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Paolo Orofino ospite della trasmissione Non è l'Arena di Massimo Giletti

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Sulla chiusura di Non è l’Arena pesano forti dubbi che la magistratura sta cercando di chiarire, al centro dell’inchiesta anche le chat tra Giletti e Orofino acquisite dalla procura di Firenze

Lo scorso 13 aprile, con una decisione a sorpresa e non senza suscitare interrogativi di varia natura, La7 chiudeva anzitempo il programma di approfondimento giornalistico condotto da Massimo Giletti Non è l’Arena. L’emittente televisiva di Urbano Cairo non aveva in un primo momento chiarito i motivi di uno stop così improvviso della trasmissione, salvo poi far trapelare vaghe informazioni circa un possibile calo degli ascolti.

LA CAMPAGNA GIORNALISTICA SULLA MAFIA E I GRAVIANO

In quelle settimane Giletti aveva avviato una pressante campagna giornalistica relativa alla mafia e alla trattativa Stato-Mafia con dibattiti accesi tra vari protagonisti del mondo dell’informazione ma non solo. La chiusura anticipata di Non è l’Arena ha, quindi, subito suscitato dubbi circa le possibili motivazioni reali facendo sospettare che le inchieste di Giletti potessero essere state anche alla base della decisione. Tanto che lo stesso Giletti, alcune puntate prima della chiusura, aveva annunciato di aver ricevuto delle minacce.

LA CHIUSURA DI NON È L’ARENA, LE INDAGINI DELLA PROCURA DI FIRENZE E L’AUDIZIONE DI OROFINO

Una faccenda poco chiara su cui la magistratura ha deciso di intervenire aprendo un fascicolo di inchiesta. A seguire le indagini è la procura di Firenze ed in particolare il procuratore aggiunto Luca Tescaroli. Al centro delle indagini, ovviamente, c’è la figura del conduttore piemontese ma via via che gli inquirenti proseguono a scavare per portare alla luce la verità anche la Calabria acquisisce un ruolo sempre più centrale. Non a caso lo scorso giugno gli inquirenti hanno ascoltato il giornalista del Quotidiano del Sud, Paolo Orofino, sulla sua collaborazione con Giletti per la realizzazione delle puntate sulla criminalità organizzata. Le informazioni che secondo gli inquirenti poteva fornire Orofino erano talmente importanti che in Calabria è giunto direttamente Tescaroli per ascoltarle.

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Adesso, che la fase processuale dell’indagine sta progredendo, si scopre dall’analisi delle carte dell’inchiesta, che quello di Orofino per i magistrati era un ruolo tutt’altro che di cornice.

IL VERBALE IN CUI GILETTI RICOSTRUISCE LA COLLABORAZIONE DI OROFINO ALLE PUNTATE DI NON È L’ARENA

Nel verbale relativo all’assunzione di sommarie informazioni di Massimo Giletti avvenuta il 18 luglio 2023, infatti, il giornalista spiega agli inquirenti che proprio nei giorni immediatamente antecedenti la chiusura della trasmissione si era intensificata la collaborazione con Orofino in relazione alle indagini sui Graviano a Reggio Calabria con specifico riferimento ai flussi di denaro che da questi sarebbero partiti alla volta di Milano. Il tutto con riferimento alle carte dei processi in corso a Reggio Calabria relativi all’operazione ‘Ndrangheta stragista.

Giletti precisa alla magistratura come con Orofino avessero discusso di materiale vario che avrebbe potuto provare un presunto legame tra i Graviano e Berlusconi. Il giornalista piemontese aggiunge che l’obiettivo della trasmissione del 23 aprile, a cui il giornalista del Quotidiano avrebbe, quindi, collaborato, riguardava la trattativa Stato-Mafia, i soldi trasferiti a Milano dai Graviano e la storia di Nino Fiume (e del possibile rapimento di uno dei figli di Berlusconi). Al termine dell’incontro, poi, i magistrati hanno acquisito integralmente i testi della chat tra Massimo Giletti e Paolo Orofino. Testi relativi proprio ai temi caldi che Giletti avrebbe trattato in trasmissione e che sarebbero stati approfonditi da Orofino nei giorni successivi. Una inchiesta giornalistica partendo dalle carte di uno dei processi più importanti in corso in quel momento a Reggio Calabria ossia ‘Ndrangheta stragista.

Proprio nell’ambito di quel procedimento, infatti, sarebbero emersi presunti flussi di denaro dai Graviano verso il mondo imprenditoriale di Berlusconi e le dichiarazioni d Nino Fiume su un possibile rapimento di uno dei figli di Berlusconi.

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