Il Tribunale di Potenza
2 minuti per la letturaAvviate le procedure per la sospensione dal servizio per Girolamo Cicinati, il dirigente amministrativo accusato accusato di aver promesso assunzioni in cambio di soldi
POTENZA – Il ministero della Giustizia ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Girolamo Cicinati, finito agli arresti domiciliari giovedì scorso. L’uomo, 58 anni, originario di Catanzaro ma residente a Eboli (Sa), Cicinati fino all’agosto 2023 in servizio al Palazzo di giustizia di Potenza – come dirigente amministrativo della Corte di Appello della Procura generale e della Procura della Repubblica – dal settembre scorso è in servizio proprio al ministero della Giustizia, dove sono state avviate le procedure anche per la sospensione dal servizio e la revoca degli incarichi che gli sono stati già conferiti.
Inevitabile l’avvio del procedimento disciplinare, in considerazione della gravissime accuse formulate nei suoi confronti da parte della Procura di Potenza, culminate nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale del capoluogo lucano, Salvatore Pignata: falso, calunnia, depistaggio e truffa.
Secondo gli inquirenti, Cicinati, quando ricopriva il ruolo di dirigente amministrativo della Corte di Appello della Procura Generale e della Procura della Repubblica di Potenza, avrebbe promesso delle assunzioni nelle sedi del ministero della Giustizia – in particolare al Tribunale di Salerno – in cambio di denaro.
Stando a quanto emerso dalle indagini degli agenti della Polizia di Stato, le vittime del raggiro – quasi tutti disoccupati e in difficoltà economiche, in qualche caso anche con problemi di salute -, sarebbero state almeno quindici e, in cambio di assunzioni promesse ma ma in realtà inesistenti, Cicinati avrebbe intascato almeno 8.000.
Somma messa insieme dopo diversi versamenti, da parte delle presunte vittime, di 100 euro per volta (ma anche meno), giustificati con la necessità di pagare marche da bollo e produrre documenti in vista della chiamata per entrare in servizio. Uno dei presunti truffati, però, avrebbe sborsato a più riprese all’incirca la metà della somma, ossia 4mila euro.
A “tradire” Cicinati sono state le email – partite dal suo ufficio del Palazzo di giustizia di Potenza – inviate agli “aspiranti lavoratori” del Tribunale di Salerno delle convocazioni a presentarsi il 12 novembre 2022 per l’accesso in servizio.
Appuntamento poi rinviati ma al quale una delle presunte vittime – quasi tutte residenti nel Salernitano, tra Eboli, Battipaglia e Altavilla Silentina – si sarebbe comunque presentata innescando di fatto le indagini. Le dichiarazioni dei presunti raggirati raccolte dagli investigatori, le perquisizioni anche informatiche e le intercettazioni avrebbero consentito di ricostruire il meccanismo della truffa, malgrado un tentativo di Cicinati di depistare le indagini.
Ma i presunti truffati, oltre a Cicinati, avrebbero avuto anche un altro referente nell’ambiente. Un certo «giudice Notari», stando a quanto emerso dalle intercettazioni dei dialoghi tra i raggirati che gli inquirenti della Procura di Potenza, starebbero ancora cercando di individuare. Un giallo, per ora, in aggiunta alla truffa.
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