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Roma, 8 gen. (askanews) – La Commissione europea ha approvato, oggi a Bruxelles, una misura di sostegno pubblico da 902 milioni di euro concessa alla società Northvolt per la costruzione, nella città di Heide, nello Schleswig-Holstein, di un impianto di produzione di batterie avanzate per veicoli elettrici ad alta efficienza. L’aiuto assumerà la forma di una sovvenzione diretta da 700 milioni di euro, più garanzie per 202 milioni di euro.
Si tratta del primo caso di un “matching aid”, un aiuto pubblico previsto e consentito dall’Ue per un investimento che altrimenti non sarebbe effettuato in Europa, ma negli Usa. “Senza l’aiuto, la Northvolt installerebbe lo stabilimento negli Stati Uniti, dove il sostegno è stato offerto, in particolare, nell’ambito dell’Inflation Reduction Act”, precisa una nota della Commissione.
L’impianto avrà una capacità annua di 60 GWh, per alimentare la produzione da 800.000 a un milione di veicoli elettrici all’anno, a seconda delle dimensioni della batteria. Gli aiuti saranno concessi entro il 31 dicembre 2025 e l’impianto inizierà a produrre nel 2026 e raggiungerà la piena capacità produttiva nel 2029.
I “matching aid” per evitare la delocalizzazione verso altre giurisdizioni degli investimenti e delle capacità di produzione sono stati previsti nell’ambito del “Quadro temporaneo sugli aiuti di Stato per la crisi e la transizione”, adottato dalla Commissione il 9 marzo 2023 e modificato il 20 novembre 2023, per sostenere misure in settori fondamentali per accelerare la transizione verde e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
“Questa misura tedesca da 902 milioni di euro è il primo aiuto individuale approvato per evitare che un investimento venga dirottato dall’Europa verso altre giurisdizioni fuori dall’Ue, nell’ambito della nuova possibilità offerta dal Quadro temporaneo di crisi e transizione dal marzo 2023. Permette alla Germania di sostenere la costruzione dell’impianto di produzione di batterie per veicoli elettrici della Northvolt. Si tratta di un passo importante per l’elettrificazione dei trasporti in Europa, preservando allo stesso tempo la parità di condizioni nel mercato unico”, ha dichiarato la vicepresidente esecutiva della Commissione responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager.
Vestager, che ha presentato la decisione in una conferenza stampa oggi a Bruxelles insieme al ministro tedesco per gli Affari economici e l’Azione per il clima, Robert Habeck, ha definito come un “market failure” (ovvero una lacuna del mercato, che occorreva colmare con un dispositivo europeo) il fatto che le imprese attive nella transizione verde dell’economia non avessero nell’Ue le stesse possibilità offerte loro sul mercato Usa. Allo stesso tempo, la vicepresidente della Commissione ha ricordato che esiste “una buona cooperazione” tra l’Ue e gli Stati Uniti, attraverso il “Trade and Technology Council”, per evitare che le due economie “giochino l’una contro l’altra”, in particolare riguardo al mantenimento di condizioni eque di concorrenza e all’approvvigionamento delle materie prime.
Habeck, da parte sua, ha ricordato che in Germania la costa occidentale del Paese ha una forte produzione di energia eolica, e che quindi l’impianto per la produzione di batterie sarà un passo avanti importante non solo per la mobilità verde, ma anche per la mobilità elettrica basata sulle energie verdi. Il ministro ha sottolineato inoltre che questo tipo di misure non riguardano solo l’obiettivo della crescita, ma anche quello della “sicurezza economica” dell’insieme dell’Unione europea. L’Ue, ha spiegato, deve assicurarsi di poter mantenere sul suo territorio non il 100%, ma almeno una quota critica della capacità produttiva delle tecnologie verdi che utilizza per il proprio mercato.
Rispondendo a un giornalista che chiedeva se il fatto che questo tipo di aiuti nazionali e non europei, possibili solo negli Stati membri poco indebitati e con ampio margine di bilancio come la Germania, non comportino rischi di divergenze tra le economie dei paesi all’interno del mercato unico, Habeck ha puntualizzato che “la concorrenza a cui dobbiamo guardare non è quella tra la Germania e l’Italia, o altri Stati membri, ma tra l’Ue da una parte e la Cina o gli Usa dall’altra”.
“Se i paesi più deboli economicamente non possono investire come la Germania, allora abbiamo bisogno di più solidarietà europea; ma questo significa anche che coloro che possono investire non debbono essere visti con sfiducia”, ha aggiunto il ministro tedesco.
“Non possiamo essere completamente dipendenti dalla Cina per le batterie e per i semiconduttori. Questo investimento è un investimento nella sicurezza economica dell’Europa”, ha ribadito Habeck.
Più nello specifico, la Commissione ha considerato che l’aiuto tedesco è proporzionato e limitato al minimo necessario per stimolare l’investimento in Europa, che non rende le condizioni dell’investimento più redditizio in Germania rispetto a quanto avverrebbe negli Stati Uniti, e che non supera l’importo della sovvenzione che Northvolt potrebbe ricevere in modo dimostrabile per un investimento equivalente negli Usa.
La Commissione ha poi riscontrato: 1) che l’aiuto riguarda la produzione di batterie per auto, ed è quindi è finalizzato ad un progetto di investimento di importanza strategica per la transizione verso un’economia a zero emissioni nette; 2) che il progetto viene realizzato a Heide, una città situata in una zona svantaggiata ai sensi della carta degli aiuti regionali tedesca; 3) che c’è un effetto di incentivazione, poiché senza l’aiuto l’impianto sarebbe stato stabilito al di fuori del Spazio economico europeo.
Inoltre, la società beneficiaria, Northvolt, si è posto l’obiettivo di costruire le batterie più rispettose dell’ambiente al mondo, con emissioni di CO2 significativamente inferiori rispetto ad altre aziende. La riduzione dell’impronta di carbonio sarà ottenuta utilizzando energia non fossile nella produzione e una progettazione circolare del processo produttivo, compreso il riciclaggio dei materiali della batteria a fine ciclo di vita.
Infine, la Commissione ritiene non solo che la misura avrà un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi all’interno dell’Ue e non porterà a un eccesso di capacità sul mercato, ma che è anche necessario e opportuno garantire la realizzazione di questo impianto di produzione di batterie per il mercato europeo.
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