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Roma, 4 gen. (askanews) – Non esclude l’eventualità, “ma è presto per dirlo”, che in corso d’anno sia necessaria una manovra correttiva sui conti pubblici, anche se le stime di crescita della Commissione di Bruxelles collocano l’Italia sopra la media europea; apre all’ingresso di soci privati, con quote di minoranze, nel capitale delle Ferrovie dello Stato e alla riduzione della partecipazione dello Stato in Poste pur mantenendone il controllo; in tema di legge sulla concorrenza assicura che l’appello del presidente della Repubblica Mattarella sulla questione degli ambulanti “non resterà inascoltato” e sui balneari spiega che è necessario un “riordino” della normativa. Molti i temi economici affrontati dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rispondendo alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa di fine anno, rimandata a oggi per motivi di salute.

Torna anche sul Mes, il fondo Salva-Stati per il quale il Parlamento ha detto no alla ratifica. “Il Mes è uno strumento che esiste da tempo e che è obsoleto. Nella reazione dei mercati – sostiene Meloni – si legge una consapevolezza che è uno strumento obsoleto. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, forse la mancata ratifica può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace e questa è la strada su cui il governo deve lavorare”. Quindi una stoccata a Giuseppe Conte che “ha sottoscritto la modifica di un Trattato quando sapeva che non c’era maggioranza per ratificarla, questo ha messo l’Italia in una posizione di difficoltà”.

In diverse occasioni la premier sottolinea i “segnali incoraggianti” sulla situazione economica, pur nella attuale difficile congiuntura internazionale: “Nel 2023 la Borsa italiana ha fatto la migliore performance del mondo, lo spread si è attestato a 160 punti ed era a 220 quando il governo si è insediato, i positivi dati sull’occupazione”, dice. Ma alla domanda se in corso d’anno ritenga di dover varare una manovra correttiva per evitare che i conti pubblici vadano fuori controllo, Meloni risponde: “E’ molto presto per dirlo. Intanto manteniamo aperto l’osservatorio su alcuni temi, ad esempio sui tassi di interesse, che vanno considerati. E in corso d’anno si valuterà cosa fare”. E sui tassi auspica “ragionevolezza” da parte della Bce.

Sull’accordo raggiunto a Bruxelles sul nuovo Patto di Stabilità che “si applica dal 2025 e non dal 2024”, come a dire che per quest’anno possiamo ancora beneficiare di un po di flessibilità sul deficit e sul debito “sono soddisfatta, alle condizioni date”. Certo “non è il Patto che avrei voluto io. Quel che emerge è che non c’è un superiore interesse comune europeo, ma nazioni che valutano il proprio interesse e si cerca una sintesi”. Per la legge di bilancio per il 2025, che si preannuncia particolarmente complicata se si vuole confermare il taglio del cuneo fiscale e rispettare i vincoli del Patto, la Presidente del Consiglio riferisce di preferire la strada dei tagli alle spese piuttosto che quella dell’aumento delle tasse.

Qualche indicazione giunge dalla premier sulle privatizzazioni, per le quali la Nadef stima 20 miliardi di euro in tre anni, nel periodo 2024-2026. Il governo pensa ad una “riduzione della quota statale” in Poste, “senza ridurre il controllo pubblico” e “all’ingresso di quote minoritarie di privati in Fs”, ma i tempi saranno “lunghi” e non dipenderanno soltanto dal governo. Con il Monte dei Paschi di Siena “è stato dato un bel segnale e una quota di risorse è rientrata”. In generale, la logica delle privatizzazioni del governo è di “ridurre la presenza dello Stato dove essa non è necessaria. In questo caso si può indietreggiare. Dove la presenza dello Stato è necessaria, va riaffermata e deve servire a controllare quello che è strategico. Ma questo non vuol dire non aprirsi anche al mercato”.

Inevitabile un chiarimento in tema di concorrenza, dopo il richiamo di Mattarella a Governo e Parlamento ad intervenire sul commercio ambulante. L’appello del Presidente “non rimarrà inascoltato – assicura -. Ne discuteremo con i partiti di maggioranza e con i ministri interessati”. E aggiunge sui balnerari, altro nodo da affrontare sempre in tema di concorrenza: “Abbiamo lavorato alla mappatura delle coste per stabilire se esista scarsità del bene, un principio alla base della direttiva Bolkenstein. Ora l’obiettivo del governo è riordinare la normativa e per questo è necessario un confronto con la Commissione europea”.

Altro tema caldo, quello delle pensioni. La materia “va affontata in maniera più organica di quanto si sia fatto finora, con le parti sociali, se esse hanno voglia di fare questo lavoro con noi”. L’obiettivo è creare una sostenibilità del sistema garantendo i giovani. “So che ci sta lavorando la ministra Calderone e so che c’era una richiesta dei sindacati a confrontarsi. Penso sia cosa estremamente proficua”, chiude Meloni.

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