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L’inutilità della Commissione pari opportunità del Comune di Lamezia Terme che continua a non esprimersi su vari aspetti

LAMEZIA TERME – Non solo l’assoluto silenzio sul mancato rispetto delle quote rosa nel consiglio di amministrazione di Lamezia Europa spa, società partecipata del comune di Lamezia Terme. Ma la commissione comunale pari opportunità non ha presentato, a un anno dal suo roboante insediamento, nemmeno la relazione annuale della sua attività come prevede il regolamento.

Benché sollecitata dal Quotidiano del Sud, infatti, non si è ancora espressa la Commissione Pari Opportunità Lametina, con Annalisa Spinelli presidente e con Lucia Alessandra Cittadino vicepresidente, né è stata proposta al consiglio comunale la “Relazione annuale” sull’attività svolta corredata da osservazioni e proposte come prevede l’articolo 5 del regolamento della commissione sul programma dell’attività.

Come è noto, il decreto presidente della Repubblica n. 251 del 2012 detta i termini e le modalità di attuazione della disciplina concernente la parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo nelle società controllate dalle pubbliche amministrazioni a livello centrale, regionale e locale, costituite in Italia e non quotate sui mercati regolamentati.

Perciò, si chiede alla presidente Spinelli «quali siano le iniziative intraprese dalla Commissione Pari opportunità di Lamezia Terme, che presiede, in merito alla valutazione del rispetto delle norme sulle quote rosa spettanti al genere meno rappresentato, riguardanti una delle società per azioni pubbliche, come Lamezia Europa spa, nella quale il comune di Lamezia Terme detiene ben il 28,52% delle quote azionarie e risultando così il primo azionista, prima di Fincalabra spa 20%, di Camera di Commercio Catanzaro 14,14% e della Provincia di Catanzaro 13,90».

Quali siano, inoltre, le iniziative intraprese dalla Commissione comunali Pari opportunità per tutelare la parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo nelle società, costituite in Italia, controllate da pubbliche amministrazioni, ai sensi dell’articolo 2359, commi primo e secondo, del codice civile, non quotate in mercati regolamentati, in attuazione dell’articolo 3, comma 2, della legge 12 luglio 2011, n. 120; ed in particolare quali siano stati i provvedimenti intrapresi al momento della presa d’atto della violazione della parità di genere (convocazione dell’ufficio di presidenza, composto da Mary Pileggi, Katia Nero e Vincenzina Aloe).

Quali siano, nello specifico, le iniziative intraprese dalla Commissione Pari opportunità nei confronti del sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, e della sua rappresentante nel Consiglio di amministrazione di Lamezia Europa, Celeste La Gamba, per conoscere in che modo entrambi abbiano concorso rispettivamente nell’assemblea degli azionisti e nel Consiglio di amministrazione della società al rispetto della norma di genere “violata”.

Oltre un anno fa il sindaco Mascaro fu più volte sollecitato dalla consigliera Rosy Rubino e Chiara Viviano di Fratelli d’Italia a provvedere (era 19 maggio 2022) al suo travagliato insediamento che fu reso possibile solo il 4 luglio 2022. Ma forse il sindaco Mascaro vorrebbe impedire quanto Rubino e Viviano auspicavano: «dall’organismo permanente di consultazione potrebbero giungere importanti indicazioni per rimuovere tutti quegli ostacoli che ancora oggi impediscono, anche nella città di Lamezia Terme, di realizzare un contesto sociale più equo e solidale».

L’inerzia della Commissione Pari opportunità confligge, tra l’altro, con le sue stesse “finalità” di esistenza, allorquando stabilisce nel suo regolamento: “La Commissione Pari opportunità riferisce sull’applicazione, da parte di soggetti pubblici e privati, delle leggi relative alla parità tra uomo e donna, soprattutto in materia di lavoro femminile e di impiego della donna; opera per la rimozione di ogni forma di discriminazione rilevata e denunciata; promuove una adeguata presenza femminile nelle nomine di competenza comunale”.

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