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Milano, 18 lug. (askanews) – Il Ministero della Salute della Federazione Russa vuole limitare le vendite di farmaci come la pillola del giorno dopo e quelli per l’aborto medico, rafforzandone il controllo nelle farmacie e nelle cliniche. Sinora la vendita nelle farmacie russe era abbastanza libera, ufficialmente con prescrizione medica. La notizia ha avuto un certo impatto sui social in russo e in ucraino, facendo tornare in auge una citazione generalmente attribuita al maresciallo sovietico Georgy Zhukov: “le donne ne partoriscono ancora”, uno slogan che indica l’atteggiamento cinico dei capi militari nei confronti delle perdite umane in guerra e del valore attribuito alla vita umana.

La dicotomia aborto e guerra è comunque sempre più in auge nel dibattito non ufficiale, mentre le perdite russe sul campo riguardano da vicino la vexata quaestio della bassa natalità. In particolare le compresse di Postinor (levonorgestrel, un contraccettivo destinato a situazioni eccezionali volte a prevenire la gravidanza entro 72 ore da rapporti sessuali non protetti o il fallimento di metodi contraccettivi meccanici), entro la fine dell’anno passeranno alla cosiddetta “contabilità quantitativa per soggetto” (PKU), un elenco che per ora funziona solo con stupefacenti e psicotropi.

I commenti sui social sono i più disparati. Il profilo “Il mio aborto” su Vkontakte difende il diritto femminile a decidere cosa fare del feto, mentre – collegando evidentemente la questione dell’aborto alla guerra in corso in Ucraina – c’è chi è su posizioni diverse e scrive: “Mentre i ragazzi russi stanno versando il loro sangue al fronte, le donne russe stanno versando il sangue dei loro bambini non ancora nati nelle retrovie… Entro 12 settimane, di un bambino nel grembo materno si può già determinare il sesso, ma la medicina non può determinare una persona in questo bambino? L’aborto è un omicidio! L’aborto dovrebbe essere vietato dalla legge!”

Il ministro della Salute della Federazione Russa Mikhail Murashko ha anche aggiunto che i farmaci usati per l’aborto farmacologico “dovrebbero essere strettamente controllati”.

In Russia, l’aborto viene eseguito su richiesta di una donna fino a 12 settimane di gravidanza, diverso è invece il tempo concesso in caso di stupro e per ragioni di salute della paziente. I medicinali per l’aborto medico, che vengono utilizzati all’inizio della gravidanza, sono venduti ufficialmente su prescrizione medica.

Nell’agosto 2022, il primo vicepresidente del Comitato per la famiglia, le donne e i bambini della Duma di Stato, Tatyana Butskaya, ha annunciato la preparazione di emendamenti che vietano la vendita di farmaci per l’aborto medico nelle farmacie online.

Intanto la Chiesa ortodossa russa ha proposto di consentire l’aborto solo con il consenso del marito. Secondo il capo della commissione patriarcale, il sacerdote Fyodor Lukyanov: gli aborti dovrebbero essere fatti solo con il benestare del consorte, limitati ai motivi medici quando la salute del bambino è minacciata.

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