X
<
>

Il porto di Gioia Tauro

Share
4 minuti per la lettura

Confindustria promuove il governo sul progetto di una Zes unica per il Mezzogiorno. Mentre ieri, dal palco di Torino, la premier Meloni ribadiva che per «ridurre il divario fra Nord e Sud» la Zona economica speciale «la considero una grande vittoria, una grandissima opportunità per il Sud di competere ad armi pari col resto della nazione», in commissione Bilancio della Camera il vicepresidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali e per le Politiche di coesione territoriale di Confindustria, Vito Grassi, esprimeva il «parere positivo» nei confronti del Dl Sud, con qualche evidenziatura.

LO SVILUPPO DEL SUD VITALE PER L’ITALIA

«È necessario – ha evidenziato Grassi – lavorare sullo sviluppo del Sud per riportare l’Italia intera su un sentiero di crescita robusta e di convergenza verso l’Europa. Occorre agire su tutti quei fattori che possono sostenere e rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno e, quindi, del Paese. Le risorse oggi non mancano: sia il Pnrr che la politica di coesione dedicano un’ampia dotazione agli interventi per il Sud. È decisivo, allora, spendere bene queste risorse e, per farlo, serve una visione di medio-lungo periodo, che le coordini in una strategia di politica economica».

«Confindustria – ha quindi annunciato Grassi – esprime una valutazione nel complesso positiva sul Dl Sud, poiché esso muove da questi presupposti e agisce su queste direttrici. Evidenziamo, però, alcuni elementi di potenziale criticità, che potrebbero indebolire il disegno».

Nel dettaglio, Confindustria ritiene positivo il fatto che il Dl preservi, nel riparto del Fondo sviluppo e coesione, «i principi di complementarietà e addizionalità, nonché la clausola di destinazione dell’80% delle risorse al Sud, a nostro avviso fondamentale per l’obiettivo di riequilibrio territoriale. Però gli Accordi di coesione, se da un lato rappresentano una modalità di lavoro apprezzabile per l’intenzione di velocizzare le procedure e indicare, sin da subito, gli interventi da finanziare, dall’altro segnaliamo che non viene specificato cosa accadrebbe qualora si dovesse registrare uno stallo nel negoziato tra governo e amministrazione territoriale. In quest’ottica, sarebbe opportuno definire meccanismi di superamento delle situazioni di blocco».

Secondo Confindustria, inoltre, «merita attenzione la condizione per cui le risorse inutilizzate, o non utilizzate nel rispetto del cronoprogramma, possano essere riassegnate al Fondo o per un intervento di titolarità di altra Amministrazione. In tal senso, sarebbe opportuno ribadire il rispetto del vincolo di destinazione territoriale».

Sul piano degli obiettivi, invece, il Dl Sud è vero che «punta ad allineare l’utilizzo delle risorse del Fsc alle politiche di investimento e di riforma del Pnrr, con l’effetto di un progressivo affrancamento dalla programmazione dei fondi strutturali europei. Certamente questo sforzo di coordinamento è comprensibile, ma, al tempo stesso, riteniamo importante mantenere un forte collegamento con la programmazione europea».

Tornando alle Zes, per Grassi «in termini generali, l’idea di una Zes unica che ricomprenda l’intero Mezzogiorno è positiva; affinché possa funzionare in concreto, occorre però riflettere su alcuni temi. Nel passaggio da un modello all’altro, è indispensabile che la riforma non crei soluzioni di continuità, a partire dalla necessità di preservare l’originaria strategia industriale delle Zes, che rispondeva a una logica di sviluppo ben definita e all’idea di fare del Mezzogiorno la “piattaforma logistica” del Mediterraneo. Questa vocazione, a nostro giudizio, non deve essere indebolita».

RISORSE ADEGUATE PER LA ZES UNICA

Inoltre, un altro fattore da considerare sono le esigenze territoriali, secondo Confindustria. «Se è possibile, infatti, pensare a una Zes unica sul piano geografico – ha affermato Grassi – è essenziale, al contempo, valorizzare le peculiarità e le esigenze dei territori. Passando dal livello strategico a quello operativo, è imprescindibile dotare il progetto “Zes unica” di risorse finanziare adeguate da destinare, anzitutto, a significativi investimenti in infrastrutture, che consentano di collegare in maniera adeguata i poli logistici, di trasporto e produttivi delle attuali Zes, per poi allargare i collegamenti alle altre aree della istituenda Zes unica».

Infine, per quanto riguarda gli investimenti privati, «è imprescindibile assicurare continuità agli strumenti di incentivazione e di semplificazione esistenti, garantendo una transizione ordinata da un modello all’altro. In questo senso – ha aggiunto Grassi – apprezziamo che il nuovo modello confermi il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali, peraltro nella misura massima consentita dalla nuova “Carta degli aiuti” a finalità regionale 2022-2027. Tuttavia, destano preoccupazione alcuni aspetti della misura, che auspichiamo possano essere chiariti o risolti già in sede di conversione, poiché rischiano di indebolire il potenziale di questo progetto. Appaiono critici la previsione di una durata solo annuale dell’incentivo e di un ammontare di risorse massimo, terminate le quali l’incentivo non verrebbe più corrisposto».


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE