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Barbiere e vigilante arrotondava lo stipendio gestendo un giro di prostituzione a Catanzaro, arrestato uomo, di 58 anni

CATANZARO – Induzione, favoreggiamento e sfruttamento tentato e consumato alla prostituzione. Sono queste le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, nei confronti del 58 enne di Catanzaro Cesare Curcio, titolare di un salone da barbiere, nonché ex vigilante al Tribunale del capoluogo e attualmente vigilante alla Regione Calabria, posto agli arresti domiciliari ieri, da parte dei carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della locale Procura, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a suo carico, emessa dal giudice per le indagini preliminari Chiara Esposito, su richiesta del procuratore aggiunto Giulia Pantano e dei due sostituti Saverio Sapia e Stefania Caldarelli.

BARBIERE E VIGILANTE, LE ACCUSE LEGATE ALLA PROSTITUZIONE

Secondo quanto appurato dagli inquirenti nel corso delle indagini – per le quali sono stati attivati anche servizi di osservazione, controllo e pedinamento, nonché attività intercettiva – sono diversi gli indizi di colpevolezza raccolti a carico dell’indagato. In merito a condotte di intermediazione dello stesso per favorire attività di meretricio nel centro di Catanzaro. Una attività che Curcio portava avanti da circa 10 anni – dal 2013 al 2023 – in due distinti appartamenti – situati in via Fontana Vecchia e in via Vicolo II Indipendenza – e sfruttando donne anche sposate ma in grandi difficoltà economiche, residenti in città o in provincia, e reclutando per loro una stretta cerchia di clienti (assicuratori, baristi, impiegati della zona e per lo più over 50) che frequentavano le due distinte alcove con cadenza settimanale o bisettimanale, pagando tra i 60 e gli 80 euro a prestazione.

Come, anche, ad arrivare a sborsare 200, 300 euro a ragazze consenzienti a prostituirsi, come rivelano le conversazioni telefoniche intercettate investigatori. Le indagini sono partite dall’attività intercettiva realizzata nell’ambito di un altro procedimento penale sull’utenza telefonica di Cesare Curcio. Dalla questa si è iniziata un’altra indagine ampliando l’attività di intercettazione dalla quale è emersa la gravità indiziaria a carico dell’indagato.

BARBIERE E VIGILANTE, ECCO COME ARROTONDAVA LE ENTRATE CON LA PROSTITUZIONE

Dalle pagine dell’ordinanza vergata dal gip del Tribunale di Catanzaro, emerge un quadro preciso di come Curcio aumentava le sue entrate mensili di barbiere e vigilante, chiedendo il compenso per l’attività di mediazione (era direttamente lui ad organizzare gli incontri tra le donne e i clienti), e si faceva pagare in natura dalle donne da lui stesso “arruolate” per l’attività di meretricio, o come pareggiava i debiti che aveva nei confronti di un assicuratore – anche lui cliente delle vittime – con l’aggravante di aver indotto alla prostituzione anche una donna, con un’invalidità riconosciuta del 65%, per accertata «depressione maggiore cronica grave».

E sempre ascoltando le cospicue e continue conversazioni telefoniche intercorse tra l’indagato, le ragazze e i clienti, gli inquirenti apprendono anche altre fasi dell’attività di Curcio, come quando, parlando con una donna che lo chiama per chiedergli di contattare un medico di sua conoscenza per ottenere uno sconto per una visita specialistica da far fare a sua figlia, Curcio le ricorda una loro precedente relazione sessuale, chiedendole di riprendere gli incontri con compensi economici assicurati per le prestazioni sessuali e di incontrarsi anche con il suo amico.

La risposta ricevuta dalla donna è affermativa e Curcio le propone di recarsi due volte a settimana per “offrire” prestazioni ad entrambi, concordando con l’amico le condizioni, indicandogli la possibilità di vederla due giorni a settimana, pagando alla donna la somma di 50 euro per la prestazione, più 10 euro di rimborso per le spese di viaggio, più ulteriori 20 euro direttamente a lui per l’utilizzo dell’immobile. Il suo amico accetta l’offerta proponendo per il pagamento della prima prestazione una compensazione del suo debito con un credito vantato nei confronti di Curcio per via di un’assicurazione sulla macchina.

LE RIVELAZIONI DI UNA DELLE DONNE COINVOLTE

Molte delle donne coinvolte nel giro della prostituzione, sono vittime in stato di bisogno, essendo in grosse difficoltà economiche. Come rivelato da una di loro che, chiamata a sommarie informazioni ammette di essere stata vittima di sfruttamento della prostituzione da parte di Curcio, conosciuto sei anni fa – mentre attendeva difronte il Tribunale di Catanzaro una amica –, e che gli propone di “lavorare” per lui. Proposta accettata dalla donna che, in questo lasso di tempo, avrebbe incontrato una decina di uomini diversi, i quali si alternavano nei continui appuntamenti organizzati sempre da Curcio, con cadenza bisettimanale.

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