X
<
>

Video realizzato durante la traversata per “promuovere” gli sbarchi

Share
3 minuti per la lettura

Strage di Cutro, il presunto scafista 22enne agiva quasi da “tour operator della disperazione” e prenotava altri viaggi della speranza chiamandoli “game”

CROTONE – «I game sono in corso, non c’è da preoccuparsi, anche io devo andare, sto aspettando il meteo buono». Li chiamava “game”, ma erano viaggi della speranza. Almeno secondo la ricostruzione della Squadra Mobile della Questura e del Servizio centrale operativo della polizia di Stato. Si aggrava la posizione di Ishaq Hassnan, di 22 anni (dichiaratosi inizialmente minorenne ma poi smascherato). Uno dei presunti scafisti imputati nel processo per il naufragio di Cutro. Gli inquirenti ritengono che fosse a disposizione di un’organizzazione transnazionale dedita alla tratta di migranti lungo la rotta balcanica e che, oltre ad aver avuto un ruolo nella traversata terminata tragicamente il 26 febbraio scorso, avrebbe reclutato migranti per altri viaggi della speranza.

Per questo, tra i nuovi atti depositati dal pm Pasquale Festa, c’è la trascrizione dei messaggi audio scambiati dall’imputato con persone che “prenotavano” i viaggi sulle carrette del mare. Una sorta di tour operator degli sbarchi, anche se i viaggi non avevano assolutamente carattere ludico. Ecco cosa c’era nel suo telefono cellulare, stando alle trascrizioni delle chat eseguite dagli specialisti della polizia con l’ausilio di interpreti dal dialetto pakistano urdu punjabi.

STRAGE DI CUTRO, IL PRESUNTO SCAFISTA E I VIAGGI CHIAMATI GAME

«Due giorni fa un mio amico ha preso un visto per la Turchia e da lì deve fare il game per andare avanti. Dimmi se hai qualche game in mano – diceva un uomo che si rivolgeva a Hassnan – . Il suo visto vale per 6 mesi e la garanzia come funziona?». Ecco come rispondeva Hassnan: «Per la permanenza e ospitalità non c’è problema, quello in qualche modo risolviamo, per quanto riguarda la cifra era 8000, però è scesa, siamo sui 7000, 7200».

Il riferimento sembra al prezzo per la traversata, stando al tariffario finito al vaglio degli inquirenti in occasione degli sbarchi degli ultimi anni in Calabria. Un altro interlocutore dell’imputato incalzava: «devi assicurare più avanti in Turchia che non deve aspettare troppo tempo per il game, digli pure nel caso di fermo cosa deve dichiarare, di essere bengalese o altro?». E ancora: «come sta il game? Quanto è l’anticipo o garanzia da dare? La persona consegnerà i soldi della garanzia in Pakistan». Per tutti Hassnan aveva rassicurazioni: «Devi stare tranquillo, facciamo in modo che lui sarà nel primo game che parte da qui, poi vedremo più avanti cosa succede. La situazione è questa, stanno lasciando i bengalesi, però i pakistani li stanno rimpatriando». Poi l’imputato spiega che il “game” di marzo è stato cancellato. «Stiamo radunando le persone per mandarle indietro».

LE ACCUSE A CARICO DEL PRESUNTO SCAFISTA

L’avvocato Salvatore Perri difende il sedicente minorenne, poi smascherato, accusato di essere stato uno dei facilitatori del viaggio in cui sono morti almeno 94 migranti (ma si cercano sei dispersi). A suo carico ci sono, tra gli altri elementi, foto e video che lo ritraggono nella parte alta dell’imbarcazione, non nella stiva, dove erano ammassati in 180 prima di schiantarsi contro quella maledetta secca. Il suo difensore ha sempre sostenuto che era uno dei migranti e che ha anche perso un cugino nel tragico naufragio.

Ma intanto gli elementi prodotti dall’accusa lasciano pensare che fosse un’organizzazione transnazionale a reclutare i migranti. Un’organizzazione che disponeva di più imbarcazioni. La “Luxury 2”, che ad alcuni disperati sembrava costruita per far viaggiare “persone importanti”, dopo un’ora di navigazione aveva già un’avaria al motore. Fu sostituita con quel legno malandato denominato “Summer Love”, il caicco schiantatosi contro la maledetta secca di Steccato. Un’organizzazione su cui sta indagando la Dda di Catanzaro. Ma le indagini sono difficili perché i Paesi ai quali è stata chiesta cooperazione pare non collaborino molto.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE