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Milano, 8 nov. (askanews) – Il presidente Usa Joe Biden conferma di aver chiesto una ‘pausa’ di tre giorni nei combattimenti a Gaza al premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha affermato che le forze di difesa israeliane (Idf) stanno circondando Gaza City e operando al suo interno oltre ad aver già ucciso “migliaia di terroristi, dall’alto e dal sottosuolo”. Compreso il capo della divisione armi e attrezzature belliche di Hamas Muhsin Abu Zina: era “uno dei leader nella produzione di armi” per Hamas, hanno spiegato dall’Idf. E le tensioni tra l’amministrazione americana e Netanyahu sembrano confermate dalle parole del segretario di Stato Antony Blinken, che dal G7 di Tokyo ha detto che non ci può essere una nuova occupazione o un ridimensionamento del territorio a Gaza dopo la fine della guerra, pur ipotizzando “essere necessario un periodo di transizione”.
PATATA BOLLENTE PER CAMPAGNA USA
Il tutto mentre la guerra in Medio Oriente è entrata nel secondo mese e comincia a rappresentare una vera patata bollente per la campagna elettorale americana di Biden che nei giorni scorsi ha visto più di 50 dipendenti del Comitato Nazionale Democratico firmare una lettera aperta in cui si chiede a Biden sforzi per un cessate il fuoco. Mentre in queste ore il Congresso americano ha votato a favore di un provvedimento di censura per la retorica sulla guerra Israele-Hamas di Rashida Tlaib, l’unica esponente palestinese-americana del Congresso stesso. E anche in Gran Bretagna la questione mediorientale inizia a riguardare gli asset politici interni: Imran Hussain, portavoce del partito laburista britannico per i diritti dei lavoratori, ha dichiarato che si dimetterà dopo il rifiuto del capo del partito Keir Starmer di sostenere un cessate il fuoco umanitario a Gaza.
Chiaro è comunque che Israele è sotto crescente pressione internazionale affinché prenda in considerazione una pausa umanitaria nelle operazioni contro Hamas a Gaza, ma l’esercito israeliano insiste che non ci sarà alcun cessate il fuoco ed è pronto a colpire il gruppo militante “ovunque sia necessario”, comprese le infrastrutture civili se Hamas le utilizza. Un piano postbellico di Israele che preveda una “occupazione continua” di Gaza è stato negato da parte del consigliere senior del primo ministro Netanyahu, Mark Regev intervistato da Christiane Amanpour della CNN. Anche se il ministro della Difesa Yoav Gallant afferma che Israele avrà piena libertà di azione a Gaza dopo la guerra.
PAUSE E FUTURO A GAZA
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, insieme con i ministri degli Esteri G7 di Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Giappone e Italia ha affermato di sostenere una pausa nei combattimenti “per facilitare l’assistenza urgentemente necessaria, lo spostamento dei civili e il rilascio degli ostaggi” detenuti da Hamas.
Tuttavia proprio Blinken da Tokyio ha affermato che “pace e sicurezza durature” nella regione significano “nessuna rioccupazione di Gaza dopo la fine del conflitto” e “nessun tentativo di bloccare o assediare Gaza”. Il futuro della Striscia deve essere l’unificazione con la Cisgiordania, secondo l’amministrazione americana, ma Blinken suggerisce che Israele possa governare la Striscia di Gaza per un “periodo di transizione”. “Gaza non può continuare ad essere governata da Hamas” ha detto Blinken. “Ciò inviterebbe semplicemente alla ripetizione del 7 ottobre. È anche chiaro che Israele non può occupare Gaza. Ora, la realtà è che potrebbe essere necessario un periodo di transizione alla fine del conflitto. Non vediamo una rioccupazione e quello che ho sentito dai leader israeliani è che non hanno alcuna intenzione di rioccupare Gaza”.
Intervenendo a Tokyo, Blinken ha anche detto: “Tutti noi vogliamo porre fine a questo conflitto il prima possibile. E nel frattempo, ridurre al minimo le sofferenze dei civili. Ma come ho discusso con i miei colleghi del G7, coloro che chiedono un cessate il fuoco immediato hanno l’obbligo di spiegare come affrontare il risultato inaccettabile che probabilmente ne deriverebbe. Hamas è rimasto sul posto, con più di 200 ostaggi, con la capacità e l’intenzione dichiarata di ripetere il 7 ottobre, ancora, e ancora e ancora”.
“MORTI CHE CAMMINANO”
Jonathan Conricus, portavoce ad interim dell’esercito israeliano, ha descritto la leadership di Hamas dentro e fuori Gaza come “morti che camminano” in un’intervista a Sky News in Australia. Ha anche detto che il sistema di tunnel permette al gruppo terrorista di nascondersi, ma “lentamente li stiamo raggiungendo tutti e ogni giorno di lotta, si ottengono progressi”.
Intanto le forze di difesa israeliane affermano che le truppe hanno arrestato 37 palestinesi ricercati, tra cui 10 membri di Hamas, durante raid notturni in tutta la Cisgiordania.
Il bilancio delle vittime da una parte e dall’altra del conflitto resta terrificante: almeno 1.300 civili e soldati uccisi nel massacro di Hamas il 7 ottobre, con 241 ostaggi tenuti a Gaza e 40 dispersi. Il Ministero della Sanità controllato da Hamas a Gaza parla da parte sua di oltre 10.000 morti.
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