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Via libera dal ministero alle perforazioni per sfruttare le risorse nazionali al largo di Gela nel canale di Sicilia: riserve per 10 miliardi di metri cubi di metano

Riparte in Italia l’attività di ricerca di giacimenti di metano e petrolio. Nei giorni scorsi la commissione di valutazione di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente ha dato il via libera a nuove porzioni del progetto, fra le ultime in attesa di essere sbloccate, e potrebbero cominciare già in ottobre i lavori di perforazione alla ricerca di almeno 10 miliardi di metri cubi di metano nei giacimenti Argo e Cassiopea, nel Canale di Sicilia 30 chilometri al largo di Licata (Agrigento). Il progetto è coordinato dall’Eni, in maggioranza; il socio di minoranza nell’investimento è l’Energean; la spesa complessiva prevista è nell’ordine degli 800 milioni di euro.

Dopo molti anni di tentennamenti di Governi a trazione Nimby, contrari a sfruttare i giacimenti nazionali, i Governi Draghi e Meloni si sono invece impegnati a dare la garanzia politica necessaria a rassicurare le compagnie sull’obiettivo del buon fine.

L’investimento è interamente finanziato con risorse proprie o del sistema creditizio, poiché in Italia non vi sono sussidi diretti dello Stato ai “fossili” e al contrario sono gli idrocarburi a sussidiare lo Stato attraverso le penalizzazioni fiscali pagate dai consumatori alle casse pubbliche. Sono tuttavia censite fra i sussidi “indiretti” italiani i finanziamenti agevolati e alcuni sconti fiscali per alcuni utilizzatori come l’autotrasporto, la pesca, l’agricoltura (si vedano l’articolo nella pagina a destra e la tabella qui in basso).

Perforazioni in Sicilia per sfruttare il metano: il sostegno politico

Ma se in Italia non c’è un incentivo diretto all’uso dei giacimenti, invece è fondamentale l’appoggio politico. E qui l’appoggio c’è. Un anno fa, nell’estate 2022, mentre si cercava di lasciare fuori dai confini il metano russo l’Italia annaspava alla ricerca di gas a prezzi ragionevoli, e dopo 10 anni di no il Governo ha dato il sostegno all’investimento. Quell’appoggio politico che, pochi chilometri più in là, chiedono l’Enel per il progetto di rigassificatore a Porto Empedocle (Agrigento) e Sorgenia con Iren per il rigassificatore di San Ferdinando Gioia Tauro (Reggio Calabria), due progetti ancora senza la garanzia del volere politico.

Con questi due grandi giacimenti nel Canale di Sicilia si rafforza il ruolo del Mezzogiorno come hub dell’energia per l’Europa, non solamente per i flussi di metano diretti verso nord ma soprattutto per i “giacimenti” immaginari delle fonti rinnovabili: nel Sud c’è l’insolazione migliore per produrre corrente fotovoltaica e ci sono i venti più costanti per far girare le eliche colossali dell’industria eolica.

Le infrastrutture da realizzare in fondo al mar

La commissione Via del ministero dell’Ambiente, commissione coordinata dal magistrato Massimiliano Atelli, sta emanando in queste settimane estive un gran numero di provvedimenti sui progetti di infrastrutture, e fra questi via libera nei giorni scorsi ha dichiarato “conclusa con esito ottemperata” la procedura di verifica di ottemperanza per alcune attività per realizzare l’attività di “perforazione e completamento di sei pozzi nei campi Argo e Cassiopea e perforazione di due pozzi esplorativi (Centauro 1 e Gemini 1)”.

Le riserve sono stimate in circa 10-12 miliardi di metri cubi di gas per almeno 10-12 anni con obiettivo a 20 anni, ma non è possibile estrarre tutto il metano in una volta da appena quattro pozzi. Al massimo, la produzione annuale di picco riuscirà a superare il miliardo di metri cubi di gas l’anno. L’estrazione dai campi offshore Argo e Cassiopea avverrà tramite uno sviluppo interamente sottomarino senza emissioni e senza impatti visivi. Il gas arriverà al nuovo impianto di trattamento all’interno dell’area della bioraffineria di Gela (Caltanissetta) tramite una tubazione sottomarina di 60 chilometri.

Le condotto saranno interrate sul fondo marino

Il fondo del mare ha un battente d’acqua fino a 650 metri di profondità; tutte le condotte e le linee saranno interrate con lo scavo di una trincea sul fondo mentre le teste di pozzo e le altre strutture sottomarine saranno protette per evitare di arrecare danni alle reti da pesca. Queste operazioni sono svolte con svariati mezzi navali, sommozzatori e droni sottomarini Rov. Si useranno quanto più possibile le infrastrutture già esistenti: la sala comando che governerà i pozzi posati sul fondo del mare sarà sulla piattaforma petrolifera Prezioso, al largo di Gela e Licata; l’approdo sulla costa rimetterà in uso una struttura demaniale in disuso. Per conseguire gli obiettivi di neutralità climatica (scope1 e scope2) saranno posati pannelli fotovoltaici per una potenza di picco di 3,6 megawatt.

I lavori in corso per avviare le perforazioni alla ricerca di metano nel canale di Sicilia

Ma ecco lo stato di avanzamento del progetto. I lavori di costruzione nel cantiere dell’area dove sta sorgendo l’impianto di trattamento e compressione del gas naturale hanno avuto avvio un anno fa, nel mese di luglio 2022, mentre nel mese di novembre è stato avviato il cantiere inerente agli impianti di approdo sulla costa, nell’area a est del pontile della bioraffineria. Tre mesi fa è cominciata la posa in mare della condotta sottomarina e delle strutture che la collegheranno con i pozzi. Nel mese di ottobre è previsto l’avvio della campagna di perforazione dei quattro pozzi sottomarini e l’area mineraria potrebbe cominciare a dare il metano dalla primavera prossima. Il giacimento da raggiungere si trova fra i 550 e i 650 metri sotto la roccia del fondale.

Via libera

In queste settimane la commissione Via ha rilasciato numerosi provvedimenti relativi all’energia, soprattutto per progetti collocati al Sud. Per esempio sono state rilasciati i rinnovi delle autorizzazioni ambientali integrate delle centrali elettriche di Modugno (Bari) e Rossano Calabro (Cosenza) e si è conclusa positivamente la procedura di verifica di ottemperanza per un elettrodotto da 150mila volt Sorrento-Vico Equense-Agerola-Lettere. Approvato anche un progetto relativo all’impianto Icpf per il trattamento di materiali nucleari nel polo atomico Itrec Trisaia di Rotondella (Matera).

Importante anche il via libera ambientale all’aggiornamento del masterplan dell’aeroporto di Catania Fontanarossa. In campo energetico, ma in questi casi in Alta Italia, la commissione Via in queste settimane ha approvato un adeguamento della centrale di compressione gas di Malborghetto e il rifacimento del metanodotto Ravenna Mare-Ravenna Terra.


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