INDICE DEI CONTENUTI
- 1 Imperium, l’interesse dei russi per il Sayonara e l’ombra dei Mancuso
- 2 Imperium, le trattative per la vendita del Sayonara e l’ipotesi “russi”
- 3 Imperium: il sayonara dei mancuso ai russi: L’acquirente non è convinto
- 4 Assunto Megna procuratore per la vendita
- 5 Imperium l’interesse dei russi per il villaggio dei Mancuso: la Sayonara Srl fallita
- 6 La proposta di Megna al legale del russo ad investire nel Vibonese
- 7 Il compratore si spazientisce e abbandona
Imperium, le trattative dei russi per la vendita del Sayonara, le mediazioni di avvocati e imprenditori e la figura di Assunto Megna, fedelissimo del boss Luigi Mancuso
VIBO VALENTIA – All’inizio degli anni ’90 era stato teatro di summit tra le maggiori famiglie di ’ndrangheta ed emissari di Cosa nostra per verificare la possibilità che le prime aderissero alla strategia stragista volta da Totò Riina. Possibilità che com’è noto venne meno in quanto i clan calabresi la ritennero controproducente in quanto avrebbero provocato, come poi avvenne, la reazione dello Stato e la ’ndrangheta ha sempre preferito operare nell’ombra per espandersi, riuscendovi.
Nella ricostruzione delle carte di Imperium, emerge come quel luogo, il Sayonara, era quindi diventato nell’immaginario collettivo la struttura appannaggio delle cosche, in particolare del clan Mancuso, ma questo evidentemente non aveva impedito a imprenditori russi, uno in particolare, – verosimilmente all’oscuro di tutte quelle dinamiche – di avviare una trattativa per l’acquisto della struttura ricettiva a Nicotera Marina.
Le difficoltà generali di vendita della struttura. Nell’ordinanza a firma del gip distrettuale di Catanzaro, Gilda Romano, si parla proprio di questa vicenda che risale all’ottobre del 2017, allorquando l’indagato Domenico Fonti, temendo di trovarsi coinvolto nelle dinamiche generali illecite, e consapevole dell’egemonia del clan Mancuso, avrebbe valutato come non peregrina l’ipotesi di vendere prima possibile il villaggio, appunto, ad un acquirente russo.
Imperium, l’interesse dei russi per il Sayonara e l’ombra dei Mancuso
Fonti, che si dimostra a perfetta conoscenza dei rapporti fra la precedente gestione – Ranieli-Polito con Luigi Mancuso – ne parla con Teodosia Blasimme e il padre Giuseppe che lo mette in guardia sulle difficoltà di cedere la struttura: (“…è un locale altamente compromesso con delinquenti, Domenico, altamente compromesso con delinquenti sempre fu così! è il locale stesso che è macchiato, capisci Domenico? non è che io ruppo o che non ruppo (Rompere ndr) là… se il giorno, quando fu 11, abbiamo dato l’assegnazione provvisoria e il giorno 25, 24 quando fu fecero uno di Mancuso, la figlia di Luigi Mancuso! Fece la festa di laurea là, Domenico, che là è un locale compromesso. Là sanno tutto!…”).
Sempre Giuseppe Fonti evidenzia l’impossibilità di trovare un acquirente proprio per la presenza dei Mancuso nella gestione: “non si trova. Tea… che non ci sono persone… non vanno ad investire là con mafiosi, con delinquenti… con cose che ci sono la… che non vanno… che non siamo a Capri… o a Positano… o a un’altra zona… Che si trova per venderlo… sono tutte favole con cui si riempiono la bocca… è un anno… hanno avuto un anno di tempo per trovare a chi vendere… e loro hanno interessi… e non hanno trovato… trovano adesso…).
Nell’indagine è “chiaramente emerso il ruolo dei Rapisarda subentrati nel Sayonara con il beneplacito e la indicazione dei Mancuso, un dato che porta Fonti a volersi “tenere buoni” anche tali imprenditori catanesi autorevolmente raccomandati. Anche in relazione a tale circostanza si ha un novero di captazioni che meglio esplicitano il fatto che l’affidamento della gestione ai Rapisarda ed alla “Cora Srl” sia avvenuto dietro la regia di Luigi Mancuso”.
