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Roma, 23 nov. (askanews) – Prosegue ma si smorza a novembre la contrazione dell’attività delle imprese nell’area euro, con il generale indice Pmi che ha segnato 47,1 punti, sempre sotto la soglia di neutralità dei 50 punti ma in risalita dai 46,5 punti di ottobre. Secondo i dati elaborati da S&P Global, l’indice Pmi relativo alle imprese del terziario è risalito a 48,2 punti, da 47,8 punti del mese precedente, mentre l’indice relativo alla produzione nell’industria manifatturiera è risalito a 44,3 punti, il valore meno basso da sei mesi a questa parte dopo 43,1 punti a ottobre.
Secondo gli economisti che curano il Purchasing Managers Index, per l’area euro si profila una recessione tecnica, ovvero due trimestri consecutivi di contrazione del Pil (laddove la recessione piena corrisponde a un calo del Pil sull’insieme di un anno intero).
A livello aggregato dell’area euro, le indagini segnalano “un nuovo forte calo dei nuovi ordini – rileva S&P Global con un comunicato – mentre a novembre l’attività economica dell’eurozona continua a diminuire”. La fase di contrazione segnalata da questo indicatore raggiunge così sei mesi consecutivi, sebbene la dinamica di calo stia diminuendo.
Secondo Cyrus de la Rubia, capo economista presso Hamburg Commercial Bank, citato nel comunicato sugli indici Pmi “l’economia dell’eurozona risulta bloccata. Nel corso degli ultimi quattro o cinque mesi il settore del manifatturiero e quello dei servizi hanno infatti riportato un tasso di contrazione relativamente costante. Alla luce dei dati Pmi flash di novembre, le nostre previsioni a brevissimo termine mostrano le potenzialità di un secondo trimestre consecutivo di contrazione del Pil”.
Quindi si profila “con il parametro comunemente accettato di una recessione tecnica”, avverte.
Inoltre, secondo De la Rubia “a debolezza economica che inizialmente ha pesato sugli organici del manifatturiero da metà del 2023 è adesso pronta a colpire il mercato occupazionale del settore dei servizi, dove la crescita del personale ha quasi subìto una battuta d’arresto. Se ci sarà un prolungamento della tendenza al ribasso nei prossimi mesi, potrebbe salire il tasso di disoccupazione, parametro questo che sinora aveva mostrato una sorta di resistenza”.
Andando alla ricerca di risultati positivi, “l’occhio cade sui nuovi ordini, che, malgrado continuino a contrarsi ad un tasso veloce, hanno riportato a novembre il calo più debole in quattro mesi. Se a ciò associamo le prospettive future più ottimistiche per l’attività manifatturiera dei prossimi 12 mesi, potremmo sperare in un anno prossimo più positivo”.
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