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Dopo l’orrore della mattanza terroristica di Hamas nell’unica democrazia del Medio Oriente, tutti “cavalcano” il sangue degli innocenti come il primo giorno. Perché hai il problema di liberare i palestinesi dal terrorismo di Hamas e quello di un esercito di coloni israeliani che hanno tolto la terra sotto i piedi ai palestinesi e la difendono con le armi. Come fa uno come Netanyahu a togliere questo macigno dalla strada che porta alla pace? Siamo in un punto estremo dove il sonno lascia spazio all’eclisse della ragione perché la macabra spettacolarizzazione del conflitto tocca tutti i quadranti del mondo e non esiste neppure più una razionalità terroristica.

A un mese dall’attacco a Israele, l’orrore della mattanza terroristica di Hamas nel cuore dell’unica democrazia del Medio Oriente, tutti continuano a “cavalcare” il sangue degli innocenti come il primo giorno. È stato acceso un grande incendio che brucia vite umane come birilli e nessuno sa come spegnerlo o tenerlo sotto controllo. Né Hamas che ha dimostrato di non avere alcuna strategia come molti cosiddetti esperti hanno più volte sostenuto. Ha fatto una mattanza che misura la cifra terribile della sua anima terroristica.

Né Netanyahu, prigioniero dei suoi errori gravissimi e della destra militare più reazionaria, che non riesce a produrre una sola idea per il post Hamas oltre a quella altrettanto terribile di radere al suolo la Striscia di Gaza. Senza nemmeno rendersi conto di ciò che questa efferatezza produce in tutto l’Islam radicale che c’è nel mondo. Siamo in un punto estremo in cui il sonno della ragione lascia spazio all’eclisse della ragione.

Non c’è neppure una razionalità terroristica in tutto quello che è accaduto e continua ad accadere. Sembra di essere di fronte alla stessa filosofia folle di chi si brucia da vivo fino al punto di distruggersi. Magari immaginando, nelle sue labili perversioni, che tutto il mondo dirà “che vergogna” quando invece il mondo manderà al diavolo lui e tutti coloro che hanno prodotto questa carneficina carica di sangue e follia.

Anche quelli che hanno preso posizione in difesa di Hamas non fanno nulla. Non fa nulla l’Iran. Non fa niente la Turchia. Fanno entrambi solo sceneggiate a uso interno loro. Non si rafforza la causa palestinese, ma piuttosto si rafforzano i regimi autoritari che approfittano per raccontare questa “favola” e sperare di tenere buoni i loro popoli.

Siamo dentro il grande incendio dettato dall’eclisse della ragione che riguarda entrambe le parti coinvolte. Nessuno tra gli israeliani, sotto l’ipoteca di Netanyahu e dei suoi accoliti, sa come sbarazzarsi degli estremisti religiosi. Gli arabi non sanno come liberarsi di Hamas e di tutte le frange estremiste. Qualsiasi discorso diventa molto difficile se non si risolvono questi due corni del problema. Perché, da un lato, hai il problema sacrosanto di liberare i palestinesi dal terrorismo di Hamas e, dall’altro, hai il problema di un esercito di coloni israeliani che hanno tolto la terra sotto i piedi ai palestinesi e difendono quella terra con le armi. Come fa uno come Netanyahu a togliere questo macigno dei “suoi” coloni dalla strada che porta alla pace?

Nella confusione succede di tutto. Sullo scenario russo-ucraino e in quello mediorientale. Putin si ricandida. Zelensky non vuole fare le elezioni perché è in guerra. Siamo alla spettacolarizzazione del sangue degli innocenti in un mondo che perde il bandolo del suo futuro. Tutti spettacolarizzano, ma quando si spengono le luci dello spettacolo, che resta a Hamas di questa sua spettacolarizzazione? La mattanza che è il timbro della infamia terroristica. Che cosa resta a Netanyahu dopo la macabra spettacolarizzazione della sua vendetta di Stato? Gaza rasa al suolo e il dominio dei coloni che lo condannano per sempre sull’altare della storia.

Che cosa produce la spettacolarizzazione mediorientale in atto negli Stati Uniti? Verrebbe da dire: rendere più probabile la vittoria di Trump. Perché, vi chiederete, visto che Biden si è comportato in modo assennato assumendo posizioni forti affatto scontate e Blinken ha fatto bene il suo lavoro a tutto campo? Perché, almeno stando ai sondaggi, la gente dice di preferire Trump che prima per l’Ucraina e poi per il Medio Oriente, con parole diverse, ha detto sempre la stessa cosa: se c’ero io sarebbe tutto finito in ventiquattro ore. Anche in America, dunque, vince la spettacolarizzazione. Nel teatro dell’orrore dell’ultima guerra non c’è l’Europa non perché si è distinta, ma perché non esiste e, quindi, non ha la ribalta dove recitare il suo spettacolo. Per tutte queste ragioni viviamo i giorni del sonno della ragione che rischiano di lasciare spazio all’eclisse della ragione.


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