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La Campania paga un prezzo troppo alto per l’allarmismo diffuso, ma a tratti esasperto, rispetto alla qualità e all’eccelenza dei prodotti alimentari.
L’ultimo dato a conferma di ciò, è la dichiarazione da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità, del caffè fuori da ogni sospetto per presunti effetti cancerogeni. 
“Questa vicenda – afferma Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale – è solo l’ennesimo esempio di quanti danni possa provocare la cattiva informazione. Noi campani ne conosciamo purtroppo gli effetti. Quando l’immagine della nostra regione era legata ai cumuli d’immondizia e ai roghi, si è scatenato un clima di sfiducia immotivato verso i nostri prodotti agroalimentari. Il legame tra rischio per la salute e cibo era semplicemente legato a vicende di cronaca. Nessun dato reale poteva supportare questa tesi. Tuttavia così è stato. I nostri produttori hanno subìto, e in parte subiscono ancora, gli effetti di psicosi vere e proprie. Oggi, grazie alle migliaia di campionature effettuate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici, guidato da Antonio Limone, possiamo affermare con fatti dimostrati che i nostri prodotti sono sanissimi e sono tra i più controllati d’Italia.
 
Sgombrato il campo dall’allarme ingiustificato – conclude Masiello – occorre fare il passo successivo e lavorare sulla tracciabilità. Molte aziende campane si sono dotate del Qr-Code in etichetta, per fare in modo che i consumatori possano scaricare i dati e le analisi su quel prodotto. Coldiretti chiede che i cittadini siano messi nelle condizioni di fare una scelta consapevole su quello che portano a tavola. Tracciabilità e trasparenza sono gli strumenti utili per garantire salubrità dei cibi e per fermare le speculazioni sul made in Italy e sul made in Campania. A tale proposito Coldiretti chiede che venga tolto il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero per consentire interventi mirati”.
 
Dall’emergenza mucca pazza all’allarme aviaria, dalla carne alla diossina alla mozzarella blu, dal batterio killer nei cetrioli alle polpette di carne di cavallo spacciata per manzo, l’esperienza di questi anni dimostra che la necessità di una informazione corretta e tempestiva non deve lasciare campo libero a campagne dai toni allarmistici e del tutto infondati.

 

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