Familiari delle vittime della strage di Cutro con le salme recuperati
3 minuti per la letturaCUTRO (CROTONE) – Mezzora prima dell’affondamento, alle 3:34 del 26 febbraio scorso, il radar di sorveglianza in dotazione alla Guardia di finanza nella località Campolongo avvista il caicco che di lì a poco sarebbe naufragato a Steccato di Cutro facendo almeno 94 morti. È uno dei particolari inquietanti che emerge dalla relazione del consulente della Procura di Crotone, l’ammiraglio in pensione Salvatore Carannante, depositata in vista del giudizio immediato a carico di quattro presunti scafisti che inizierà il prossimo 14 ottobre. Un documento che potrebbe aprire squarci anche nel parallelo procedimento avviato dal pm Pasquale Festa per l’omissione dei soccorsi.
Il dato, riportato dal perito per avvalorare la tesi dell’approssimazione delle informazioni fornite da Frontex, ritenute «poco attendibili e fuorvianti» (LEGGI) circa l’affondamento del caicco a Cutro e la determinazione della rotta e della velocità della Summer Love, sembra confermare anche l’attivazione in ritardo della macchina dei soccorsi da terra, circostanza emersa peraltro dalle testimonianze dei superstiti nel corso dell’incidente probatorio. Proprio confrontando l’ultimo bersaglio del radar di Campolongo prima della tragedia con il rilevamento di Eagle 1 viene fuori che la distanza che l’imbarcazione avrebbe dovuto percorrere seguendo la rotta indicata nel report di missione del velivolo dell’agenzia europea sarebbe stata di circa 53 miglia nautiche e, secondo la velocità segnalata di 6 nodi, avrebbe impiegato 9 ore dall’avvistamento e quindi giungere alle 7:20 del 26 febbraio.
La comunicazione di un avvistamento sospetto, in particolare, viene fatta alle 23:02, anche se l’avvistamento è delle 21:26. Il Frontex Situation Center di Varsavia gira la segnalazione di Eagle 1 all’ICC (International Coordination Centre) di Pratica di Mare e ad altri indirizzi tra cui NCC Italy (National Coordination Center presso il Viminale) e IMRCC (Italian Marittime Rescue Coordination Centre). Nell’e-mail, oltre a rendere noto l’avvistamento delle 21:26, si precisano la posizione, con le relative coordinate, la rotta seguita di 296° e la velocità di 6 nodi. Frontex comunica anche altre informazioni: una sola persona sul ponte e altre possibili presenze sotto il ponte; giubbotti di salvataggio non visibili; buona galleggiabilità; nessuna persona in acqua; stato del mare 4; portelli aperti a prua; significativa risposta termica ai boccaporti; il rilevamento di una telefonata satellitare dalla Turchia.
Dalla posizione dell’imbarcazione sulla cartografia Open Street Map, come indicata da Eagle 1, tracciando la rotta di 296° verso la costa, l’unità con i possibili migranti sarebbe dovuta giungere nei pressi della baia di Copanello, quindi ben più a sud-ovest di Steccato. Invece, l’imbarcazione con a bordo i migranti navigava a una velocità media di circa 7,5 nodi e con una rotta di circa 317°. L’alibi per i mancati soccorsi, ovvero quel buco di quasi sei ore durante le quali, a fronte della segnalazione della presenza di un barcone a 40 miglia dalle coste crotonesi che con ogni probabilità trasportava migranti, dopo il rientro di due mezzi della Guardia d finanza, la V5006 da Crotone e il pattugliatore Barbarese da Taranto, a causa delle cattive condizioni meteorologiche, le potenti e inaffondabili motovedette classe 300 e 800 della Guardia costiera restano in porto senza che la sala operativa di Reggio Calabria ne disponga l’uscita? Oppure la conferma di un’inerzia totale, di un disguido di fondo nelle comunicazioni interforze, considerato, per esempio, che la Capitaneria di porto di Crotone è giunta sul luogo alle 6:50, ossia quantomeno due ore e mezza dopo il naufragio del caicco a Cutro, nonostante fosse a conoscenza dell’”esistenza” dello stesso caicco da parecchie ore? Ma ora si aggiunge anche il primo e ultimo punto battuto dal radar di Campolongo. Mezz’ora dopo, alle 4.11, l’imbarcazione si dirige verso la costa per tentare lo spiaggiamento ma inverte improvvisamente la rotta dirigendosi al largo e urtando contro il fondale sabbioso. Il resto è cronaca.
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