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Un'aula di tribunale

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POTENZA – Il gup di Potenza ha rinviato a giudizio l’ex amministratore unico di «Sviluppo Basilicata», Raffaele Ricciuti, con l’accusa di abuso d’ufficio, nell’ambito di un’inchiesta della Procura del capoluogo lucano su alcune assunzioni fatte nel periodo in cui era in carica. La prima udienza si svolgerà il 9 gennaio 2017. Ricciuti ha ricoperto la carica di amministratore unico di «Sviluppo Basilicata – società finanziaria regionale a sostegno dello sviluppo, della ricerca e della competitività del territorio – fino al 2015.

L’inchiesta nacque da un filone di Rimborsopoli, e riguarda le modalità con cui sono state fatte alcune assunzioni che, secondo l’accusa, dovevano basarsi sui concorsi pubblici e non su chiamate dirette. Per il pm Francesco Basentini Ricciuti avrebbe violato quanto stabilito dal decreto per lo sviluppo economico approvato e poi convertito in legge nel 2008, che ha sottoposto anche le società a partecipazione mista pubblico-privato e quelle “in house”, a capitale pubblico al 100%, alle «procedure ad evidenza pubblica per l’acquisto di beni e servizi e l’assunzione di personale» per stoppare il dilagare di fenomeni di nepotismo.

In questo modo avrebbe procurato un ingiusto vantaggio ai beneficiari dei contratti stipulati: quasi tutti di durata molto breve, qualcuno un po’ più lunga e solo un paio a tempo indeterminato. Anche se in concreto avessero avuto titoli ed esperienze più di ogni altro potenziale candidato. Di diverso avviso la difesa, per cui «Sviluppo Basilicata», per la sua natura giuridica, non aveva obblighi in questo senso.

A destare i sospetti degli investigatori sono stati i nomi di alcuni dei beneficiari dei contratti stipulati. Tra questi, infatti, era venuto fuori il «figlio» dell’ex presidente della Provincia di Potenza, un «lontano parente» dell’amministratore unico, il «figlio» di un ex assessore comunale, l’amica dell’ex consigliere regionale Pdl e persino il compagno di calcetto di un noto parlamentare del Pd. Tra gli atti raccolti dagli agenti della Squadra mobile di Potenza ci sono diversi verbali di persone “informate sui fatti” che hanno rivelato parentele e collegamenti politici.

A maggio dell’anno scorso, sempre con l’accusa di abuso d’ufficio per una serie di assunzioni in barba alle leggi sui concorsi, erano stati rinviati a giudizio anche l’ex direttore generale di Acquedotto lucano spa Gerardo Marotta, il direttore del personale Pasquale Ronga (attualmente alla direzione commerciale) e i membri del vecchio consiglio di amministrazione: Mario Venezia, Antonio Anatrone, Domenico Amenta e Antonio Lauria.

Per loro il dibattimento è già iniziato e nelle prossime udienze è prevista l’audizione dei beneficiari dei contratti “incriminati”. In totale si tratta di 11 persone per altrettanti contratti di lavoro a tempo determinato con la multiutility dell’acqua lucana, società di diritto privato ma a capitale interamente pubblico. E tra questi i nipoti di 2 ex assessori regionali, un affine di un ex consigliere comunale del capoluogo, l’ex assessore di un comune del potentino, più il coniuge di un dirigente della stessa società.

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