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L'intervento di Sergio Mattarella alla cerimonia del Ventaglio

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PIU’ che un discorso, quello di ieri di Sergio Mattarella alla cerimonia del Ventaglio sembra essere stato una lezione di metodo sui migranti, sui rischi legati al risultato del Pnrr, sulla separazione dei poteri, sui valori dell’informazione. La cerimonia del Ventaglio è il saluto consueto della stampa parlamentare all’inquilino del Colle prima della pausa di agosto. Ed è proprio dall’informazione che il capo dello Stato intende partire. Informazione che «ogni giorno in ogni luogo – sottolinea – illumina le zone d’ombra, le istituzioni devono riconoscimento e tutela massima, perché l’informazione libera e indipendente è l’antidoto alla disinformazione».

STAMPA DA DIFENDERE

Nella sua lezione Mattarella difende la libertà di stampa e dei giornalisti, che spesso, come in Ucraina, rischiano la vita. Ragione per cui i cronisti devono essere messi «al riparo da ogni forma di intimidazione». Il tutto senza dimenticare di salvaguardare «il pluralismo delle opinioni». Per dire, recentemente «l’informazione ci ha consegnato di recente immagini di migranti tragicamente morti nel deserto o in mare. Sono immagini che feriscono le nostre coscienze. Non è pensabile che nell’animo umano ci sia un tale cinismo». Ecco perché la questione migranti deve essere affrontata con metodo. «È un tema che riguarda tutti i Paesi, non solo l’Italia, è stato importante l’evento promosso dal governo sui flussi migratori e di grande rilevo l’intento di condividere le riflessioni, affinché la comunità internazionale lo affronti come tema globale, servono soluzioni condivise». Come dire: ognuno deve fare la sua parte, dal governo italiano a tutti i Paesi che compongono l’Europa e alle istituzioni di Bruxelles e Strasburgo: «È importante aver conseguito il coinvolgimento della Ue sulla migrazione. Testimoniato dalla presenza della presidente della Commissione europea negli incontri nei Paesi di origine e transito. È un risultato di grande importanza». D’altro canto, «i numeri dell’emigrazione e le percentuali di incremento e decremento non possono rappresentare un paravento, dietro ci sono persone, le vite, speranze, un futuro che sovente viene cancellato. Non si può rimuovere questa realtà ignorandola».

PNRR E NEGAZIONISTI DEI MUTAMENTI CLIMATICI

Ma è forse sul Pnrr che Mattarella utilizza i toni più netti della sua lezione, servendosi delle parole di Alcide De Gasperi: «Invito tutti a mettersi alla stanga, per usare un’altra volta una espressione degasperiana. Dobbiamo avvertirne tutti il carattere decisivo per l’Italia e non esserne estranei, per arrecare apporti costruttivi». E ancora: «Non si tratta di una questione del governo, di questo governo o dei due governi precedenti, ma dell’Italia. Dobbiamo tener conto tutti di non esserne estranei, ma di esserne responsabili certamente in misure diverse, di dover recare apporti costruttivi. Un eventuale insuccesso o un risultato soltanto parziale non sarebbe una sconfitta del governo, ma dell’Italia. Così sarebbe visto e interpretato fuori dai nostri confini e così sarebbe nella realtà».

Dopodiché decide di bacchettare i negazionisti del clima che, nelle ore in cui brucia l’Italia meridionale e in Lombardia ci sono 100 milioni di danni a causa del maltempo, sono tornati a farsi sentire: «Le terribili immagini legate alle conseguenze del cambiamento climatico, sono tali che tante discussioni sulle loro cause appaiono sorprendenti. Occorre avere la consapevolezza che siamo in ritardo. Bisogna agire da una parte cercando di incrementare l’impegno a salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico. Sappiamo che sarà un impegno difficile, su scala globale, i cui effetti vedremo nel tempo».

POLITICA E MAGISTRATURA

Eppure un altro passaggio duro riguarda la Commissione d’inchiesta sul Covid, appena varata dalla Camera, ora al Senato. Non la nomina esplicitamente, Mattarella, ma il riferimento appare chiaro: «Iniziative di inchieste con cui si intende sovrapporre l’attività del Parlamento ai giudizi della magistratura si collocano al di fuori del recinto della Costituzione e non possono essere praticate. Non esiste un contropotere giudiziario del Parlamento, usato parallelamente o, peggio, in conflitto con l’azione della magistratura». Nella legge che istituisce la Commissione si esplica la volontà di verificare la costituzionalità degli atti di governo adottati durante la pandemia. «Non sono le Camere – ha ammonito il capo dello Stato – a poter verificare, valutare, giudicare se norme di legge, che il Parlamento stesso ha approvato, siano o meno conformi alla Costituzione, perché questo compito è riservato dall’articolo 134 in maniera esclusiva alla Corte costituzionale». «Non può esistere una giustizia costituzionale politica», ha sintetizzato.

E questo discorso non può non valere anche per la magistratura, che deve tenere conto che «elaborare le leggi spetta al Parlamento». E allo stesso tempo il potere politico deve rispettare il ruolo della magistratura chiamata a giudicare, secondo Costituzione. Ed è, quest’ultimo, un richiamo al rispetto delle regole di un Paese con una tendenza alla anarchia. «Ciascuno faccia il proprio mestiere e cerchi di farlo bene» ha detto testualmente.


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