Il porto di Gioia Tauro
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Il momento della verità per il futuro del porto di Gioia Tauro è ormai arrivato, ecco i possibili scenari per l’infrastruttura calabrese
GIOIA TAURO – È il momento clou delle interlocuzioni su più fronti con la Comunità Europea per aprire spiragli sui limiti che la Direttiva Ets impone nel settore marittimo per il porto di Gioia Tauro, in Italia e per altri porti del Mediterraneo. Giorni delicatissimi nei quali si capirà se gli impegni assunti da più rappresentanze istituzionali e politiche troveranno riscontri concreti. Mentre arriva la conferma che nulla è stato ancora deciso, notizia che viene non solo dal capo della rappresentanza della Commissione Europea in Italia Antonio Parenti, ma anche dalle associazioni di categoria del mondo dei terminalisti portuali e dagli armatori.
Intanto, ieri, 10 novembre 2023, si è conclusa una tre giorni di Assarmatori a Bruxelles in occasione di un’importante riunione congiunta tra l’Associazione, la Rappresentanza Permanente d’Italia presso la Ue e la Commissione europea. Sul tavolo, soluzioni alle sfide più pressanti per il trasporto marittimo e la portualità nazionali ed europee, a partire dalle possibili vie per rimediare alle criticità della direttiva Ets. Il segretario generale di Assarmatori Alberto Rossi, insieme al responsabile della sede di Assarmatori a Bruxelles, Dario Bazargan, ha presentato alle Istituzioni europee le proposte del cluster marittimo nazionale per salvaguardare i traffici e gli investimenti negli hub continentali, in linea con la lettera inviata di recente da ben sette Stati membri dell’Unione ai vertici della Commissione.
PORTO DI GIOIA TAURO, I POSSIBILI SCENARI FUTURI
Salvaguardia dei traffici di transhipment ma anche Marebonus Europeo per scongiurare il back modal shift e rinnovo delle flotte con i fondi generati dal regime Ets tra i temi discussi nel corso dei colloqui tra l’Associazione e il Rappresentante Permanente Aggiunto d’Italia presso la Ue, ambasciatore Stefano Verrecchia, la rappresentanza del Regno del Belgio (presidenza entrante del Consiglio UE), la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, gli eurodeputati Denis Nesci, Marco Campomenosi e Lucia Vuolo, i dirigenti della Dg Move e Dg Climae i vertici delle associazioni europee di categoria.
«Abbiamo avviato con la Commissione europea un percorso congiunto di confronto franco e costruttivo volto all’analisi delle criticità dell’attuazione del regime Ets e all’individuazione delle soluzioni più efficaci per tutelare i traffici nei porti europei – ha commentato Alberto Rossi a margine dell’incontro congiunto con la Dg Move e la Dg Clima – Abbiamo dato massima disponibilità per supportare con dati concreti, come abbiamo sempre fatto, il lavoro di valutazione degli impatti dell’Ets che la Commissione deve compiere ai sensi delle clausole di monitoraggio e revisione previste dalla stessa Direttiva».
«Valutazione che – ha aggiunto Rossi – siamo lieti la Commissione abbia deciso di accelerare rispetto alle tempistiche iniziali previste, e all’interno della quale si inserisce il nostro incontro. Abbiamo riscontrato una grande attenzione alle preoccupazioni di Assarmatori anche nei numerosi colloqui avuti con le rappresentanze diplomatiche degli altri Stati membri europei a Bruxelles, a partire dal Belgio che avrà la presidenza semestrale europea dal 1° gennaio. In occasione dell’Expo Award 2023 a Bruxelles, abbiamo notato sintonia di vedute anche con alcuni rappresentanti dei porti nordeuropei oltre che con il presidente Zeno D’Agostino».
LA PROPOSTA DI INCENTIVO COORDINATO A LIVELLO EUROPEO
«Ieri, inoltre, – ha proseguito Rossi -, in occasione della pubblicazione della proposta di revisione della Direttiva sul Trasporto Combinato, abbiamo proposto una forma di incentivo coordinato a livello europeo per il modal shift, su cui l’Associazione lavora da anni, ricordando gli impatti avversi delle norme Ets sulle Autostrade del Mare – ha aggiunto Rossi –. A tale riguardo, notiamo che le preoccupazioni e le proposte di moratoria esposte da tempo dalla nostra Associazione hanno ricevuto finalmente, sebbene tardivamente, pieno sostegno anche dallo European Short Sea Network in un comunicato stampa da questa pubblicato durante la nostra missione a Bruxelles. Abbiamo infine riscontrato la consueta massima attenzione della nostra Rappresentanza italiana a Bruxelles e quella da parte della Commissione sulle criticità del Decreto Rinnovo flotte determinate dagli stringenti criteri dettati dalle regole Ue sugli aiuti di stato per la transizione ecologica, ribadendo la necessità di una loro revisione».
PORTO DI GIOIA TAURO, TRA GLI SCENARI ANCHE L’EQUIPARAZIONE AI PORTI AFRICANI
Tra le proposte giunte sul tavolo della Commissione Europea, quella di equiparare lo scalo di Gioia Tauro ai porti nord africani in termini di applicabilità della Direttiva Ets e un Eurobonus che deriverà dagli introiti della tassa sulle emissioni di idrocarburi. «Abbiamo molto discusso della situazione del Porto di Gioia Tauro – ha detto la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno – e stiamo lavorando insieme per trovare soluzioni reali al fine di salvaguardare i lavoratori del complesso portuale, ma anche lo sviluppo del mezzogiorno e la competitività italiana. Abbiamo concordato una misura specificatamente progettata per proteggere gli hub di transhipment europei. La cosiddetta regola delle 300 miglia che prevede la redazione di una lista di porti di trasbordo extra europei che saranno soggetti a Ets, parificandoli ai porti europei. L’atto include gli scali di Port Said e Tangeri».
Ciò significherebbe mettere sullo stesso piano i maggiori hub del Mediterraneo ed evitare che la scalata in un porto sia più conveniente rispetto ad un altro. Infine, sulla partita Gioia Tauro si aspetta di capire quale sarà la posizione del Governo italiano che dovrà decidere se recepire la Direttiva Ets o se farà altre proposte. Fino ad ora, dal Governo nessun segnale è arrivato. Vedremo nei prossimi giorni.
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