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Roma, 3 nov. (askanews) – “Tutte le opzioni sono sul tavolo” e il gruppo libanese Hezbollah “è pronto a ogni possibilità”, anche a rispondere “alle flotte” schierate dagli Stati Uniti nel Mediterraneo, che “non ci spaventano”. Questo il monito lanciato oggi dal leader del Partito di Dio, Hassan Nasrallah, nel primo discorso tenuto dall’inizio del conflitto aperto tra il gruppo palestinese estremista Hamas e Israele, il 7 ottobre scorso. Un discorso di quasi due ore in cui ha rimarcato che un’eventuale escalation della guerra dipenderà dallo “sviluppo della situazione a Gaza” e dal comportamento che terrà Israele nei confronti del Libano. E in cui ha rivendicato che Hezbollah “è entrato in battaglia l’8 ottobre”, impegnando le forze israeliane lungo il confine libanese all’indomani dell’attacco lanciato da Hamas contro Israele.

ATTACCO 7 OTTOBRE

“La decisione della grande operazione del 7 ottobre è stata al 100% palestinese”, ha detto Nasrallah all’inizio del suo discorso, confermando che “quanti hanno preso questa decisione l’hanno nascosta alle altre fazioni palestinesi e alle forze nella regione”. Una segretezza che “ne ha garantito il successo”. Il leader Hezbollah ha quindi bollato come “bugie” le ricostruzioni secondo cui l’attacco è servito a sostenere “obiettivi dell’Iran nella regione o i negoziati sul nucleare” iraniano. L’operazione lanciata da Hamas, ha puntualizzato, “è interamente palestinese, per la Palestina, la sua causa, il suo popolo, e non è collegata ad alcuna questione regionale o internazionale”.

“L’Iran sostiene apertamente i movimenti di resistenza in Libano, in Palestina e nella regione, ma non esercita alcun controllo sulla loro leadership”, ha rimarcato Nasrallah.

“TERREMOTO IN ISRAELE”

Secondo Nasrallah, l’attacco del 7 ottobre scorso ha causato “un terremoto” in Israele, “con shock militari, di sicurezza, morali e psicologici e conseguenze strategiche che avranno un impatto duraturo” sul paese. L’operazione “ha messo in luce la debolezza di Israele”, ha dichiarato, sostenendo che “gli israeliani ora credono più di me che Israele sia più debole di una tela di ragno”. Una fragilità confermata anche dalla “rapidità” dell’intervento dell’amministrazione statunitense a sostegno di “questa entità vacillante”, ha aggiunto.

GUERRA A GAZA

Per il leader del gruppo sciita libanese, dal 7 ottobre scorso l’esercito israeliano sta bombardando nella Striscia di Gaza “soltanto civili e non riesce a raggiungere gli obiettivi” fissati. “Questo conflitto si concluderà con la vittoria di Gaza e la sconfitta del nemico”, ha dichiarato Nasrallah, affermando che Israele “non otterrà nulla con i suoi massacri”.

Ma “quanto sta accadendo a Gaza non è semplicemente un’altra guerra”, si tratta di una “battaglia decisiva” perchè quello che “verrà dopo non sarà lo stesso di ciò che è accaduto prima”, ha proseguito. “Il primo obiettivo è la cessazione delle ostilità e della guerra contro Gaza. Il secondo è la vittoria della resistenza islamica a Gaza, e in particolare di Hamas a Gaza”, ha aggiunto, sottolineando però che questa “vittoria sarà nell’interesse dell’intera regione”.

FRONTE LIBANESE, “POSSIBILE GUERRA PIU’ AMPIA”

Allargando lo sguardo sulla regione e sui “movimenti di resistenza, il punto che tutti aspettano”, Nasrallah ha ricordato che “la resistenza islamica in Iraq ha iniziato ad assumersi le proprie responsabilità e ha espresso la propria disponibilità ad entrare in una nuova fase”, mentre “i nostri fratelli nello Yemen hanno pubblicamente e ufficialmente, nonostante le minacce americane e occidentali, preso una serie di iniziative e lanciato missili e droni”.

“Riguardo al nostro fronte libanese, noi siamo entrati nella battaglia l’8 ottobre”, ha dichiarato. “A quanti chiedono a Hezbollah di impegnarsi in una guerra aperta, quello che sta accadendo al confine può sembrare moderato, ma non è così” perchè “quello che sta accadendo non si vedeva dal 1948, nemmeno durante la guerra del luglio 2006”.

Queste operazioni alla frontiera tra Libano e Israele stanno causando “paura a livello del comando politico e militare
del nemico, così come tra gli americani”, perchè “c’è il timore
che questo fronte possa portare a un’ulteriore escalation o a una guerra più ampia. Questa è una possibilità e il nemico deve
tenerla a mente”, ha ammonito Nasrallah, secondo cui Israele “commetterebbe un grave errore se lanciasse un’offensiva contro il Libano”.

GLI STATI UNITI “RESPONSABILI” DELLA GUERRA

Secondo Nasrallah, gli Stati Uniti sono “pienamente responsabili della guerra nella Striscia di Gaza e Israele è solo uno strumento per condurla”.

“Ci è stato detto che l’aeronautica americana ci avrebbe bombardato e che la flotta americana sarebbe stata lì per noi se avessimo lanciato operazioni nel sud. E poi sono arrivate una seconda e una terza flotta. E altre ne arriveranno”, ha detto Nasrallah facendo riferimento al dispiegamento di portaerei Usa nel Mediterraneo come deterrenza rispetto a un possibile allargamento del conflitto. “Ma queste minacce non cambieranno nulla. Abbiamo iniziato il nostro lavoro su questo fronte”, ha proseguito il leader libanese, secondo cui una eventuale escalation “dipende da due cose: lo sviluppo della situazione a Gaza e il comportamento del nemico sionista nei confronti del Libano”.

“Agli americani dico: le minacce contro di noi non servono a nulla. Le vostre flotte nel Mediterraneo non ci spaventano e non ci hanno mai spaventato. Abbiamo preparato una risposta alle flotte con le quali ci minacciate”, ha ammonito Nasrallah, secondo cui spetta agli americani fermare “l’aggressione contro Gaza, perché è la vostra aggressione”.
(di Simona Salvi)

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