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Servirebbe una unica società per azioni per rilanciare le Città Metropolitane soprattutto con riferimento al Trasporto pubblico locale

Intanto penso sia utile, come primo atto, individuare le varie fonti in cui attingere le risorse mirate alla riqualificazione delle nostre aree metropolitane, fonti tutte supportate da appositi strumenti di Legge, da appositi riferimenti nazionali e comunitari. Riporto alcuni riferimenti normativi da cui si evince quali siano i riferimenti e le coperture per il Trasporto Pubblico Locale.

I RIFERIMENTI PER RILANCIARE IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE NELLE CITTÀ METROPOLITANE

  1. Il decreto legge n. 50/2017 (articolo 27, comma 1) ha rideterminato per legge la consistenza del Fondo fissandola in 4.789,5 milioni di € per l’anno 2017 ed in 4.932,6 milioni € a decorrere dall’anno 2018, disapplicando pertanto il precedente meccanismo di quantificazione del Fondo che era variabile ed ancorato al gettito delle accise su benzina e gasolio: fino al 2017, il Fondo è stato infatti alimentato con una quota di compartecipazione al gettito delle accise sul gasolio per autotrazione e sulla benzina
  2. Gli stanziamenti del Fondo TPL si trovano adesso, nel Bilancio dello Stato, sul capitolo 1315 dello Stato di previsione della spesa del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Tab. 10). Modifiche allo stanziamento del Fondo sono state apportate dalla legge di bilancio per il 2018 (legge n. 205 del 2017) e dalla legge di Bilancio 2022. Lo stanziamento del Fondo TPL nella legge di Bilancio triennale 2022-2024 ammonta a circa 4.989,5 milioni di € per il 2022, a 5.093,5 milioni di € per il 2023 e a 5.180,5 milioni di € per il 2024.
  3. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nell’ambito della “Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica”, componente (M2C2), “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile” prevede lo sviluppo di un trasporto locale più sostenibile, con una previsione di spesa di 8.580 milioni di euro. Ulteriori risorse sono previste per la sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale e l’investimento nei bus elettrici
  4. Nel PNRR sono previsti, nell’ambito della Missione 2, componente 2, fondi per 3.600 milioni di euro, per lo spostamento di almeno il 10% del traffico verso sistemi di trasporto rapido di massa con la realizzazione di 240 km di rete di cui: metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km). Il focus dell’intervento sarà principalmente sulle aree metropolitane delle maggiori città italiane.
  5. La legge di Bilancio 2022 prevede fondi per le Metropolitane nelle grandi aree urbane: Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino, così ripartiti:
    • 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023;
    • 100 milioni di euro per l’anno 2024;
    • 200 milioni di euro per il 2025;
    • 250 milioni di euro per l’anno 2026;
    • 300 milioni di euro per l’anno 2027;
    • 350 milioni di euro per l’anno 2028;
    • 300 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2029 al 2036.
  1. Nel bilancio 2021-2023 sono espressamente attribuiti agli “Interventi a favore delle linee metropolitane”, in termini di competenza 678,89 milioni di euro per l’anno 2021 e 890,58 milioni di euro per l’anno 2022 e 1.182,69 milioni di euro per l’anno 2023 (per un totale di 2.752,16 milioni di euro nel triennio). Una parte di tali risorse, pari a complessivi 1.279,5 milioni di euro nel triennio, è destinato al completamento di interventi nel settore del trasporto rapido di massa (320 milioni di euro per l’anno 2021 e 395,2 milioni di euro per l’anno 2022 e 574,3 milioni di euro per l’anno 2023), sono iscritte sul capitolo 7400/MIT e provengono dal Fondo da ripartire per gli investimenti e le infrastrutture, istituito presso il MEF dal comma 140 della legge n. 232/2016.
  2. Poi ci sono le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione 2021 – 2027 che potrebbero vedere assegnate dei 73,5 miliardi di € circa 6 miliardi di euro per interventi nelle grandi aree metropolitane
  3. Inoltre molte delle realtà metropolitane potrebbero accedere ai fondi garantiti dal Sistema delle Reti Trans European Transport (TEN – T) fino ad un valore globale di circa 4 miliardi di euro nel prossimo triennio

COME RILANCIARE LE CITTÀ METROPOLITANE

Analizzando attentamente tutti i capitoli di spesa, verificando capitolo per capitolo, fondo per fondo le risorse assegnate e rimaste tali, leggendo anche assegnazioni speciali date dalla Unione Europea, ho potuto verificare che sono ancora disponibili, sin da ora o lo potrebbero diventare attraverso una rilettura dettagliata delle varie norme e dei vari capitoli di spesa, circa 9 miliardi di euro e questo lievito finanziario gestito e frantumato nelle quattordici realtà metropolitane, purtroppo, rischia di rimanere solo una potenziale voce di spesa e non trova concreta attuazione all’interno di realtà urbane come la nostra capitale sempre più simile alla capitale della Somalia Mogadiscio o come Palermo, o come tutte le realtà metropolitane del Mezzogiorno sempre più vicine ad essere megalopoli del sottosviluppo.

9 MILIARDI PER UNA SOCIETÀ PER AZIONI

Con una disponibilità di 9 miliardi sicuramente le quattordici aree metropolitane potrebbero dare vita ad una Società per Azioni, offrendo a privati il 49% delle azioni. La missione della Società dovrebbe essere quella di realizzare:

  • Le reti viarie
  • Le reti ferroviarie
  • Le reti metropolitane
  • Gli hub logistici (stazioni, impianti aeroportuali, interportuali e portuali)

Il matrimonio pubblico – privato eviterebbe il rischio di creare un carrozzone incapace di dare concreta attuazione ad un progetto che, come dicevo prima, si rivolge a realtà urbane, a grandi realtà metropolitane e che insegue, da sempre, livelli di efficienza e di qualità che nel nostro Paese sono leggibili solo in qualche area metropolitana come quelle di Milano o di Bologna.

RIQUALIFICARE LE CITTÀ METROPOLITANE PER RILANCIARE I TERRITORI

Devo anche far notare che riqualificare le quattordici realtà metropolitane significa attivare un rilevante processo di infrastrutturazione di oltre 300 realtà urbane, infatti ogni area metropolitana coinvolge direttamente ed indirettamente mediamente almeno venti realtà urbane presenti nel suo hinterland.

Politicamente, sono sicuro, una simile proposta non troverà consenzienti i vari schieramenti perché, in fondo, una operazione del genere toglierebbe la possibilità di aggregare il consenso ricorrendo alla logica delle “promesse programmatiche” e, soprattutto, qualora funzionasse una simile proposta il merito sarebbe di un organismo completamente laico finalizzato essenzialmente all’ottenimento di risultati e non di successi elettorali. C’è da dire però che non scegliendo o, peggio ancora, non approfondendo una simile proposta, oltre a perdere i vantaggi generati da una rilevante economia di scala vedremmo sempre, anno dopo anno, andare in perenzione quelle risorse, sì quei 9 miliardi di euro che sono disponibili da anni e che forse sono e rimarranno un tesoretto per il nostro bilancio ordinario.


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