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Roma, 14 set. (askanews) – La Banca centrale europea ha nuovamente alzato i tassi di interesse di riferimento dell’eurozona, di 25 punti base. Si tratta del decimo aumento consecutivo da quando, nel luglio dello scorso anno, l’istituzione ha avviato la sua manovra di aumenti in risposta all’elevata inflazione.

La decisione delude le attese di chi sperava che l’indebolimento dell’economia avrebbe convinto il direttorio dell’istituzione monetaria a una pausa in questa manovra rialzista. Ma la Bce ha accompagnato la decisione con segnali che fanno capire che i tassi potrebbero aver raggiunto ormai il picco massimo, e che quindi non opererà ulteriori aumenti.

“In base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo”, recita infatti il comunicato diffuso al termine del direttorio.

Il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento raggiunge così il 4,50%, nuovo massimo storico. Nuovo massimo anche per il tasso sui depositi che le banche commerciali parcheggiano presso l’istituzione, che raggiunge il 4%. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali sale al 4,75%, massimo dall’ottobre del 2007.

“Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della Bce siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario. Il Consiglio – prosegue la Bce – continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione considerati i dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”.

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