3 minuti per la lettura
Bruxelles, 17 ott. (askanews) – Il vertice Ue straordinario che si è svolto oggi in videoconferenza, a partire dalle 17.30, ha ottenuto senza grandi difficoltà gli obiettivi che sostanzialmente il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, gli aveva dato.
Innanzitutto gli obiettivi espliciti: confermare l’unità totale dei Ventisette su una linea chiara e senza ambiguità riguardo al conflitto in Israele e Gaza, insistendo, oltre che sulla solidarietà con Israele per gli attacchi terroristici di Hamas contro i civili, anche sulla necessità di rispettare sempre e dovunque il diritto internazionale umanitario (anche quando è Israele che rischia di violarlo con il blocco di Gaza e le vittime civili che sta provocando).
In secondo luogo, inviare ai paesi della regione (dopo le ambiguità e contraddizioni della settimana scorsa dovute alle dichiarazioni pubbliche della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e del commissario Ue alla Politica di vicinato, l’ungherese Oliver Varhelyi), un messaggio che corregga l’impressione falsa di una “unione dei valori” ipocrita, di una Europa dei due pesi e due misure, che vede e piange i civili massacrati da Hamas, ma non quelli morti a Gaza sotto i bombardamenti israeliani.
Un chiarimento necessario se si vuole, come ha detto Michel questa sera, impegnare i paesi vicini, l’Egitto, la Giordania, il Libano, nell’azione umanitaria urgente per salvare i civili di Gaza e impedire una ulteriore escalation con l’allargamento del conflitto.
Un altro obiettivo, implicito, era quello di rimettere al suo posto la presidente della Commissione, che ha partecipato alla videoconferenza da Strasburgo. Già da sabato scorso, von der Leyen aveva cominciato a “correggere” le sue dichiarazioni pubbliche, aggiungendo la frase, prima sempre omessa, sulla necessità di rispettare il diritto internazionale umanitario, ogni volta che si afferma il diritto sacrosanto di Israele alla propria autodifesa.
Durante la conferenza stampa finale di stasera a Bruxelles, a cui ha partecipato in collegamento video da Strasburgo, la presidente della Commissione si è allineata chiaramente alla posizione di Michel e dei Ventisette, come era stata espressa nella dichiarazione del Consiglio europeo con l’irrituale comunicato che è stato diramato domenica sera, al momento della convocazione della videoconferenza di oggi, invece che dopo la conclusione della riunione dei leader. E’ “molto importante”, ha detto von der Leyen, “la dichiarazione dei leader concordata oggi, che conclude il Consiglio europeo di cui io sono membro”.
Oltre a condannare senza mezzi termini gli attacchi terroristici di Hamas contro i civili israeliani e all’appello a liberare gli ostaggi, e a “sottolineare con forza” il diritto di Israele a difendersi, i Ventisette avevano affermato, appunto, che questo deve avvenire “in linea con il diritto umanitario e internazionale”, e ribadito “l’importanza di garantire la protezione di tutti i civili in ogni momento in linea con il diritto internazionale umanitario”.
I leader dell’Ue avevano anche ribadito “l’importanza della fornitura di aiuti umanitari urgenti”, dicendosi “pronti a continuare a sostenere i civili più bisognosi a Gaza in coordinamento con i partner, garantendo che tale assistenza non venga abusata da organizzazioni terroristiche”, e avvertendo che “è fondamentale prevenire l’escalation regionale”.
I Ventisette, inoltre, avevano sottolineato “la necessità di impegnarsi ampiamente con le legittime autorità palestinesi e con i partner regionali e internazionali che potrebbero avere un ruolo positivo da svolgere nel prevenire un’ulteriore escalation”.
Questa dichiarazione, già concordata preventivamente e in meno di 48 ore dai Ventisette durante il weekend, ha permesso ai leader di avere una discussione più libera, senza la preoccupazione di controllare e negoziare le formule e le virgole delle tradizionali conclusioni di ogni vertice.
Secondo fonti europee, diversi paesi (Irlanda, Francia, Spagna, Lussemburgo, Belgio e Portogallo) hanno criticato duramente von der Leyen per aver rischiato di compromettere al livello internazionale l’unità e l’univocità del messaggio europeo in un’ora tanto grave, per di più senza che i Trattati Ue attribuiscano alla presidente della Commissione prerogative autonome in politica estera rispetto al Consiglio. L’Austria e l’Ungheria (con il premier ungherese Viktor Orban, assente perchè a Pechino, rappresentato dal cancelliere austriaco Karl Nehammer) hanno preso posizioni più vicine a quelle incondizionatamente filoisraeliane che erano state espresse da von der Leyen la settimana scorsa, ma senza mettere in discussione la dichiarazione già concordata dei Ventisette.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA