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Roma, 19 dic. (askanews) – All’indomani dell’annuncio Usa del varo dell’Operazione Prosperity Guardian per la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso, il gruppo yemenita Houthi ha ribadito che continuerà ad attaccare le navi in transito in uno dei principali crocevia del sistema marittimo mondiale a sostegno del gruppo estremista palestinese Hamas contro “l’aggressione israeliana” nella Striscia di Gaza.

“La coalizione formata dagli americani punta a proteggere Israele e a militarizzare il mare senza alcuna giustificazione, e non impedirà allo Yemen di portare avanti le sue legittime operazioni a sostegno di Gaza”, ha scritto su X il caponegoziatore e portavoce Houthi, Mohamed Abdelsalam, che in un’intervista ad Al Jazeera ha poi riferito di “intensi colloqui” in corso per contenere le tensioni nel Mar Rosso. Già la scorsa settimana Abdelsalam aveva riferito di colloqui mediati dall’Oman con non meglio precisate “parti internazionali”, spiegando che “qualsiasi passo concreto” per affrontare la crisi umanitaria in atto nella Striscia di Gaza, quali la fornitura di cibo e medicine, “contribuirebbe a ridurre l’escalation”.

Ieri, durante la visita in Israele, il segretario alla Difesa Usa Austin ha definito l’escalation di attacchi degli Houthi “una sfida internazionale che richiede un’azione collettiva”, concretizzatasi poi nel lancio dell’operazione Prosperity Guardian, “una nuova importante iniziativa multinazionale di sicurezza sotto l’egida delle Forze marittime combinate e la guida della sua Task Force 153, che si concentra sulla sicurezza nel Mar Rosso”. All’operazione partecipano Regno Unito, Bahrein, Canada, Francia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Seychelles e Spagna, “con l’obiettivo di garantire la libertà di navigazione per tutti i paesi e rafforzare la sicurezza e la prosperità regionale”.

Austin ha poi avuto oggi “una riunione ministeriale virtuale con ministri, capi della difesa e alti rappresentanti di 43 paesi, così come dell’Unione europea e della Nato”, per discutere della situazione. Nel corso del vertice ha ricordato che gli Houthi hanno lanciato “oltre 100 attacchi con droni e missili balistici, che hanno preso di mira 10 navi mercantili coinvolgendo più di 35 nazioni”. Il capo del Pentagono ha anche ricordato il sequestro della nave mercantile Galaxy Leader, con 25 membri di equipaggio, il 19 novembre scorso da parte del gruppo yemenita.

L’escalation di attacchi ha indotto i principali operatori mondiali della spedizione e della logistica – MSC, CMA CGM, Hapag-Lloyd, Maersk – a sospendere la navigazione nel Mar Rosso. Stessa decisione assunta ieri dal colosso petrolifero BP, mentre la compagnia di navigazione taiwanese Evergreen ha annunciato che sospenderà le spedizioni di merci israeliane. Nel corso della riunione, Austin ha ricordato che ad oggi “il 10-15% del commercio globale passa attraverso il Mar Rosso e le compagnie di navigazione internazionali sono costrette a spostarsi attraverso il Capo di Buona Speranza, aggiungendo settimane alla consegna di beni e materiali essenziali, inclusi petrolio e gas”.

“È necessario aumentare la presenza” nell’area del Mar Rosso “al fine di creare le condizioni per la stabilizzazione, evitare disastri ecologici e prevenire, inoltre, una ripresa della spinta inflazionistica”, ha affermato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha partecipato alla riunione di questa mattina. “L’Italia farà la sua parte, insieme alla comunità internazionale”, ha aggiunto il ministro, spiegando così la decisione di inviare nel Mar Rosso la Fremm (fregata europea multi-missione) “Virginio Fasan”.

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