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Con l’ondata estrema di caldo in Basilicata si registrano aumenti degli accessi ai pronto soccorso e le chiamate al 118. Preoccupa però la carenza di personale sanitario

«Il 20% in più di accessi ai pronto soccorso e alle chiamate per gli operatori del 118, una media che va dalle 120 alle 160 presenze al giorno negli ospedali con maggiore bacino di utenza: sono i recenti dati legati all’emergenza caldo». A riferirlo sono Giuseppe Verrastro, segretario regionale aggiunto Uil Fpl e Raffaele Pisani, segretario territoriale del 118.

«L’ondata di calore non rappresenta solo un rischio per la salute della collettività, ma mette a dura prova il lavoro quotidiano degli operatori sanitari. La carenza cronica di personale, non aiuta certo ad affrontare il sovraffollamento delle aree di pronto intervento, ed è per questa ragione che, in un frangente del genere, assume un ruolo chiave, più che mai, la figura dell’infermiere domiciliare. I più esposti sono i nostri anziani. Ed è a loro – sottolineano i due – che in questo momento dobbiamo pensare, oltre che naturalmente ai malati cronici, la cui fragilità, di fronte a un clima del genere, rappresenta un rischio evidente.

La situazione dei pronto soccorsi e del 118, non è ancora critica ma, naturalmente, comincia ad appesantirsi, soprattutto in realtà come quelle delle due province lucane di Potenza e Matera, dove, oltre agli anziani che affollano gli ospedali, si aggiungono i turisti che, esposti maggiormente al calore, spesso hanno bisogno del pronto intervento, in preda a possibili malori».

«E’ in questo momento, più che mai – continuano – che l’organizzazione delle regioni, e con essa, direttamente quella delle aziende sanitarie, può fare la differenza per la tutela della salute della collettività, grazie all’attivazione della figura degli infermieri domiciliari, previsti dal nostro Ssn».

Col caldo assalto al pronto soccorso e carenze di personale

«Disorientamento, stanchezza, incapacità allo sforzo fisico, nei casi più gravi, alla perdita di coscienza. Sono i sintomi di chi si sente male per il caldo e chiede l’intervento del 118. Maggiormente soggetti a complicazioni dalle alte temperature sono gli over 65, le persone che soffrono di patologie o sotto terapia farmacologica, ma anche i giovani che soffrono di ansia o attacchi di panico». «Gli operatori sanitari, viste le carenze di personale, rischiano di non poter reggere il surplus di presenze. E’ per questo che alcune regioni si distinguono, per la propria organizzazione legata alla presenza di infermieri di famiglia.

Per gli anziani particolarmente fragili, molte aziende promuovono, insieme alla Conferenza territoriale sociale e sanitaria metropolitana, il progetto di sostegno e-Care, che prevede periodiche telefonate ai cittadini ed eventuali interventi di assistenza a domicilio. L’intervento dell’infermiere domiciliare permette di evitare il congestionamento sia dei pronto soccorso e che delle chiamate al 118 – chiariscono – poi l’infermiere rappresenta, non solo per le problematiche legate all’emergenza caldo, una figura chiave del sistema sanitario. E’ un professionista della salute indispensabile, capace di intervenire con specifica competenza nelle situazioni più disparate e negli ambiti assistenziali più complessi.

Apprezziamo, che il ministero e la regione Basilicata abbiano sul tavolo questo progetto che ci auguriamo, trova rapida attuazione visto la gravità dell’emergenza che stiamo vivendo, legato all’innalzamento delle temperature. Non si può sempre agire all’ultimo momento – concludono – quando l’emergenza lo richiede. Il rilancio della sanità territoriale, costruito giorno dopo giorno, deve essere una priorità, a cui tutti noi, nessuno escluso, seppur con i nostri differenti ruoli, dobbiamo mirare e contribuire. E gli operatori, più che mai, rappresentano le fondamenta di un piano di azione che non può più attendere».

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