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Vincenzo Curcio

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Calabria vero e proprio paradiso dei funghi, compresi i tartufi. L’esperto che ha scoperto una nuova specie: «Terra ricchissima da valorizzare»

LAMEZIA TERME – Lo contatti per una intervista e mi rinvia a qualche ora più tardi. E sapete perché? Era impegnato, e non poteva essere altrimenti, alla ricerca di funghi. Ma anche di tartufi. Che in Calabria si trovano. Eccome.

Vincenzo Curcio, micologo lametino, ha sicuramente avuto una bella soddisfazione per aver scoperto una nuova specie fungina, non commestibile, la Clavaria lametina. Ovviamente per ottenere un tale risultato che ha varcato non solo i confini regionali e nazionali, ma anche mondiali, ci vuole una buona dose di esperienza e non solo.

VINCENZO CURCIO, UNA PASSIONE LUNGA 50 PER UN PARADISO DEI FUNGHI COME LA CALABRIA

Vincenzo Curcio infatti ci dice che la sua passione, se può essere definita tale, «è iniziata circa 50 anni fa come raccoglitore di funghi, ma andando avanti col tempo mi accorgevo che non solo mi piaceva riempire i cesti di porcini e altri funghi mangerecci, ma ogni volta che trovavo funghi particolari ne restavo affascinato. Ho iniziato a comprare dei libri divulgativi della materia, mi portavo funghi che non conoscevo a casa per studiarli, ho iniziato a frequentare mostre micologiche, diciamo semplificando un po’ le cose che ho iniziato a fotografare e a studiare i funghi circa 30 anni fa, incrementando lo studio e la fotografia macro e microscopica da 15/20 a questa parte.
Ho frequentato un corso micologico della durata di due anni a Trento, la più importante scuola di micologia d’Italia. Sono micologo dal 2011 regolarmente iscritto nel registro nazionale. Nella vita ho fatto altro di lavoro, lo studio dei funghi per me è solo pura passione, non ho mai percepito nulla per tutti i lavori di micologia eseguiti: corsi, mostre, lezioni, escursioni guidate ecc. ecc., non pensando mai alle energie profuse e alle decine di  migliaia di euro spesi: corso per diventare micologo, tantissimi seminari di aggiornamento, comitati scientifici nazionali, acquisto di un’infinità di libri micologici, macchine fotografiche e obbiettivi, due microscopi ottici ecc». 

La scoperta della Clavaria lametina cosa ha significato per lei e comunque per tutto il mondo della micologia in generale?

«La scoperta e lo studio determinativo di Clavaria lametina è stato per me motivo di orgoglio e soddisfazione. Non è per niente facile capire e determinare nuove specie, il lavoro va supportato da un attento esame morfologico microscopico e genetico. Va eseguito un attento esame comparativo con specie simili a livello mondiale, bisogna confrontare una enorme quantità di dati che poi vanno supportati dal lavoro del genetista che ne attesterà l’unicità della specie a livello mondiale e poi vanno depositati dei campioni dei funghi in un erbario possibilmente nazionale, in più la specie va registrata su date base mondiale  sia genetico che nomenclaturale.
Il tutto va poi scritto come articolo con dei parametri scientifici ben definiti e poi pubblicato su rivista estremamente qualificata di settore.(questi comunque sono discorsi troppo tecnici).  Il lavoro e la determinazione di Clavaria lametina è stato eseguito da me e dall’esperto di micologia Carlo Agnello coautore della specie. Per quanto riguarda il mondo della micologia in generale, è una nuova specie che si aggiunge alle decine di migliaia di specie già descritte. Non passa giorno che una nuova specie, vista la grandissima e variopinta diffusione dei funghi, non venga descritta. Sì parla di milioni di funghi ancora da determinare. Gli specialisti che studiano le Clavariaceae guarderanno con diversa attenzione questa nuova specie».

CALABRIA PARADISO DEI FUNGHI, UNA REALTÀ DA SCOPRIRE E VALORIZZARE

La Calabria può competere con tante regioni in quanto a specie fungine?

«Certamente sì. Per quanto riguarda la biodiversità la nostra regione è ricchissima di miceti. È stato condotto uno studio dalla confederazione micologica calabrese insieme all’ISPRA della mappatura dei funghi e del loro rapporto nell’ambiente, molto apprezzato a livello nazionale, sicuramente uno dei più importanti e completi di tutte le regione italiane. Ho partecipato massicciamente a questa mappatura con circa 3000 (tremila) segnalazioni».

Il settore a suo avviso deve essere più valorizzato in Calabria, magari dalle istituzioni

«Certamente si, i funghi creano una economia importante sia per quanto riguarda le aziende che li lavorano che chi li raccoglie. Andrebbe disciplinato meglio. Più controlli nella raccolta e nella ispezione e certificazione delle specie».

Non pensa che in questo settore ci sia troppo dilettantismo, ci vorrebbero più controlli secondo lei nel rispetto delle leggi?

«Sicuramente, di fatto i controlli sono quasi inesistenti, per andare a funghi in Calabria si dovrebbe essere in possesso di un permesso di raccolta, che può essere amatoriale (quantità consentita 3 Kg) e si ottiene senza frequentare nessun corso;  professionale (quantità consentita 10Kg)  bisogna frequentare un corso della durata di circa 20 ore o turistico per i non residenti nella nostra regione. Moltissimi vanno a funghi senza permesso, non usando contenitori idonei ( panieri areati) per il trasporto e poi magari vendendoli per strada. La legge vieta la vendita ambulante dei funghi da oltre 20 anni. Se poi pensa che tutto andrebbe certificato… Siamo proprio nel non controllo assoluto. Secondo me si dovrebbe già fare un corso anche per la tessera amatoriale e controlli sulle raccolte già direttamente nei punti di raccolta e vendita in punti con licenza commerciale con certificazione dei funghi posti per la vendita».

Sappiamo che nel suo settore ci sono molti segreti, ma può dirci quale è la zona più ricca, il paradiso della Calabria in quanto a raccolta di funghi ?

«I raccoglitori di funghi, certamente, tengono segreti i loro posti, per i funghi si creano più inimicizie che amicizie, coloro i quali dei funghi ne fanno una risorsa economica sono veramente segreti e molto diffidenti, per non parlare dei cavatori di tartufi, nessuno mai ti dirà una posta dove cavare qualche tartufo. Io da poco più di tre anni oltre alla grande passione per i funghi vado anche a tartufi, ho due cani di razza lagotto romagnolo (Sole e Zeus) con i quali mi passo veramente belle giornate, ho creato con loro un rapporto tale che basta uno sguardo per capirci, ma i posti me li sto trovando da solo un po’ carpendo notizie e un po’ studiando le carte geologiche della Calabria. Comunque tutta la Calabria ha posti eccellenti di nascita fungina, tra tutti per quanto mi riguarda credo che la Sila sia la zona più ricca».

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