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Bruxelles, 6 ott. (askanews) – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, riassumendo la discussione avuta con i capi di Stato e di governo al Consiglio europeo informale di oggi a Granada, ha descritto una sorta di piano d’azione in cinque punti che bisogna ora mettere in atto per la gestione dell’immigrazione irregolare in Europa.

Sull’immigrazione, ha detto von der Leyen durante la conferenza stampa al termine del vertice, “prima di tutto c’è una buona notizia: due giorni fa c’è stato l’accordo sulla proposta del regolamento per la gestione delle crisi (migratorie, ndr) grazie agli sforzi della presidenza spagnola” del Consiglio Ue. “Questo è importante perché si tratta di un tassello cruciale del mosaico del Patto complessivo sull’immigrazione e l’asilo, che ora speriamo di poter portare presto al traguardo finale”.

“Ma ciò che abbiamo discusso oggi è soprattutto la parte operativa della gestione dell’immigrazione. C’è il piano in 10 punti per la reazione a breve termine alla crisi di Lampedusa, ma anche il più strutturale approccio di medio-lungo termine come l’accordo del Memorandum d’intesa con la Tunisia”, ha detto von der Leyen, che poi ha elencato “i cinque elementi che sono stati discussi” al vertice Ue.

“Il primo punto è un un’intesa generale sul fatto che abbiamo bisogno di un approccio complessivo con i paesi partner di origine e di transito. E’ molto importante che investiamo in questi paesi, e il programa dell’Ue ‘Global Gateway’ può svolgere un ruolo cruciale in questo investimento, con 150 miliardi di euro che sono dedicati all’Africa per investire nelle infrastrutture”.

In secondo luogo, ha continuato von der Leyen, “c’è stata una comprensione migliore di quanto siano importanti i percorsi legali” per i migranti. Quanto più sono efficaci i nostri percorsi legali e i corridoi umanitari, tanto più possiamo contrastare (‘disrupt’, ndr) il traffico”.

L’anno scorso, ha sottolineato “abbiamo fatto entrare 3,7 milioni di migranti regolari nell’Ue, e sono importanti ne abbiamo bisogno, e sempre di più; ma sono stati anche registrati 330.000 migranti irregolari, e questo è il punto che non possiamo accettare, che siano i trafficanti a decidere chi viene nell’Unione Europea; siamo noi che dobbiamo decidere chi viene, chi ha il diritto d’asilo e anche chi ha accesso al mercato del lavoro. E perciò molto chiaramente servono questi percorsi legali”.

Il terzo punto, ha indicato ancora la presidente della Commissione, “è la lotta al traffico. Il traffico è crimine organizzato, e dobbiamo combatterlo come crimine organizzato, con Eurojust, con Frontex e con tutta la forza degli Stati membri”.

Il quarto punto, per von der Leyen, riguarda “il sostegno ai paesi di transito, che devono essi stessi lavorare duramente per gestire i migranti all’interno del loro territorio. Qui bisogna lavorare a stretto contatto con l’Oim e l’Unhcr, per aiutare questi paesi a riportare indietro i migranti nei loro paesi di origine, in modo da dare loro sollievo anche a questi paesi di transito”.

È il quinto punto, infine, “è quello dei rimpatri. Abbiamo visto a Lampedusa – ha rilevato von der Leyen – che i paesi di origine per esempio sono Costa d’Avorio, Senegal, Guinea. Il vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas è andato immediatamente in questi paesi, in modo da concordare con loro il rimpatrio rapido dei migranti irregolari, in cambio dello stabilimento di ‘partenariati dei talenti’ e di percorsi legali” a favore dei loro cittadini.

“I rimpatri dei migranti irregolari – ha concluso la presidente della Commissione – sono molto importanti per spezzare la narrazione dei trafficanti e per mandare il messaggio forte” a chi vuole emigrare “che sono i percorsi legali che li porteranno in Europa, che possono scegliere”.

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