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Roma, 31 ago. (askanews) – Un grande applauso ha accolto Luc Besson in conferenza stampa a Venezia. Il regista e sceneggiatore francese ha presentato in anteprima mondiale “Dogman” (nelle sale italiane dal 28 settembre), in Concorso alla Mostra. Un grande ritorno il suo, dopo le accuse di stupro da parte di un’attrice nel 2018, da cui è stato scagionato lo scorso giugno.
Il film parla di un bambino ferito dalla vita, che una volta cresciuto trova la salvezza grazie all’amore dei suoi cani. A interpretarlo, l’attore statunitense Caleb Landry Jones, presente al Lido. Besson ha spiegato che l’ispirazione per questo film gli è venuta, in parte, leggendo un articolo su una famiglia francese che aveva rinchiuso il proprio figlio in una gabbia quando aveva cinque anni. “Quando l’ho letto mi sono chiesto: che vita può avere questo ragazzo dopo quello che ha subìto? Chi può diventare? Quindi ho solo provato a immaginare la sua vita dopo”.
Un film che vuole indagare come si faccia a sopravvivere dopo una così grande sofferenza. “C’è una battuta che dice: le nostre radici sono le basi dell’essere umano ma sono invisibili. Ecco, noi vediamo un essere umano ma non le sue radici – ha dichiarato Besson – ma cosa succede se tagliamo le radici? Tutte le religioni parlano di fede, ma come la manteniamo la fede se ci troviamo in una situazione del genere? Il mio non è un giudizio ma mi chiedo: se ci fosse un Dio cosa farebbe con questo bambino? L’unica risposta la trova alla fine, è l’unica ragione, l’essenza quasi religiosa; in realtà la risposta non c’è, va trovata dentro di noi. Io credo che solo due cose ci possano salvare: l’amore e l’arte, di sicuro non i soldi. Se hai entrambe, allora sei molto fortunato”.
Il regista ha anche parlato del suo processo creativo dietro a un film: “Se c’è una cosa di cui sono molto orgoglioso è la mia libertà. Mi sveglio la mattina e comincio a scrivere…, scrivo quello che voglio e quando finisco la sceneggiatura la metto da parte; poi la riprendo dopo qualche settimana e mi dico che non è male. Ma il mio timore maggiore è chi sarà l’attore: stavolta temevo di non trovarne uno così folle per questa parte. Poi ho visto Caleb, pensavo fosse un po’ camaleontico ma quando l’ho incontrato mi è piaciuto subito, abbiamo preso un tè e gli ho chiesto se gli piacevano gli animali; poi abbiamo iniziato a costruire un po’ alla volta il personaggio, prendendoci il nostro tempo e quando eravamo pronti siamo partiti”.
Tra gli aneddoti raccontati, Besson ha ricordato di essere andati insieme in una spa. “Ho voluto che perdesse 20 kg per il ruolo – ha detto – io ho cercato di perderne almeno 10”.
E sul girare con tanti cani ha aggiunto: “Ci abbiamo messo quasi due mesi per sceglierne un bel gruppo, dovevano conoscerci; alcune cose gliele puoi insegnare ma poi eravamo noi a dover seguire loro, alcuni sembravano delle vere star. Non mi aspettavo che ci fossero 25 addestratori, ognuno aveva due cani che rispondevano solo a loro: immaginate cosa succedeva al ciak, 25 voci che istruiscono i cani, una cosa assurda”!.
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