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Roma, 1 set. (askanews) – Ha entusiasmato Venezia “Poor Things”, (“Povere Creature!”) film diretto da Yorgos Lanthimos, presentato in anteprima mondiale in concorso all’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e dal 25 gennaio nelle sale italiane. Diversi critici già parlano di uno dei film migliori visti finora in quest’edizione e di performance incredibile della protagonista Emma Stone, che figura anche tra i produttori, con un’interpretazione che potrebbe regalarle un altro Oscar.

Il film è tratto dal romanzo omonimo di Alasdair Gray e racconta la storia di Bella Baxter (Emma Stone), una sorta di Frankenstein al femminile riportata in vita da uno scienziato (Willem Dafoe). Desiderosa di imparare tutto, libera dai pregiudizi, aperta a nuove esperienze e scoperte, anche della sessualità. Una sorta di romanzo di formazione di un’eroina moderna, tra fantascienza, atmosfere gotiche e umorismo.

“Un peccato non ci sia qui Emma ha parlare del film – ha detto il regista Yorgos Lanthimos in conferenza stampa – è stata coinvolta fin dall’inizio; ho letto il romanzo nel ’97 e ho pensato subito di adattarlo ma ci sono voluti diversi anni per farlo; già quando giravamo ‘La favorita’ abbiamo iniziato a parlarne e l’ho tenuta sempre informata sulle varie stesure della sceneggiatura e sulla creazione della storia e del personaggio; questo l’ha aiutata, ha tenuto l’idea in mente per tanto tempo e quando è arrivato il momento di recitare era come se avesse già vissuto con il personaggio, era già con lei”.

Il regista greco ha raccontato di aver “cambiato un po’ la struttura del romanzo” e di aver deciso di centrare la storia sul punto di vista di Bella; “è il personaggio che mi è piaciuto di più in assoluto – ha spiegato – una mente libera, lei sperimenta il mondo nei suoi termini, nel suo modo e abbiamo scelto di seguire questa linea per il film”. Il film ha un’estetica unica. “É stata anche un’eplorazione personale – ha aggiunto Lanthimos – riguardava anche la creazione di un mondo, dovevo costruire un mondo che lei potesse abitare, adattato al suo punto di vista e ai suoi occhi, costruito in studio con elementi non realistici e questo già si prestava a girare in un modo particolare”.

E sulle scene di sesso il regista ha detto che non c’era imbarazzo sul set, anche grazie all’aiuto di un “coordinatore dell’intimità”: “Non volevo fare un film esageratamente forte, comunque con Emma dopo quattro film insieme ci capiamo al volo senza dover parlare, non si è vergognata nelle scene di nudo, si è creato un ambiente confortevole per tutti e con lei abbiamo deciso alcune scene di sesso a tavolino per rendere tutto più naturale, per avere una presentazione del desiderio umano; per noi era importante far parte del film e non vergognarci o tirarci indietro e a volte è stato estremamente divertente”.

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