Imperium, le trattative per la vendita del Sayonara e l’ipotesi “russi”
Consapevole della situazione, Fonti avrebbe quindi avviato le ricerche volte a trovare qualcuno con cui intavolare una trattativa per la vendita della struttura. Attività svolta con la “fattiva, attiva e preponderante partecipazione di Assunto Megna e con vari soggetti con cui entra in contatto: fra questi un imprenditore edile di Nicotera (non indagato), che aveva trovato un probabile canale di vendita in un imprenditore russo intenzionato a rilevare la proprietà del Villaggio: (“Questi sono russi, sono figli di puttana, hanno questi (soldi) e lo possono fare”).
Le trattative appaiono ben strutturate con Megna che si fa portavoce – in prima battuta – di Fonti e di Ranieli e Polito, con l’imprenditore che risulta essere in contatto con un avvocato quale procuratore di un imprenditore russo interessato alla intera impresa Sayonara; circostanza che porta Megna a tenere i contatti sia tutti e tre, che gestiscono la società “Sayonara”, già titolare della gestione del sito (quindi destinatari degli introiti della vendita di
cui si prospetta un valore di 5/6 milioni di euro). Tutta la trattativa, che alla fine cadrà, è connotata dalla particolare posizione dei soggetti coinvolti: Fonti che ha acquistato come privato dall’asta fallimentare, la gestione che è in capo a terzi (la Cora Srl, ma con la presenza ingombrante di Ranieli e Polito; Megna ha la necessità di far comprendere e spiegare tali equilibri all’imprenditore russo che vorrebbe assicurarsi l’acquisto senza intoppi).
Imperium: il sayonara dei mancuso ai russi: L’acquirente non è convinto
Entusiasta in un primo momento (“hanno visto le foto e i filmati e gli è piaciuto assai”) l’acquirente russo inizia però a non essere più convinto dell’acquisto per via delle diverse titolarità dei problemi per la conclusione dell’affare. Le problematiche emerse durante le trattative, in punto di distinta proprietà e gestione, portano ad una offerta di gran lunga inferiore all’effettivo valore di 5/6 milioni di euro, poiché veniva fissato in 3 milioni e mezzo mantenendo la gestione del villaggio, che invece il acquirente russo avrebbe voluto acquisire per avere piena autonomia di gestione, circostanza che l’avvocato negli incontri di persona aveva già esternato (“io il gestore non la voglio perché poi ce lo gestiamo noi. Se lo gestiscono loro…”).
Assunto Megna procuratore per la vendita
A Megna viene affidato il ruolo proprio di Procuratore dell’affare, tenuto a fare da intermediario fra i soggetti coinvolti, a trasmettere i relativi documenti; addirittura sempre Megna prospetta che venga delegato a operare personalmente lui stesso la vendita, un affare che – siamo ai primi giorni di ottobre – viene pressato nella sua necessaria definizione, poiché,
richiamando l’accordo fra Ranieli e Fonti, la data del 10 ottobre era il termine ultimo (che poi verrà prorogato) entro cui il primo – in base agli accordi precedenti – avrebbe potuto riacquistare la struttura e allontanare il secondo, oppure entro la quale i due avrebbero avviato una nuova società in comune per la gestione. Il problema subentra nel momento in cui l’avvocato comprende che la società Sayonara Srl è fallita ma risulta subito aggirabile.
Imperium l’interesse dei russi per il villaggio dei Mancuso: la Sayonara Srl fallita
AVVOCATO: “Quando siamo stati giù e tu mi hai detto che era la società ed era la “Sayonara Srl”… MEGNA: “La società è la Sayonara s.r.l. però… adesso che hanno venduto il bene, la società Sayonara Srl è…”; AVVOCATO: “…Senza niente? No, ma infatti noi la potremmo riprendere perché arriva dal 2016 pulita dal tribunale, di conseguenza è immacolata, è tornata verginella la società, se non hanno fatto delle porcherie nel 2017 ma non penso, se non ha dentro niente e poi… compriamo il bene così abbiamo anche la giustificazione di fare i due pagamenti: 3,5 (milioni) e i 2,6 che saltano fuori…”.
