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Il ministro per il Pnrr, Raffaele Fitto

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E SONO cinque: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza va avanti a tappe forzate, il metodo Fitto funziona e il ministro plenipotenziario del Pnrr e della Coesione, non nasconde la sua soddisfazione, perchè ieri la Cabina di Regia di Palazzo Chigi ha dato il via libera alla richiesta di pagamento della quinta rata del Piano, praticamente siamo a metà strada. Un traguardo che nessun Paese europeo ha finora raggiunto.

Ma, quello che più conta è appunto il metodo inaugurato dall’esecutivo, prima con la fitta trattativa che ha portato alla rimodulazione del Piano e poi con il dialogo costante con Bruxelles per entrare in piena sintonia con regole, procedure e norme. Il risultato è che, dopo più di anno di lavoro, il clima attorno al Pnrr è radicalmente cambiato. Lo conferma anche la premier, Giorgia Meloni, che parla di un obiettivo “estremamente importante”, con il raggiungimento dei 52 obiettivi necessari per consentire all’Italia di presentare, entro il 31 dicembre 2023, alla Commissione europea la richiesta per la quinta rata da 10,5 miliardi di euro. “Traguardo che – rimarca la premier – si somma al primato già raggiunto dall’Italia, ovvero quello di essere la prima Nazione in Europa ad aver presentato la quarta richiesta di pagamento del Pnrr. Questo ci consentirà di ricevere nei prossimi giorni la somma di 16,5 miliardi di euro relativi alla quarta rata e di far salire complessivamente la quota già incassata a circa 102 miliardi di euro, più della metà dell’intero Piano di ripresa e resilienza”.

La svolta, ieri mattina, a Palazzo Chigi, per fare il punto sullo stato di attuazione degli obiettivi previsti nella quinta rata. Capitoli importanti, che vanno dall’aggiudicazione degli appalti nel settore idrico all’elettrificazione della linea ferroviaria nel Mezzogiorno fino alla tratta dell’alta velocità fra Salerno e Reggio Calabria. A questi vanno poi aggiunti gli interventi sul fronte dell’ambiente con gli interventi per il potenziamento delle condotte, della depurazione e per la realizzazione degli impianti per la valorizzazione dei rifiuti. In tema di pubblica istruzione, poi, è in programma l’entrata in vigore della riforma dell’organizzazione del sistema scolastico, nonché l’aggiudicazione di tutti gli appalti per la realizzazione dei nuovi istituti. Infine, fra i 52 obiettivi raggiunti, la digitalizzazione della pubblica amministrazione “con particolare riferimento al ministero della Difesa, della Giustizia, al Consiglio di Stato, all’Inps e all’Inail”, si legge in una nota diffusa ieri dal governo.

“Il pagamento della terza rata e quello imminente della quarta, la verifica dello stato di attuazione degli obiettivi della quinta rata e, soprattutto, la definitiva approvazione del nuovo Pnrr italiano, salvaguardando le risorse finanziarie e le opere programmate, implementando le riforme e alimentando nuovi investimenti strategici per la crescita strutturale dell’Italia, concludono un anno di positivo lavoro sul Pnrr portato avanti dal presidente Meloni e dal Governo tutto, in costruttiva collaborazione istituzionale con la Commissione europea, con il macro obiettivo di mettere concretamente a terra i progetti, per dare una risposta tangibile, in termini di efficienza ed efficacia dell’azione governativa, alle legittime aspettative delle imprese e degli italiani”, spiega il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto. Che ieri ha incontrato anche il Commissario per l’Azione per il Clima Wopke Hoekstra, anche per sottolineare un tema particolarmente caro all’esecutivo. La necessità di rendere compatibile la politica dell’Unione europea sul versante del green “sostenibile e compatibile con la difesa dell’industria e dei posti di lavoro”.

Al centro del confronto anche il tema del regolamento degli imballaggi sul quale l’Italia ha espresso la sua contrarietà sull’accordo raggiunto ieri al Consiglio Ambiente di Bruxelles che va contro l’orientamento del Parlamento. “Ho ricordato al mio interlocutore che la proposta della Commissione risulta squilibrata ed in contraddizione con la strategia già indicata da anni in materia dalla stessa Commissione sottolineando il rischio che questi cambi di rotta mettano in difficoltà le imprese del settore”. Ora il terreno di gioco si sposta al trilogo dove è auspicabile – ha dichiarato il presidente della Seda Group, Antonio D’Amato – “che la proposta del Parlamento possa essere riconosciuta come la più bilanciata nel garantire al tempo stesso positivi miglioramenti sul piano ambientale senza compromettere la competitività, posti di lavoro e i sistemi di economia circolare. Quando l’ideologia prevale sulla scienza si creano danni e distorsioni. Quando la scienza e il buon senso prevalgono sull’ideologia si fanno passi in avanti sulla strada della civiltà, della sostenibilità e della competitività”.


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