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Roma, 4 set. (askanews) – Gli Emirati Arabi Uniti rivendicano che il completamento della missione spaziale portata avanti dal loro astronauta, Sultan Al Neyadi “segna un altro passo in avanti sul programma di esplorazione spaziale del Paese” e consolida ulteriormente la posizione degli Emirati nel settore. Lo riferisce l’agenzia statale Wam in un’analissi del suo direttore generale Mohammed Jalal Al Rayssi, sottolineando che l’interesse degli Emirati Arabi Uniti per l’esplorazione spaziale risale a ben prima del lancio della prima missione nel 2019: a quando il fondatore dela nazione, lo sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan incontrò un equipaggio delle missioni Apollo.
Il programma degli Emirati Arabi sullo spazio va avanti da un quarto di secolo ed è passato prima dal settore delle comunicazioni e poi dalla creazione della Agenzia Spaziale nazionale e dal centro spaziale Mohammed bin Rashid.
Gli emirati rivendicano di essere il primo Paese ad avere allestito un centro di ricerche spaziali in Medio Oriente, per il quale sono stati allocati 100 milioni di dinari, circa 25 milioni di euro, su cinque anni per sviluppare personale e capacità operative.
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