X
<
>

Un momento della Fiaccolata in ricordo di Francesco Prestia Lamberti

Share
3 minuti per la lettura

MILETO – La pioggia ha iniziato a cadere poco prima dell’ora scelta per dare il via alla fiaccolata in ricordo di Francesco Prestia Lamberti ma ciò non ha spento il desiderio di centinaia di persone di sfilare per ricordare il 15enne deceduto lo scorso maggio.

La pioggia non ha spento la sete di giustizia che aveva spinto i giovani ad organizzare la manifestazione per chiedere la verità sulla morte del ragazzo, ucciso da un coetaneo, Alex Pititto consegnatosi ai carabinieri reo confesso alcune ore dopo l’omicidio (LEGGI LA NOTIZIA), tra l’altro amico della vittima con cui fino a poche ore prima aveva condiviso il tempo libero.

[editor_embed_node type=”photogallery”]81482[/editor_embed_node]

 

Troppi buchi neri nella vicenda e la famiglia assieme all’intera comunità (alla fiaccolata erano presenti in via informale il sindaco Domenico Antonio Crupi e diversi amministratori) chiede di sapere il perché di un delitto incomprensibile ma anche il come e soprattutto il chi, perché da molte parti si avanzano dubbi circa la ricostruzione effettuata sulla base del racconto dell’autodefinitosi killer.

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE SULL’OMICIDIO
DI FRANCESCO PRESTIA LAMBERTI

Camminando in religioso silenzio e sotto la pioggia il corteo, con alla testa un grande striscione con due foto di Francesco Prestia Lamberti e la corale e accorata richiesta di giustizia, è giunto da Piazza Badia fino alla Cattedrale passando per il corso cittadino, qui ha affollato la chiesa matrice della diocesi accolta da una decisa di sacerdoti e dal vescovo Luigi Renzo che ha presieduto la celebrazione eucaristica. «Siamo qui per pregare – ha esordito il presule – per Francesco, non aggiungo altro, che il Signore gli usi misericordia come usi misericordia a tutti quanti noi». Ma il vescovo, durante la sua omelia, invece ha aggiunto le proprie riflessioni sull’accaduto: «Siamo qui anche per non perdere la memoria e non perda memoria chi di dovere, perché prenda le decisione giuste».

(LEGGI LA NOTIZIA SULL’APPELLO DELLA FAMIGLIA
A COLLABORARE CON LE FORZE DELL’ORDINE
)

Renzo ha riconosciuto come i giovani che hanno organizzato l’evento abbiano così «voluto mantenere vivo il ricordo di un vostro compagno, di un vostro amico, che certamente non meritava di morire e soprattutto non meritava di morire ucciso nel modo atroce come è accaduto». Ma in realtà, e qui giungono i dubbi sul quanto ormai sei mesi fa è accaduto, il vescovo ricorda a tutti che «veramente non sappiamo nemmeno come è avvenuto (l’omicidio, ndr) e chi ne è o ne sono gli autori, vogliamo pregare questa sera anche per loro perché si ravvedano e chiedano perdono a Dio e alla famiglia».

LEGGI LA NOTIZIA SUL COINVOLGIMENTO DI UN TERZO SOGGETTO

Il vescovo si chiede «perché non sappiamo nulla?», semplicemente perché «c’è qualcuno o tanti che sanno ma non parlano, forse per paura, così però si lascia un delitto impunito, e soprattutto si lascia nello sconforto ancora più profondo la famiglia, ad essi esprimo ancora una volta la mia vicinanza e il mio affetto». Nella sua omelia, poi, il pastore della diocesi ha rivolto la sua attenzione ai giovani esortandoli, citando Vasco Rossi, «ad essere vigilanti su ciò che succede attorno a noi» per accogliere la parola del Signore «e non rischiare di limitarci a fare manifestazioni come questa di stasera senza poi muovere una foglia, lasciando le cose come prima. Questo Francesco non lo vuole e non dovete volerlo nemmeno voi, non potete rischiare di lasciare senza senso il suo sacrificio».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE