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Un panorama di Tropea

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La Calabria tra gli 8 luoghi in cui fuggire lasciandosi ogni cosa alle spalle selezionati dal Financial TImes (malgrado la ‘ndrangheta)

Maria Shollenbarger ha atteso il penultimo giorno dell’anno per offrire ai lettori del Financial Times una via di fuga dal mondo. Otto posti ai quattro angoli della terra in cui andare e lasciarsi tutto alle spalle. Otto destinazioni e tra queste spicca la presenza della Calabria, unico luogo dell’Italia preso in considerazione nei suggerimenti di viaggio.

In realtà le “aree” di riferimento sono solo 4: Central Otago, la Calabria, il Delta dell’Okavango in Botswana e le isole Cicladi con particolare riferimento all’isola di Folegandros. Quattro aree all’interno delle quali, comunque, la giornalista differenzia l’offerta. Tanto per capirci, ad esempio, per quanto riguarda la Calabria la destinazione di riferimento è la “old Tropea” «aggrappata alla sua scogliera sopra un nastro di spiaggia bianca pluripremiata» ma vengono citati anche Scilla e Reggio Calabria. Nella Perla del Tirreno «si può passeggiare – scrive ancora Shollenbarger – in un labirinto di viuzze e sorseggiare un caffè in piazzette nascoste grandi come salotti, quindi noleggiare una barca ed esplorare le calette della spiaggia di Occhiale».

PER IL FINANCIAL TIMES LA CALABRIA CUORE DELLA TRADIZIONE DELLA MAGNA GRAECIA

E non dimentica, la giornalista del Financial Times, come in generale la Calabria sia «anche il luogo di alcune delle più ricche storie e miti greco-romani del paese, e di incantevoli tratti di costa dello Ionio e del Mar Tirreno». Infatti «puoi sederti – scrive – nell’affascinante (anche se un po’ fatiscente) città di Scilla, sorseggiando il tuo aperitivo e guardare Torre Faro dove i marinai di Ulisse sfuggirono per un pelo a Cariddi. I bronzi di Riace, due delle sculture più famose sopravvissute dall’antichità, abbagliano dai loro piedistalli del Museo Nazionale della Mgna Graecia di Reggio Calabria».

Ma non manca una nota stonata, una singola frase che sporca il bel paesaggio descritto ma che costituisce anche una considerazione a metà strada tra il luogo comune e l’amara verità. Nella sua premessa, infatti, la giornalista, pur inserendo la regione tra i luoghi in cui “fuggire”, fa notare come nella storia della Calabria non tutto sia bello, come ogni altro luogo del mondo ha i suoi lati oscuri che Shollenbarger identifica con precisione chirurgica nella eccessiva diffusione della criminalità organizzata, nella corruzione delle amministrazioni locali e nella povertà ambientale intesa anche come presenza di palazzi incompiuti e opere mancanti. Forse caratterizzazioni eccessive, forse no. L’ombra dell’azione della ‘ndrangheta, prima feroce causa dello stato di prostrazione della regione, si estende fino a macchiare anche gli apprezzamenti che vengono dagli osservatori internazionali.

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