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Cominciamo dalle basi. Il “NIC” rappresenta l’Indice Nazionale dei prezzi al consumo per l’Intera collettività: si riferisce alla generalità dei consumi delle famiglie presenti in Italia. L’ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica, pubblica l’indice mensilmente ed è possibile consultarlo in combinato con una ricca nota metodologica.

E’ a questa pubblicazione che dobbiamo far riferimento quando leggiamo che “l’inflazione per le famiglie in Italia è aumentata” (o diminuita).

Ora, però, l’inflazione rilevata può essere congiunturale o tendenziale. Quando parliamo di variazione congiunturale dell’indice dei prezzi, in particolare, la variazione percentuale viene misurata rispetto al mese precedente (Agosto 2023 rispetto a Luglio 2023).

La variazione tendenziale è, invece, la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dello scorso anno (Agosto 2023 rispetto ad Agosto 2022).

E’ almeno dal Settembre dello scorso anno che, proprio mentre il nostro Paese registra un record inflazionistico che non si vedeva dal 1984, la Basilicata (con un pugno di regioni: Valle d’Aosta, Calabria, Puglia, Molise) si gioca il primato del minor tasso di crescita dell’indice dei prezzi al consumo (variazione tendenziale). Intendiamoci, sempre un tasso elevato (i livelli del 10%, e più, di inflazione congiunturale che ci accompagnano in questo 2023 sono cinquanta volte maggiori dell’inflazione su base annua registrata nel corso del 2021), ma meno rispetto al resto d’Italia. Negli ultimi mesi di questo 2023, poi, il ‘primato’ della Basilicata (e, tra i Comuni Capoluogo, della Città di Potenza) è pressoché un dato consolidato.

ll bonus gas Basilicata è un bonus che permette di ottenere uno ‘sconto’ sulla bolletta del gas per le utenze domestiche, incluse quelle dei condomìni, dei residenti nella Regione Basilicata. In questi giorni, la politica lucana ne celebra l’anno di applicazione: la legge regionale è in effetti del 23 agosto, ma, in realtà, il complesso sistema di avvio, con la presentazione delle autocertificazioni da parte dei futuri beneficiari, si prolungò sino all’Ottobre dello scorso anno.

Esiste un collegamento tra la bassa crescita dell’indice dei prezzi (crescita tendenziale) ed il bonus gas regionale? Ad ogni comunicato stampa rilasciato da ISTAT in relazione alla diffusione della stima definitiva dell’indice dei prezzi NIC (relativo al mese precedente), segue puntuale, da parte di fonti regionali, l’evidenza degli effetti benefici del Bonus Gas per la Basilicata, con tanto di riferimento al record lucano di bassa inflazione.

D’altra parte, la circostanza che, da mesi, l’indice dei prezzi in Basilicata segnali la regione come area nella quale l’aumento inflazionistico rilevato sia minore rispetto ad altri territori e l’evidenza che lo stesso ISTAT (nelle note metodologiche), nonché, recentemente, l’Ufficio parlamentare di bilancio abbiano considerato la misura del Bonus gas regionale come un’azione di contrasto all’aumento dei prezzi (nel caso particolare, tariffe) energetici, costituiscono un dato di fatto.
Vorremmo provare però ad avanzare qualche elemento di riflessione.

Primo. Se si avesse la pazienza di esaminare le variazioni percentuali congiunturali dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività negli ultimi mesi – NIC da Aprile a Luglio 2023 – risulterebbe non vero che la Basilicata sia la regione con la minore variazione percentuale: ci sono sempre regioni che mostrano valori inferiori. Questa considerazione, però, non contraddice il costante ‘primato’ regionale dal punto di vista tendenziale e non destituisce di fondamento l’apporto dei ‘beni energetici’ rispetto al conseguimento di tale risultato.

Secondo. E qui chiedo al lettore un supplemento di pazienza e di attenzione. L’indice dei prezzi Istat, nella componente delle tariffe energetiche, tiene conto dei “bonus”. DEI bonus e non semplicemente DEL bonus lucano, giacché nel nostro Paese, dall’inizio del 2021, opera il cosiddetto “bonus sociale” per i consumi elettrici, gas e idrici delle famiglie ‘in stato di disagio economico’. In questo caso è lo Stato (e non la Regione) a sostenere economicamente i beneficiari, alleviando le spese sostenute e addebitate nelle bollette dei consumi. Tuttavia, il principio di funzionamento delle due tipologie di misure agevolative è completamente differente: lì (per il Bonus sociale statale) ad attestare la condizione di disagio economico vi sono ISEE e numerosità del nucleo familiare, qui (nel caso lucano), invece, non si tiene conto dell’ISEE e del numero di componenti del nucleo beneficiario.

Ancora, nel primo caso (statale), il valore dei bonus sociali elettrico, gas e idrico è determinato e periodicamente aggiornato (di norma, ad inizio anno) da ARERA, l’Autorità di regolazione di settore; esso, inoltre, corrisponde ad un importo garantito su base trimestrale (seppure con una progressività – sino al 100% – dovuta alla numerosità del nucleo familiare e alla considerazione della zona climatica). Nel caso lucano, invece, fermo restando che la norma dovrebbe rimborsare la componente di costo energia della bolletta (non gli oneri di sistema e di trasporto), non esiste un importo determinato a monte, ma un meccanismo (in verità, macchinoso e non si sa quanto efficace) che dovrebbe consentire nel primo anno di applicazione “un contributo non superiore al consumo effettivo dell’anno termico precedente” (che, chiaramente, varia da utente a utente, da nucleo familiare a nucleo familiare).

