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Pedinati in un bar di Potenza il sottosegretario e l’imprenditore Donato Curcio

POTENZA – C’è un secondo filone nell’inchiesta dei pm di Potenza sulla centrale a biogas di contrada Boscotrecase di Picerno che punta al rapporto tra Donato Curcio e l’ex governatore lucano Vito De Filippo (Pd), attuale sottosegretario alla Salute del governo Renzi.
Al centro dei sospetti degli investigatori c’è una pratica che l’imprenditore, considerato il «dominus» delle attività di famiglia (azienda agricola e impianto elettrico annesso), avrebbe voluto «sbloccare» ammorbidendo un dirigente della Asp di Potenza. Una pratica da «800mila euro», secondo gli inquirenti, di indennità per 1.921 maiali allevati tra Picerno e Vietri e abbattuti nel 2014 a causa di una malattia.
Per questo motivo Curcio avrebbe contattato il sottosegretario e l’avrebbe anche incontrato per cercare una «mediazione» col «comune amico» veterinario della Asp, Vito Bochicchio, che aveva “bloccato” tutto. Mentre 2 militari della Guardia di finanza lo pedinavano e ascoltavano la conversazione.
Gli audio con le telefonate intercettate dal cellulare di Curcio risalgono allo scorso mese di febbraio. «Solo tu puoi cercare di, di mediare su una situazione molto, molto importante… con il comune amico… voglio dire… il servizio veterinario, insomma tu sai che è successo un grosso casino».
Queste le parole trascritte dagli investigatori con cui Donato Curcio introduce la faccenda al sottosegretario che individua subito il veterinario in questione chiamandolo per cognome: «Bochicchio».
«Prima che si proceda, denunce personali… queste cose, io penso che tu puoi dare una valutazione alla cosa – prosegue allora Curcio – (…) perché tu sei l’unico all’altezza del co… sia come persona, sia come conoscenza della materia». Quindi l’appuntamento per un caffé il lunedì successivo, in un bar vicino casa del sottosegretario, prima della sua ripartenza per Roma.
«A seguito dell’ascolto della predetta conversazione la polizia giudiziaria organizzava un servizio di osservazione, controllo e pedinamento nei pressi del bar». Spiega il pm nella richiesta di misure cautelari per Curcio e altre 16 persone dello scorso 26 giugno. Dopo l’arrivo dell’imprenditore «si notava sopraggiungere a piedi Vito De Filippo, che unitamente a Curcio entrava nel bar». Prosegue il pm. «Gli investigatori accedevano a loro volta nel predetto esercizio commerciale, sedendosi a un tavolino distante circa un metro ove si erano accomodati i soggetti attenzionati».
«I relazionanti in particolare – aggiunge ancora il magistrato – ascoltavano a tratti i loro discorsi e notavano che Curcio esibiva a De Filippo alcuni fogli dove era ben visibile il logo Asp, proferendo alcune frasi tra cui “… a me mi bloccano tutto”. De Filippo guardando la documentazione presentatagli proponeva: “Ci dobbiamo incontrare con Bochicchio, tutti e tre, nel fine settimana…” Inoltre nei pressi della cassa del bar il sottosegretario, con il telefono cellulare in mano, riferiva a Curcio: “… gli ho telefonato ma non c’è… ci sentiamo venerdì…”»
Per il pm Annagloria Piccininni, che ha coordinato le indagini col procuratore capo Luigi Gay, il giudizio sull’accaduto è negativo e depone a sfavore dell’imprenditore per cui pende ancora al Riesame una richiesta d’arresto, dopo il rigetto del gip. «L’aver preso contatti con un esponente politico di caratura nazionale come Vito De Filippo, perché mediasse con i dirigenti Asp al fine di sbloccare gli indennizzi da erogare per i capi abbattuti per il diffondersi nei loro allevamenti della malattia vescicolare suina denota la spregiudicatezza con cui in particolar modo Donato Curcio cerca di risolvere i problemi riguardanti qualunque tipo di difficoltà burocratica».
I magistrati, inoltre, rivelano che «la vicenda predetta, che è stata stralciata e forma oggetto di separato procedimento, meriterà ulteriori approfondimenti investigativi in quanto l’attività fino ad ora svolta non ha consentito di appurare se effettivamente il veterinario Vito Bochicchio o qualcun altro del suo ufficio sia stato contattato o abbia subito pressioni di qualunque tipo dal citato Vito De Filippo, su istigazione di Donato Curcio, per di sbloccare la pratica».
«Sono stato contattato da tantissime persone per questa vicenda ma mai da De Filippo». Ha dichiarato al Quotidiano il veterinario Vito Bochicchio, augurandosi che il suo telefono sia stato messo sotto controllo per poterlo dimostrare.
Ad ogni modo la pratica dei Curcio non si sarebbe sbloccata, anzi. «L’Asp non può procedere alla corresponsione dell’indennità – ha ribadito Bochicchio -, perché ai sensi delle leggi in materia sanitaria quando sono state denunciate infrazioni da parte dell’allevatore, come in questo caso, occorre attendere una sentenza che lo scagioni». Ma di questo al momento non c’è traccia.

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