Un'automedica
3 minuti per la letturaPIZZO (VIBO VALENTIA) – Un malore, l’ambulanza senza personale, l’arrivo di un’automedica senza dottore a bordo e una discussione con la guardia medica sulla necessità di un trasferimento ospedaliero. È l’ennesimo caso di sanità malata, iniziato ieri in piazza della Repubblica a Pizzo. Protagonista è la signora T.C. originaria di Napoli lì in vacanza. A fine cena assieme ad una cugina e due amiche la donna ha accusato un malore improvviso. Sudorazione fredda, perdita dei sensi, parole a metà. A dare l’allarme è stata la cugina, che ha avvisato prontamente la proprietaria del locale. Quest’ultima ha allertato i presenti per un primo soccorso di emergenza. A prodigarsi è stato un’ex assistente di volo.
Intanto viene chiamato il 118. La conversazione con l’operatore va avanti per più di cinque minuti nel tentativo di capire la gravità delle condizioni della signora, i suoi parametri. Poi la doccia fredda: non c’era un mezzo a disposizione con personale per intervenire. Viene così allertata la guardia medica del posto e solo dopo 18 minuti sul posto arriva la Croce Rossa con due operatori senza medico a bordo. La donna in tutto ciò era stremata, continuava a vomitare, perdere i sensi tanto da non riuscire a stare in piedi. A fatica raggiunge l’ambulanza e gli operatori procedono con la misurazione della saturazione e della pressione.
Nel frattempo la cugina, l’unica a conoscere la storia medica della parente, tenta di spiegare le patologie gravi di cui soffre la donna. E qui le cose diventano assurde: la donna ha riferito di essere stata zittita in modo sgarbato da uno dei due operatori. In sostanza le avrebbero detto: «Deve tacere, dobbiamo ascoltare chi non sta bene». Una situazione surreale, in quanto la donna che necessitava soccorso non era in grado di spiegare. Ma l’odissea non finisce qui. La parente categoricamente non è stata fatta salire in ambulanza ed ha dovuto raggiungere la guardia medica con l’aiuto di alcune amiche.
A fine serata si è sfogata a gran voce: «A Napoli siamo messi male con la questione sanità ma qui in Calabria, siete pessimi». E ancora: «In guardia medica c’è stato un battibecco tra il dottore di turno e i due operatori intervenuti sul posto; il medico, ha urlato che fosse il caso di portarla direttamente in ospedale, rimarcando di non essere in grado di far fronte a situazioni così complesse che richiedono repentinità e attrezzature». Alla domanda del sanitario agli operatori: «Almeno avete provveduto a fare un elettrocardiogramma?», i due hanno risposto «No, non siamo autorizzati a farlo». Lo stesso medico ha atteso almeno un paio di minuti per capire alla luce delle patologie della signora se fosse necessario il trasferimento in ospedale. A ciò è seguito un: «Dobbiamo intervenire su Tropea, non possiamo sempre perché non autorizzati».
All’ultima domanda del dottore: «Cosa debbo fare per arginare il problema?». La risposta lascia perplessi i presenti: «Deve chiamare lei il 118 e spiegare la gravità della situazione». Alla donna nel frattempo non è stato somministrato nemmeno un Plasil per calmare il vomito poiché l’ambulanza non ne era provvista. Un vero e proprio film dell’orrore se, si considera l’accaduto. Una serie di macchinette per la misurazione della glicemia non funzionanti se non quella personale del medico e persino una lamentela del sanitario sul non essere muniti di un ventilatore a fronte di quel caldo infernale. La signora resta in osservazione un’ora, avendo scongiurato il peggio ma, lamentandosi della situazione soprattutto, alla luce di problematiche pericolose e conclamate.
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