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Speculazioni sui rincari alimentari: dai pasti in casa a quelli consumati nei ristoranti, il salasso è garantito. E ottobre appare lontano.
Sul contenimento dei prezzi il cantiere è aperto, ma intanto gli italiani continuano a fare i conti con listini caldi. La gelata che ha raffreddato le temperature, anche se è in arrivo un nuovo rialzo della colonnina di mercurio, non ha portato sollievo alle tasche dei cittadini. E la vacanza del 2023 potrebbe essere annoverata tra le più care degli ultimi anni.
Per questo si va a caccia di offerte più sostenibili, come gli agriturismi o i piccoli borghi rurali dove si può accedere a cibi di qualità alla portata di tutte le tasche. All’aumento dei listini dei carburanti si aggiunge un’altra componente fondamentale della spesa dei vacanzieri: gli alimentari. Dai pasti in casa a quelli consumati nei ristoranti, il salasso è garantito. E ottobre appare lontano.
L’ACCORDO ANTI-INFLAZIONE
Pur se mancano tasselli importanti della filiera, dal primo ottobre infatti scatterà il trimestre anti-inflazione sul carrello della spesa voluto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. I prezzi dei prodotti alimentari e di prima necessità restano troppo alti e continuano a svuotare le tasche degli italiani. Col paniere calmierato, dunque, secondo quanto ha dichiarato il ministro in occasione della firma dell’accordo, si punta a «dare un definitivo colpo all’inflazione riconducendola a livelli naturali».
Intanto, però, in attesa del 10 settembre, quando saranno definite con le associazione firmatarie del patto le modalità di controllo e contenimento del “carrello della spesa”, gli italiani devono fare i conti con vacanze segnate da listini spesso fuori controllo.
RINCARI ALIMENTARI E METEO
Per quanto riguarda il cibo, a giocare a favore dei rialzi c’è stato il clima pazzo. Questo è stato uno degli anni più difficili per l’agricoltura. Il record storico per il caldo fatto segnare a luglio è stato accompagnato in Italia – ha ricordato in una analisi la Coldiretti, sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) – da una media di 42 eventi estremi al giorno lungo la Penisola (+83%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Durante l’inverno il nord Italia è stato nella morsa di una drammatica siccità che ha provocato gravi anni alla coltivazioni. Poi è iniziata la stagione delle grandi piogge, con un maggio nero: alluvione in Emilia Romagna, Marche e parti della Toscana, ma anche bombe d’acqua al Sud.
Il risultato sono stati terreni inariditi o inondati e, a completare l’opera, la piaga degli incendi, prima in Sicilia e ora in Sardegna. Dopo i 6 miliardi persi lo scorso anno sempre per gli eventi meteo estremi, quest’anno solo in Emilia Romagna i danni al settore primario hanno superato un miliardo. Con tagli al grano (-10%), all’uva da vino (-14%), alla frutta , agli ortaggi e al pomodoro. Ma sono più salati zucchero, latte e farina. E anche il gelato rischia di diventare un lusso, con aumenti dei prezzi di coni e coppette di circa il 19% rispetto al 2022.
I PREZZI IMPAZZITI NON SOLO NEI RINCARI ALIMENTARI
A pesare sulla coppetta “d’oro”, secondo i calcoli di Coldiretti, oltre all’energia le materie prime, a partire dal +47% dello zucchero di cui il nostro Paese è fortemente deficitario. Una débâcle che si è ribaltata sui bilanci delle famiglie. Il caro benzina ha aggravato la situazione. In Italia. infatti quasi il 90% delle merci viaggia su strada e dunque un ritocco dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto a valanga sui costi delle imprese. La Coldiretti ha calcolato che, per il gap infrastrutturale, i costi della logistica incidono per oltre un terzo sul settore dell’ortofrutta.
Inoltre, spesso la ricaduta sui consumatori è amplificata dall’effetto delle speculazioni che sono sempre in agguato. Nell’ultimo semestre, per gli aumenti dei listini. gli italiani sono stati costretti a spendere 4 miliardi in più per allestire la tavola tagliando però le quantità. Una situazione che ha spinto il ministro Urso a scendere pesantemente in campo.
Il problema, infatti, è che non c’è corrispondenza tra i prezzi riconosciuti agli agricoltori e i listini dei prodotti sugli scaffali. E così finiscono per impoverirsi sia i consumatori sia i produttori agricoli, a loro volta anche consumatori. Le cause, dunque, sono molteplici e anche su questo fronte una delle soluzioni potrebbe arrivare dal Pnrr, che prevede una serie di investimenti finalizzati all’ammodernamento delle infrastrutture.
VACANZE LOW COST
Intanto, però, cosa possono fare le famiglie per ritagliarsi uno scampolo di vacanza senza dissanguarsi? La soluzione per non rinunciare a gite e pernottamenti a costi accettabili è di rifugiarsi nei piccoli borghi, che già nel periodo della pandemia avevano salvato le vacanze di molte famiglie.
Quasi il 72% degli italiani, secondo quanto emerge dall’indagine Ixe’-Coldiretti, ha scelto quest’anno di rifugiarsi nelle mete meno battute dal turismo di massa dove è possibile anche risparmiare.
«La vacanza nei piccoli borghi, da sempre fortemente caratterizzati dalla presenza dell’agricoltura – dice il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – è un esempio di turismo sostenibile, prezioso per il sistema Paese che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale del Paese».
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