Da sinistra: Gianna Fracassi, Mimmo Denaro e Giusi Princi (in collegamento)
3 minuti per la letturaCROTONE – «C’è una differenza tra quello che si afferma, tra le parole che si dicono e poi quello che concretamente si fa. Faccio un esempio: nelle scorse settimane c’è stato una giusta presenza, a mio parere, del Governo in un luogo simbolico come Caivano, tante parole sulla scuola, peccato che mentre si dicono e si afferma la volontà di voler contrastare la dispersione scolastica scopriamo che questo contrasto è una sedicente agenda Sud che implementerà di 500 posti complessivamente per le otto Regioni del Mezzogiorno il contingente per contrastare la dispersione.
Dall’altro, invece, già da qualche mese si sta procedendo a tagliare le istituzioni scolastiche autonome, con il cosiddetto dimensionamento che il ministro ha previsto da qui al 2026 e che impatterà negativamente soprattutto sul Sud. C’è poi la vera novità che è l’emergenza educativa e culturale».
Così la segretaria nazionale della Flc Cgil, Gianna Fracassi, sentita a margine del seminario “L’istruzione in Calabria: quale futuro?”, promosso dalla Flc Cgil Calabria e dall’associazione professionale Proteo Fare Sapere, a proposito delle politiche governative sulla scuola.
Qual è la ricetta che la Cgil propone per contrastare queste politiche?
«La nostra ricetta è molto semplice: prima di tutto bisogna evitare interventi come il dimensionamento scolastico, noi impugneremo il decreto. E poi evitare che l’autonomia differenziata faccia ulteriori danni. Intanto eliminare o evitare che questi provvedimenti facciano arretrare ancora di più la scuola e su questo faremo una battaglia. Poi servono cose molto semplici: servono le risorse per i rinnovi contrattuali, perché evidentemente, pagare bene gli insegnanti è importante anche per qualificare il ruolo e la funzione dell’insegnamento. Serve aumentare i posti in organico di diritto, cioè stabilizzare i precari, visto che ci sono 200mila supplenze, che sono tanti posti. E poi pensare e investire nella scuola con una logica che rifulga dalla strategua di collocare le solite bandierine ideologiche che in questi anni abbiamo visto. Sarebbe un mio grande desiderio che sui temi della scuola, si apra da parte del governo e delle forze politiche un grande dibattito che possa arrivare a delle conclusioni condivise, perché sulla scuola non ci si può dividere».
L’emergenza educativa è un problema a livello nazionale, ma nel Sud e in Calabria incide ancora di più, e per questo servirebbero interventi mirati.
«Interventi mirati e, soprattutto, interventi che abbiano un carattere di strutturalità. Come dire, non è sufficiente la proposta spot che guadagna i titoli giornale per 24 ore, non serve. Servono una pluralità di interventi. Quindi, quando parliamo di vulnerabilità sociale, in primo luogo parliamo di mancanza di occupazione. Questo è il grande tema. Allora favorire tutti quegli investimenti che determinano occupazione nel Mezzogiorno a mio parere sarebbe la prima cosa sui cui il Governo dovrebbe intervenire. È possibile farlo anche perché, tra l’altro, ci sono le famigerate risorse del Pnrr che dovrebbero servire a questo. Dopodiché, ovviamente, l’istruzione, la formazione all’università (c’è anche un impoverimento dell’università nel Mezzogiorno) e, questa cosa si correla, la mancanza di sviluppo del territorio. Infine, come terza questione, un grande progetto di riqualificazione del territorio, perché credo ce ne sia bisogno».
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