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Roma, 14 ott. (askanews) – Dopo il focus dello scorso anno dedicato alla Repubblica Ceca e in attesa della seconda stagione che da gennaio a maggio 2024 animerà il Teatro Palladium, Teatro Biblioteca Quarticciolo e Spazio Rossellini, il Centro Nazionale di Produzione della Danza Orbita | Spellbound, la cui programmazione è curata da Valentina Marini, prosegue l’attenta ricognizione delle geografie culturali internazionali e presenta il primo dei due focus autoriali previsti in autunno, Voices from Spain: il 17 e 18 ottobre al Teatro Palladium due serate per quattro compagnie di punta della danza contemporanea spagnola, in collaborazione con il Festival La Mercé di Barcellona e Real Academia de España en Roma.
Il focus prende il via martedì 17 ottobre alle 20.30 con la Prima Nazionale di El elogio de la fisura della catalana Lorena Nogal, coreografa e danzatrice in organico de La Veronal dal 2008 e che conta svariate collaborazioni con alcune delle più prestigiose compagnie di danza internazionali. La creazione, un solo con la drammaturgia musicale di Marcos Morau, si configura come un manifesto del corpo vulnerabile, riflesso di uno stato di vibrazione, in cui i processi di trasformazione esaltano le imperfezioni, le asimmetrie, le disuguaglianze. El elogio de la fisura porta avanti “la ricerca di nuove prospettive di concepire il corpo e lo sguardo su di esso, per mettere in discussione la naturalezza del movimento e trascendere canoni riconoscibili” afferma l’artista spagnola che aggiunge: “lascio da parte la parte più analitica e compositiva della mia ricerca per concentrarmi su una strada più intuitiva, ritualistica ed emotiva”.
La serata prosegue con l’anteprima di Aurunca, nuova creazione del visionario Elias Aguirre, danzatore, coreografo e artista visivo che porta avanti la propria ricerca ispirandosi al mondo della Natura, combinando tecniche di danza contemporanea e danza urbana. In Aurunca, il pluripremiato artista multidisciplinare affronta il tema del rapporto fra gli individui, i non-luoghi e la morte. La coreografia – il cui titolo allude alla piccola stazione ferroviaria di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta – nasce infatti da un precedente progetto fotografico di Aguirre dedicato proprio ai non-luoghi, spazi dimenticati che si trasformano in palcoscenici transitori, effimeri in cui il corpo stabilisce una relazione simbiotica con l’ambiente circostante.
Mercoledì 18 ottobre invece sono ben tre le creazioni in programma. Le serata si apre con la Prima Nazionale di Impermanence di Fabián Thomé/Full Time Company, un altro coreografo che nella sua carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti e che vanta collaborazioni con maestri della danza spagnola e del flamenco come Joaquín Cortés e Lola Greco e icone della danza contemporanea come Sidi Larbi Cherkaoui. Al centro di Impermanence ci sono le modificazioni del corpo, della mente e dello spazio nel corso del tempo: tre elementi che oltre ad essere oggetto sono anche strumento di trasformazione. Come nel caso del lavoro della Nogal, anche questo solo di Thomé si muove verso la rottura degli schemi prestabiliti per mettere in risalto il processo stesso di trasformazione viva che costantemente avvolge noi tutti, e per trasportare ciò che è inconscio verso la consapevolezza razionale.
Subito dopo, sempre in Prima Nazionale, andrà in scena La Perla, coreografia di Iron Skulls Co, compagnia catalana che negli anni si è imposta per l’originale incrocio fra break dance, contact improvisation, butoh, teatro fisico e circo. Rielaborando il materiale coreografico di uno storico spettacolo della compagnia, Azul Petróleo, La Perla è una performance di danza urbana per quattro danzatori che esplora la tensione tra identità individuale e collettiva, spingendo lo spettatore a riflettere sull’intimità della natura umana.
La serata si chiude con il ritorno sul palco di Fabián Thomé / Full Time Company per presentare Moi-Je, un duetto che esamina e interpreta la relazione fondante della coscienza umana, quella fra l’Io e l’altro da se. Una relazione spesso squilibrata che per essere risolta, per arrivare alla piena consapevolezza dell’Essere come totalità, ha bisogno di un perfetto equilibrio fra l’attenzione verso l’esterno e l’ascolto di se stessi.
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