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Inquirenti al lavoro sul caso della piccola Maria trovata morta nella piscina di un resort nel beneventano. C’è un indagato, un giovane rumeno di 21 anni, conoscente della famiglia della bimba che è accusato di omicidio e violenza sessuale.

SAN SALVATORE TELESINO (Bn) – Inquirenti al lavoro sul caso della piccola Maria (LEGGI QUI) trovata morta nella piscina di un resort nel beneventano. C’è un indagato, un giovane rumeno di 21 anni, conoscente della famiglia della bimba che è accusato di omicidio e violenza sessuale.  Andrea e Mario Ungureanu, i genitori della bambina trovata morta in una piscina a San Salvatore Telesino (Benevento), hanno lasciato la loro abitazione insieme ai Carabinieri. Una pattuglia è arrivata davanti alla loro casa e poco dopo i genitori della bambina sono usciti per allontanarsi insieme ai militari. 

“Dall’autopsia sono stati rilevati dei graffi sulla schiena”: lo dice Michele D’Occhio, avvocato della famiglia di Maria Ungureanu, senza fornire ulteriori particolari sulla natura dei graffi. Nessun elemento è stato fornito dal legale sugli accertamenti relativi alla violenza sessuale eseguiti durante l’autopsia. “I genitori di Maria – ha aggiunto – sono profondamente turbati perché l’indagato era considerato persona di famiglia”.  “Sono molto turbati – ha spiegato l’avvocato D’Occhio – anche perché la persona sospettata era considerata da loro una persona di famiglia e spesso veniva aiutata anche a cercare lavoro”. “Mi sarei aspettato anche oggi altri rilievi sulla scena del ritrovamento, magari impronte visto che domenica pioveva – ha proseguito il legale – Si vede che i Carabinieri hanno completato il lavoro”. “I genitori di Maria – ha riferito l’avv. D’Occhio – mi hanno raccontato che la bambina è tornata a casa dalla chiesa e poi è uscita per partecipare alla processione e poi è scomparsa. Quando ho saputo della morte – conclude D’Occhio – ho sentito che sarebbe stata in ogni caso una tragedia, ma sarebbe stata più sopportabile se fosse stato un incidente”.

La vicenda – (di Alfonso Pirozzi) Dall’esame medico legale emergono elementi agghiaccianti: la piccola Maria Ungureanu, la bimba rumena di nove anni trovata morta in una piscina di un casale-resort di San Salvatore Telesino, nel Sannio, ha subito violenza sessuale ed è morta per annegamento. Ora saranno i risultati dei “tamponi” eseguiti durante l’autopsia a stabilire a quando risale la violenza e a verificare se si sia trattato o meno di un episodio isolato.

Ieri i carabinieri di Benevento hanno ispezionato l’abitazione di un giovane rumeno, Daniel, di 21 anni, anche egli residente a San Salvatore Telesino. Il giovane è stato interrogato a lungo, nel cuore della notte, assistito dal suo avvocato, dagli investigatori e dal pm Maria Scamarcio che conduce le indagini sulla morte della piccola Maria. Poco prima dell’alba è tornato a casa, ma è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio e violenza sessuale: un atto dovuto, spiegano dalla Procura, per consentirgli di nominare un perito di parte che assistesse all’autopsia.

Lui, Daniel, è tra le ultime persone ad aver visto Maria, con la quale avrebbe fatto un giro in macchina fino alla vicina Telese. Poi i due sarebbero tornati a San Salvatore Telesino e la piccola, che faceva la chirichetta ed era molto conosciuta in paese, si è recata in parrocchia per prendere parte ai festeggiamenti di Sant’Anselmo (poi sospesi per un improvviso temporale) dove è stata vista da diverse persone. Il giovane si difende. “Sono innocente, non avrei mai potuto farle del male. Per me era come una sorella”, ha detto agli investigatori alla presenza del suo legale Giuseppe Maturo. Cosa sia successo nella tragica sera di domenica è tutto da accertare.

Chi ha incontrato Maria, con chi si sarebbe allontanata dopo la parrocchia per recarsi nel resort? E’ quanto stanno accertando i carabinieri del comando provinciale di Benevento, con il colonnello Pasquale Vasaturo, coordinati dal procuratore capo di Benevento, Giovanni Conzo. Nella stessa struttura, posta sotto sequestro, i militari sono tornati più volte. Gli abiti della bimba erano in parte a terra e in parte su una sedia. Gli investigatori sono prudenti. Verificano ogni elemento con attenzione.

L’acqua non è molto profonda e lei – dicono gli investigatori – non ha toccato né il fondo, né le pareti della piscina. La bambina, che non sapeva nuotare, quando è caduta in acqua non si è agitata. Era ancora cosciente? È quanto dovrà accertare la perizia medico legale, con i relativi esami tossicologici, i cui risultati non saranno pronti prima di 60 giorni. Sono stati fatti prelievi anche per verificare se la piccola sia stata costretta a ingerire bevande alcoliche o a prendere sostanze stupefacenti. La vicenda ha sconvolto l’intera comunità di San Salvatore Telesino, dove la famiglia della piccola era molto conosciuta. Il padre, giunto in Italia alcuni anni fa, lavora come operaio, la mamma come badante: persone perfettamente integrate. La comunità rumena di San Salvatore è molto folta, circa 400 persone in paese agricolo di circa quattromila abitanti, a una trentina di chilometri da Benevento. Anche il giovane indagato è giunto in Italia da qualche anno e vive con una sorella.

Una persona tranquilla, che finora non aveva mai fatto parlare di sé. Gli abitanti di San Salvatore si sono stretti intorno alla famiglia di Maria e hanno offerto piena collaborazione agli investigatori. Fuori dalla casa dei genitori si è radunata una folla di amici e conoscenti che vogliono esprimere la propria vicinanza. Lei, la madre, ancora incredula e stordita dal dolore, ripete: “Non ci posso credere, ce l’ho sempre davanti ai miei occhi”. Per il sindaco, Fabio Romano, si tratta “di un dramma che tocca il cuore, non solo dei cittadini di San Salvatore”, dice annunciando che il giorno dei funerali sarà proclamato il lutto cittadino mentre domani iniziative per ricordare la piccola verranno decise dalle associazioni parrocchiali. “Fatti come quelli della bambina di San Salvatore Telesino sono un pugno nello stomaco, ti tolgono il respiro”, è il commento del presidente della Regione, Vincenzo De Luca. “Dobbiamo aumentare i momenti di cura e lavoro sul sociale. Ma fa riflettere anche il fatto che siamo in un’area interna, in un’area tranquilla: e anche lì può emergere la barbarie”.

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