Ora, ISTAT – partendo dalle tariffe che ARERA espone sul proprio sito istituzionale, valide per l’intero territorio nazionale – tiene conto del Bonus Sociale gas statale e del Bonus gas lucano (che si cumulano e non si escludono a vicenda), sostanzialmente in due step: prima (Bonus lucano), procede al ricalcolo della tariffa considerando la componente energia come media aritmetica ponderata (costo energia azzerato per le famiglie beneficiarie, costo energia effettivo per le restanti famiglie lucane) e sommando gli oneri di sistema e i costi di trasporto; quindi, come per le altre Regioni, Istat valuta, rispetto alla tariffa ‘lucana’, la componente legata al bonus sociale statale, dipendente da reddito/Isee e nucleo familiare.

Riepilogando: una volta calcolata la spesa sostenuta con le tariffe applicate per la Basilicata (grazie al bonus regionale), si considerano i bonus statali secondo gli importi definiti e determinati da ARERA; alla fine, si ottiene una spesa, al netto DEI bonus, su cui si calcola l’indice. L’ipotesi di lavoro e calcolo è l’azzeramento, in sede di determinazione delle tariffe in Basilicata, del costo energia per le famiglie beneficiarie: circostanza che, tuttavia – per modalità di calcolo, difficoltà di considerare il consumo effettivo delle utenze e allineamento con le tempistiche di fatturazione dei diversi operatori – non si realizza a cadenza mensile e ad ogni emissione di bolletta/fatturazione (non almeno per la totalità delle famiglie beneficiarie) ; circostanza cui sarebbe meglio guardare come ad un obiettivo traguardabile solo con il conguaglio (rispetto ai ‘consumi reali’) che lo stesso Legislatore regionale ha in ultimo calendarizzato con le bollette emesse a partire dal mese di ottobre (a conclusione dell’Anno termico).

Insomma, distinguere il reale impatto sulle tariffe gas (e quindi indirettamente sull’indice dei prezzi cui queste concorrono), derivante dall’applicazione del Bonus gas statale piuttosto che dal Bonus gas regionale, è impresa tutt’altro che facile. Lo studioso avrebbe non poco interesse a farlo e per una serie, non irrilevante, di motivazioni: l’effetto preponderante del bonus statale – sensibile al dato ISEE e al disagio economico dei beneficiari – attesterebbe, oltre al dato gradito del contrasto all’innalzamento dell’inflazione, anche la presenza di una diffusa situazione di disagio (necessitante appunto della misura); una ‘sensibilità’, questa, che il Bonus regionale – applicato senza il discrimine dell’Isee ed applicato universalmente- non sarebbe invece in grado di restituire.

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Come dire: al declino dei prezzi (o, meglio, al loro innalzarsi meno che in altri contesti territoriali del nostro Paese) concorrono i bonus sociali, statali e regionali, ma la rilevazione diffusa di valori contenuti dell’indice ISEE (circostanza che fa scattare ‘in automatico’ il bonus statale nelle bollette di luce, gas ed acqua) restituisce una situazione di criticità per il reddito delle famiglie lucane beneficiarie; è superfluo ricordare che anche la riduzione del PIL comporta un declino dei prezzi, ma per l’aumento di disoccupati, per il minor flusso di soldi in circolazione per i consumi.

Differente è anche la base (e fonte) dei dati per le due tipologie di Bonus gas: nuclei di famiglie beneficiarie (per Isee e numerosità del nucleo), così come importo (predeterminato) del beneficio sono dati disponibili direttamente da fonte ARERA per l’elaborazione ISTAT; numero di beneficiari e importo del beneficio per la misura lucana devono essere trasmessi ad ISTAT dagli Uffici regionali di competenza.

Questo aspetto è anch’esso di grande interesse: gli Uffici Regionali (fonte dei dati che Istat provvede poi ad elaborare mensilmente per la diffusione dell’indice NIC) trasmettono numero dei beneficiari ed importo ‘beneficiato’ (il costo energia coperto dal Bonus),mensilmente, sulla base della rendicontazione da parte delle Società venditrici (del gas)? Ma, da Disciplinare regionale, queste Società rendicontano alla Regione su clienti beneficiari ed ammontare del contributo entro la fine del mese successivo a quello di emissione della fattura in bolletta. Vi sarebbe, perlomeno, un problema di allineamento tra dati in entrata e dati oggetto di trasmissione ad Istat.

Oppure, oggetto di trasmissione regionale nei riguardi dell’ Istat è il solo numero dei beneficiari (sulla base dell’ipotesi di lavoro che prevede l’azzeramento della componente energia della tariffa per tutti questi, tale da rendere irrilevante la conoscenza dell’importo mensile effettivamente garantito nell’applicazione della misura)? E, ancora, il numero dei beneficiari deriva dall’elaborazione del dato trasmesso dalle Società venditrici? O tiene conto anche dei dati trasmessi da Comuni e raccolta delle autocertificazioni trasmesse telematicamente dai cittadini? (operazione di acquisizione/raccolta conclusasi solo alla fine del mese di Ottobre scorso, con possibilità di proroga successiva: quale dato sarebbe stato quindi trasmesso per i mesi di Ottobre, Novembre, Dicembre 2022?)

Insomma, prima di accordare alla misura del Bonus gas regionale poteri taumaturgici, il merito dell’inflazione più bassa d’Italia e la difesa delle famiglie meno abbienti (tutti effetti di cui saremmo i primi a compiacerci), l’esercizio di controllo democratico dell’operato delle Istituzioni ed il vaglio critico ci impongono di considerare i freddi prospetti numerici e di scongiurare l’amaro calice della suadente illusione.

*Tecnico Ambientale

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