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È stato importante per un politico come Romano Prodi avere al suo fianco una donna che ha dedicato una vita allo studio dello stato sociale confrontandosi con i problemi veri delle persone. Questo bagaglio aiuta perché un politico tende a guardare le cose dall’alto e, visti dall’elicottero, gli uomini sono tutti puntini. Avere al tuo fianco una donna che guarda il mondo dalla terra restituisce al politico donne e uomini fatti di carne e sangue. Aiuta a fabbricare le idee non sui libri e sui dossier, ma sulla condivisone della vita. La solitudine di Prodi andrà riempita. Le eredità riempiono e le sensibilità vivono nel ricordo fortissimo che ha di lei. A questo patrimonio che è un unicum farebbe bene ad attingere il Pd in modo diretto come valore e come esperienza

Dopo la celebrazione dell’uomo, Silvio Berlusconi, che ha vissuto sopra ogni limite, nel Duomo di Milano, è arrivato il giorno della celebrazione della donna, Flavia Franzoni, che fece della normalità della vita un grande lavoro e la sua forza nella piccola chiesa di San Giovanni in Monte a Bologna. Una personalità, quella della studiosa che analizzava e entrava nelle cose, conosciuta e apprezzata da tutti. Soprattutto dagli ultimi, dalle donne, dai giovani, diciamo da chi in genere trova meno ascolto. Parlare di Flavia Franzoni significa parlare anche dell’importanza per un politico, Romano Prodi, di avere al suo fianco qualcuno che si occupa della vita normale.

La forza di Flavia era quella di una donna che ha dedicato una vita allo studio dello stato sociale e ciò la portava a confrontarsi con i problemi veri delle persone perché voleva sempre unire accademia e concretezza. Questo bagaglio può aiutare molto un politico che tende naturalmente a guardare le cose dall’alto e, visti dall’elicottero, gli uomini sono tutti puntini. Avere al tuo fianco una donna che guarda il mondo dalla terra restituisce al politico donne e uomini che sono fatti di carne e sangue. Donne e uomini veri.

La Seconda Repubblica di cui si è celebrato il funerale con l’addio a Berlusconi e al bipolarismo da lui inventato che costrinse destra e sinistra a riunirsi, ha avuto in Romano Prodi l’unico uomo della sinistra che riuscì a battere per due volte il Cavaliere. Una parte di questo successo straordinario del Professore poco riconosciuto e che si è voluto addirittura demolire anzitempo agendo nell’ombra, lo si deve proprio alla comunione non solo di sentimenti con la moglie Flavia. La forza di questa cosa è un unicum assoluto perché esprime la ricerca comune di un uomo e di una donna che erano insieme la coppia più cattolica e più laica ed è l’espressione di una comunità molto estesa di una famiglia allargata fatta di tante competenze professionali diverse.

È ovvio che chi fa politica in queste condizioni, è il caso di Prodi, è avvantaggiato perché può attingere in casa a grandi storici, grandi oncologi-scrittori, grandi scienziati, grandi neurologi e così via. Però, senza nulla togliere al valore di tutta questa comunità, è certo che Flavia era un pilastro di questa vita in comune e di questo fabbricare le idee non sui libri e sui dossier, ma sulla condivisione della vita. Non credo che ci sia la percezione collettiva di quanto sia stato importante per Prodi che Flavia non abbia mai voluto rinunciare a questo suo lavoro nel campo del welfare, dell’assistenza sociale e delle politiche sociali che la teneva in rapporto costante con una molto vasta comunità di studiosi.

Essendo la scuola a stretto contatto con quelli che costantemente si occupano di questi problemi Flavia aveva una visione molto concreta della realtà e la trasferiva nel bagaglio quotidiano di Prodi vivendo entrambi in una simbiosi naturale. Nel bagaglio dell’unico grande uomo politico della sinistra italiana che ha presieduto la Commissione europea compiendo scelte storiche e ha conquistato il governo del Paese per il centrosinistra con la sua faccia nell’urna, c’erano per capirci Kohl e Flavia e entrambi oggi non ci sono più. Mi viene in mente quando mi raccontò di essere in macchina lui e Flavia con Bush padre e la moglie di lui che diceva a Flavia come se nulla fosse: mio marito non ha ancora deciso quale dei due nostri figli dovrà succedergli alla guida degli Stati Uniti.

La più grande democrazia del mondo in quella macchina diventa una faccenda dinastica peraltro con i suoi tempi perfino compiutasi. Qualcosa di veramente paradossale rispetto al Prodi ossessionato dall’idea sana di non dovere avvantaggiare i suoi a Bruxelles perché “noi dobbiamo dimostrare di non voler ficcare gli italiani dappertutto” e avendo sempre al suo fianco Flavia che creava intorno a lui il clima giusto per occuparsi di queste cose. Questa solitudine ora andrà riempita. Le eredità riempiono queste solitudini perché quello che è stato fatto non si dissolve in un attimo. Tutto ciò che è stato fatto, costruito, tutte le sensibilità vivranno ogni giorno nel ricordo fortissimo che Prodi avrà di lei. A questo patrimonio che è un unicum assoluto farebbe bene ad attingere il Pd in modo diretto come valore e come esperienza.


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