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C’è una legge che “impone” ai capoluoghi di provincia di predisporre in occasioni delle consultazioni elettorali «almeno 20 e non più di 50» spazi gratuiti per la pubblicità elettorale. Da molto tempo eravamo abituati a vedere gli operai comunali che installavano in punti strategici della città tabelloni (prima di legno, e da qualche anno in alluminio) per l’affissione dei manifesti elettorali. E fin qui nulla di strano.
La cosa che vorrei portare all’attenzione dei lettori del mio blog è che ho notato che in molte mura del nostro amato centro storico sono stati pitturati con colore bianco gli spazi per i partiti e i movimenti politici. È difficilissimo però (quasi impossibile) a chiunque attaccare con la colla sui quei muri i famigerati 70×100 multicolor con i faccioni dei politici o, come si usa fare quest’anno, solo con il simbolo da votare. Ma la cosa più grave è stata quello di scegliere anche il muro di Palazzo Persiani, un antico edificio storico privato, che è ubicato subito dopo Palazzo Arnone. Nella foto di Alfredo Salzano si può chiaramente vedere che il muro non è stato “prestato” ai tabelloni elettorali, ma imbrattato solo per arrivare alla predisposizione dei 50 spazi per le affissioni gratuite previsti dalla legge.
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