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L'area del Mediterraneo

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Università Mediterranea ponte tra Africa e Europa: Creare un gemellaggio fra università del Mezzogiorno e dell’altra sponda del Mediterraneo

Il Festival Euromed del marzo scorso – uno spartiacque nel secolare dibattito sulla questione meridionale – ha messo molta carne al fuoco. Si tratta di passare dalle proposte all’attuazione. Noi non possiamo legiferare quelli che nel gergo delle leggi si chiamano “decreti attuativi”.

Ma possiamo scrivere quei “decreti attuativi”. Facciamo un esempio. Una delle proposte fu quella di creare un benefico gemellaggio istituzionale fra trenta grandi università del Mezzogiorno d’Italia e altrettanti centri universitari dell’altra sponda del Mediterraneo, con condivisione dei programmi e scambi di studenti e di insegnanti.

Questa proposta, avanzata da Romano Prodi, mira a porre le basi per una classe dirigente mediterranea che sia vivaio di intelligenze e di competenze al servizio della crescita di quell’area che fu già culla di civiltà. Questa grande operazione culturale può portare, nel corso del tempo, a istituzionalizzare una Università Mediterranea che diventi simbolo di un partenariato continentale fra Europa e Africa.

L’idea è bella. Ma ecco che vengono fuori gli ostacoli. Spesso gli studenti stranieri hanno difficoltà a ottenere i visti. E, arrivando, non trovano studentati e hanno difficoltà a inserirsi. C’è bisogno dei vari articoli di un decreto attuativo che individui le Università da gemellare, avvii i contatti e, soprattutto, coordinandosi con gli Esteri, le ambasciate, il ministero dell’Interno (alloggi), quello delle Infrastrutture e quello del Lavoro, crei le condizioni necessarie per passare all’azione e alla realizzazione.


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