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Perugia, 26 nov. (askanews) – Nichi Vendola torna alla “politica attiva”: lo rivendica lui stesso, dopo che il terzo congresso nazionale di Sinistra italiana gli tributa un lungo e affettuoso applauso e lo acclama presidente, su proposta del segretario riconfermato del partito, Nicola Fratoianni. Ma, avverte Vendola, “non mi candido a niente”. “Vendola ha scelto di non misurarsi con le istituzioni in questa fase, fino a quando non avrà definito nel modo migliore, e certamente sarà così, una vicenda giudiziaria che lo riguarda”, precisa poi lo stesso Nicola Fratoianni facendo riferimento alla condanna in primo grado inflitta a Taranto all’ex presidente della Regione Puglia nel processo “Ambiente svenduto” per le vicende che riguardano l’impianto siderurgico dell’ex Ilva.
Messa in campo una novità di un qualche significato per l’elettorato di riferimento, e dando per acquisito il fecondo dialogo con Cgil e Uil, che al congresso sono stati rappresentati dai loro leader Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, Fratoianni rivendica la “maturazione” del suo partito. Ma anche “l’autorevolezza” dimostrata, paradossalmente, nel momento di maggiore frizione con uno degli ospiti delle assise: la nervosa reazione della platea, nella giornata di sabato, alle parole del segretario confederale della Cisl Andrea Cuccello contro lo sciopero proclamato da Cgil e Uil per contestare la manovra economica del Governo. “Quando non sei autorevole, questo tipo di inviti non li accettano, e se li accettano vengono a dire qualche parola formale. Se vengono a dire cose che sanno che non ci piacciono, è un riconoscimento per la nostra crescita”, afferma.
Chiudendo il congresso con un intervento a braccio meno impegnativo e ambizioso della lunga relazione introduttiva con la quale lo aveva aperto, Fratoianni rilancia quella mobilitazione unitaria delle opposizioni sulla quale ha ricevuto molti sorrisi e qualche “ni” dai suoi interlocutori. Più freddi Carlo Calenda leader di Azione e Riccardo Magi di +Europa, più disponibili ma senza slanci operativi i leader di Ps e M5S, Elly Schlein e Giuseppe Conte, questi ultimi comunque presenti al congresso e applauditi dalla platea. “Lo ripeto: andremo avanti, proporremo – annuncia Fratoianni – di incontrarci per una mobilitazione unitaria sul salario minimo, contro l’autonomia differenziata che terremota un Paese già rotto e contro il premierato. La domanda è semplice, su queste tre questioni possiamo farla una manifestazione unitaria?”.
A parte qualche scaramuccia con la minoranza in fase di approvazione dei documenti politici (ma il rapporto di circa nove delegati a uno consente al segretario e ai suoi di superare agevolmente le secche procedurali), il congresso si conclude in modo sereno e con una determinazione di fondo: alle europee, dove ci si conta con il sistema proporzionale e non ci sono meccanismi di coalizione, Sinistra italiana andrà per riconfermare la lista unitaria Alleanza Verdi Sinistra. Il patto con Angelo Bonelli regge, anzi Fratoianni in più di una occasione lo indica come asse delle strategie elettorali del partito. Se regge anche l’equilibrio con il leader ritrovato Vendola, una figura che non si può certo immaginare relegata a tagliare nastri in qualche remota sezione di paese, per il nuovo/vecchio segretario si apre ora la partita per consolidare la forza elettorale di Sinistra italiana: come per tutti i partiti medio-piccoli, si lavora con la minaccia dello sbarramento elettorale, che per le europee è fissato al momento nel 4 per cento dei consensi. AVS alla Camera nelle elezioni politiche del settembre 2022 ha raccolto il 3,5 per cento.
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