MEGNA: “Sì, ma come si fanno i 2.5?”; AVVOCATO: “e gli dobbiamo buttare su una carta, o su dei conti, se ce li avete già me li date”; MEGNA: dobbiamo fare dei conti all’estero?”; AVVOCATO: “per forza”; MEGNA: “Non in Italia…”; AVVOCATO: “No, in Italia è conveniente di no … o Dio poi… se ci paghiamo sopra le tasse e lo dichiariamo non ce ne frega niente, cioè li possiamo utilizzare anche serenamente”; MEGNA: “Ma se ne prendono la metà poi…”; AVVOCATO: “E sì, si prendono il 50 %, tutto… non vale la pena…”).
La proposta di Megna al legale del russo ad investire nel Vibonese
Evidentemente galvanizzato per l’imminente buon esito dell’affare, Megna avrebbe prospettato nuovi affari per la controparte russa nel territorio di Vibo Valentia e l’avvocato avrebbe quindi compreso la sua caratura ed il suo potere, sottolineandolo poi al figlio appena risale in auto (“MEGNA: Dì a questo russo. non so che rapporti hai tu. che se lui vuole fare cose giù gli possiamo far fare il mondo. quindi ma non nella zona di… nella zona… Tropea, Capo Vaticano, Nicotera, Pizzo Calabro … la zona … quella è dove c’è il turismo gli altri posti … c’è poco .. dove c’è il turismo quello vero che ci sono villaggi, hotel e cose … è quella là”.
AVVOCATO: “Buono, iniziamo intanto da questo e poi vediamo che cosa succede”; MEGNA: “Lui se vuole fare questo lavora qua … questo investimento è capitato nel posto giusto e noi non dico che siamo le persone giuste; “AVVOCATO: “Però ci si può lavorare …. (ride)”. E appena il professionista entra in macchina ne parla col figlio (PADRE: (ride); FIGLIO: “Questa è la ‘ndraghetaaaaa…; PADRE: “E si vede…”; FIGLIO: !Questo giù comanda…”; PADRE: “già il cognome è un…”).
Il compratore si spazientisce e abbandona
Ai primi di ottobre emergono però sempre più i problemi prospettati dall’imprenditore che non si fida della condizione di privato venditore di Fonti e prospetta l’intervento di realtà societarie che possano mediare e garantire l’affare tuttavia esterna le sue perplessità all’avvocato che le riporta all’imprenditore nicoterese (“Ma il problema adesso è che… il cliente… vedendo tutte le volte che vogliono sempre una cosa diversa una cosa nuova… Si sta un po’ indispettendo… dicendo va beh… qua siamo alle solite cose degli italiani… E poi questo va da un’altra parte a cercare qualcos’altro…”).
Infine, l’acquirente russo abbandona l’affare, restando indispettito per le continue modifiche apportate, per le notizie frammentarie che ha ricevuto durante la trattativa, per il dualismo fra la proprietà della struttura e la gestione (AVVOCATO: “lui dice c’è qualcosa che non funziona, fa mi avete raccontato delle favole, prima su una cosa e poi su un’altra, adesso fa, vado prima a controllare io il tutto se poi eventualmente mandiamo la lettera a chi ha la proprietà reale di questo bene… lui interessa comprare la proprietà ma con tutte le attività che ci sono dentro anche con lo gestione perché lui dice se mi compro solo l’immobile e poi l’immobile non lo posso utilizzare perché non ho, come si dice, la gestione anche e le licenze e lui il bene se lo deve comprare no come persona fisica perché non lo può fare essendo cittadino russo”).
E quando l’affare naufraga Megna soffre non per la perdita dello stesso in sé, ma per la figura che egli avrebbe fatto, per la sua incapacità di gestire la trattativa che invero, se ben riuscita, avrebbe avvalorato il suo potere.
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