la ratifica del protocollo da parte dell’Albania. E’ atteso per i primi di marzo il verdetto della Corte costituzionale albanese che dovrà esprimersi se l’intesa violi la Costituzione e le convenzioni internazionali sottoscritte da Tirana.

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